60. BELLO DA MOZZARE IL RESPIRO

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"Chiara...mi dai una mano?" corro in soccorso di Stephan che mi sta chiamando dall'ingresso..non so a cosa gli serva il mio aiuto dato che è appena tornato da Trigoria dopo l'allenamento della mattina di Pasqua, in previsione della partita di Champions contro il Barcellona. Quando arrivo in soggiorno però capisco immediatamente a cosa gli serva il mio aiuto. Oltre a tenere in mano le chiavi di casa Stephan sta tenendo in equilibrio precario un enorme uovo di cioccolato che potrebbe benissimo contenere anche me stessa rannicchiata in posizione fetale "Stephan...un uovo normale del supermercato sarebbe andato bene"
"Figurati se avrei mai potuto prenderti un uovo normale del supermercato...questo è l'uovo di Pasqua adatto a te..." glielo prendo dalle mani e leggo un 'Buona Pasqua amore mio' scritto con il cioccolato bianco sulla superficie scura "Ovviamente è cioccolato extra fondente come mi hai detto che piace a te...non esagerare a mangiarlo, anche perché faremo anche la torta oggi quindi..."
"Visto che ho deciso di fare la cheesecake al cioccolato, possiamo fare fondere un pezzo di questo invece di usare la barbetta che ho comprato, tanto quella la mangerò io la notte quando mi verranno le voglie...verrà buonissima...ma c'è la sorpresa dentro?"
"Secondo te? Ovvio che c'è la sorpresa..." batto le mani emozionata e metto il mega uovo sul ripiano della cucina "Ed io che ti ho detto che ti eri dimenticato di regalarmi l'uovo stamattina...scusa amore mio" gli prendo il viso fra le mani e lo bacio sulle labbra mentre lui ride "Ma secondo te avrei mai potuto scordarmi di prenderti l'uovo di Pasqua? L'ho prenotato due settimane fa..vuoi aprirlo così vedi la sorpresa?" annuisco perché la bambina che è in me vuole ovviamente aprire l'uovo per vedere che cavolo di sorpresa Stephan ci abbia mai fatto mettere dentro. Quella mattina appena alzata, prima che lui lasciasse l'appartamento per andare a Trigoria mi ero aspettata di trovare un uovo di Pasqua in cucina, o magari accanto a me sul letto, invece il fatto che lui non mi avesse fatto trovare nulla mi aveva messa un pochino di umore tendente al grigio. Lui si era giustificato dicendo che non aveva assolutamente pensato al fatto di regalarmi l'uovo e aveva anche fatto la battuta che a 22 anni mica potevo prentendere di avere l'uovo...dovevo immaginarmi che avesse preparato qualcosa, ed ovviamente qualcosa di bello grande "Lo apro che poi è quasi pronto..." lui gira per la cucina affascinato, non capendo come abbia fatto in tre ore a preparare tutta quella roba da mangiare "Ho anche messo a posto il casino che tu lasci in giro...noi donne sai che possiamo fare più cose nello stesso momento...a differenza vostra"
"Scusa?" lui mi acchiappa per la vita e poi mi bacia il collo mentre mi inizia a fare il solletico "Anche io posso fare più di una cosa assieme..mi pare che stanotte te lo abbia dimostrato"
"Devi sempre essere volgare eh..." gli schiaffeggio la mano e poi inizio a scartare l'uovo. È il primo uovo di Pasqua su misura che ricevo in 22 anni e ovviamente solo lui avrebbe potuto regalarmelo "Quasi quasi mi dispiace di doverlo rompere"
"Infatti non dovrai rovinarlo perché ho scelto quello che è facilissimo da aprire...sapevo che romperlo in mille pezzi ti avrebbe mandato in panico"
"Mi conosci troppo bene" rompere un capolavoro del genere mi avrebbe fatto sentire enormemente in colpa e ci avrei pensato per almeno una settimana "Basta che fai pressione qui e le due metà si staccano perfettamente" Stephan mi aiuta ed infatti le due metà dell'uovo si aprono senza difficoltà rivelando un album di fotografie "Hai fatto stampare le foto"
"Si, infatti ho aspettato tornassimo da Sharm per portare quelle foto a stampare...è una cavolata lo so..però..." non è una cavolata assolutamente perché gli avevo detto di voler stampare qualche nostra foto, e poi anche quel piccolo dettaglio dell'uovo che è rimasto perfettamente intatto per me non è assolutamente una cavolata anzi. A differenza di tutte le altre persone sulla faccia della terra che amano rompere l'uovo io ho sempre cercato di non romperlo in mille pezzi, come succede anche con le carte regalo. Non ne ho mai strappata una..sono strana lo so ma lui in qualche strano modo mi ha capita e si ricorda ogni volta di quanto io sia fissata con queste cose. Prendo l'album ed inizio a sfogliarlo, prima di accorgermi che oltre a quello c'è anche una cornice con dentro una nostra foto scattata a Sharm "La mia foto preferita"
"Lo so...per questo l'ho fatta incorniciare..." la prende e la posa sul mobile dove abbiamo altre cornici oltre alle almeno 15 cavolate che ho acquistato in Egitto "E questa da dove arriva?"
"L'ho presa a Bologna ieri" è una di quelle classiche palle di vetro piene d'acqua con il monumento più importante delle città dentro e che se rigiri fanno scendere le stelline d'argento "Ho deciso che in qualunque città metta piede ne devo prendere almeno una" quella di Bologna fa coppia con quella di Verona e con le tre acquistate a Milano...ovviamente quelle acquistate nella città dove Stephan ha abitato per qualche anno non mi rimandano alla memoria belle cose ma ho deciso che non importa assolutamente...anche nelle città dove non abbiamo vissuto momenti proprio da ricordare acquisterò qualcosa, perché anche i litigi ci hanno permesso e ci permetteranno di continuare a vivere la nostra favola "Mi piace come sta diventando la nostra casa..."
"Sul serio? Perché non vorrei sbagliare qualcosa...insomma non so se tutto quello che decido di fare ti piace o meno..."
"Non solo mi piace ma è perfetto...ora meglio rimettere l'uovo in frigorifero..."
"Credo non ci sia posto con tutto quello che ho comprato l'altro giorno e quello che ho preparato oggi...facciamo che tiro fuori gli antipasti e metto dentro l'uovo...tu vai pure a vedere il tuo biliardo" lui si illumina letteralmente e schizza via. Io tiro fuori i piatti e cerco di far stare in frigo buona parte del cioccolato "Stephan..." lo chiamo perché è già l'una e mezza e se vogliamo fare tutto quello che ci siamo prefissati di fare per quel giorno è meglio che iniziamo a mangiare ma lui non mi risponde "Peggio di un bambino" lo raggiungo e come immaginavo lui sta ammirando il suo biliardo come se fosse un'opera d'arte. Effettivamente è molto bello, anche se io non ci capisco nulla ovviamente "È pronto...vieni a mangiare?"
"Arrivo...hai visto quanto è bello? È personalizzato..." lui ha gli occhi che brillano e sembra seriamente un bambino di tipo due anni a cui hanno appena regalato la macchinina telecomandata che aveva visto qualche giorno prima al negozio "È carino"
"Carino? Ma se è tipo favoloso...cioè ha il mio nome inciso di lato e poi è quello che sognavo di avere da quando avevo tipo 15 anni..." volevasi dimostrare...come la storia della macchinina telecomandata "Ora vengo a mangiare...cosa hai preparato? Ti devo aiutare ad apparecchiare dato che in cucina ho visto che non hai messo nulla?"
"No, ho preparato tutto in terrazzo"
"In terrazzo?" annuisco e lo trascino via dal suo amato biliardo per portarlo sul terrazzo. Amo quel dettaglio dell'appartamento di Stephan, cioè del nostro appartamento, ma non è che ci vada spesso, soprattutto quando sono da sola. A volte ho ancora seri problemi con l'altezza, soprattutto quando non ho lui vicino a me e quel terrazzo è tremendamente in alto ma dato che c'è un sole favoloso ed il tavolino sul terrazzo invitava particolarmente ad un pranzo all'aperto ho deciso che dovevo superare per forza quella mia fobia. Lo porto fino alla porta finestra e gli indico quello che ho preparato "Sono anche andata a comprare i girasoli dal fioraio...ora dovrei tipo andarmi a cambiare però perché sono in leggins e maglietta..e dovrei tipo pettinarmi e magari darmi una sciacquata in faccia...è tutta mattina che cucino e sarò impresentabile a dir poco"
"Frena...vai benissimo così..." lo guardo male "Stephan..."
"Siamo io e te, mica deve venire qualcun'altro..anche io sono in tuta e maglietta"
"Si, ma tu anche in pigiama sembri appena uscito tipo da un catalogo di roba super figa e sexy mentre io sembro una scema" lui sbuffa e poi prende il piatto degli antipasti portandolo in terrazzo e depositandolo sul tavolo. Mi invita con un cenno a seguirlo ed io a malincuore lo raggiungo anche se sembro una scappata di casa "Sei bellissima uguale...togliamo solo questa molletta perché sai che mi piaci con i capelli sciolti...per il resto stai benissimo fidati"
"E la tavola ti piace? Cioè va bene?" lui annuisce e poi mi scosta la sedia per farmi sedere. Va a prendere la bottiglia d'acqua dal frigorifero e me ne versa un bicchiere prima di sedersi davanti a me "Non ho mai mangiato sul terrazzo...cioè qualche colazione ma non ho mai né pranzato né cenato qua fuori"
"Stai scherzando spero...cioè con sto terrazzo favoloso come fai a non sfruttarlo? Adesso tipo ti preparerò la colazione qua fuori ogni mattina"
"Ecco perché non ho mai mangiato qua...perché non c'era nessuno che mi preparasse la colazione o i pranzi o le cene da mangiare qua fuori..." Stephan inizia a mangiare ed io faccio lo stesso anche se ho ancora la testa focalizzata su quello che lui ha appena detto "Odiavi questa casa...insomma a parte qualche dettaglio non è che quando sono venuta qua le prime volte apparisse vissuta chissà quanto" si, è una casa favolosa e non solo il terrazzo che molte persone pagherebbero oro per avere. Tutto l'appartamento è bellissimo, entra un sacco di luce dato che ha una tripla esposizione. Le stanze sono ampie e puoi veramente stare da una parte della casa e non avere assolutamente idea di cosa succede dall'altra. Ma quando sono andata lì le prime volte, a parte essere in uno stato mentale assurdo, ho subito notato quanto quella casa fosse fredda ed impersonale. E mi sono sempre chiesta perché non rispettasse il carattere del proprietario. Non c'era neanche il disordine che la contraddistingue adesso al passaggio di Stephan...lui ci abitava, ci dormiva, non ci mangiava per nulla, e sicuramente non la viveva. Ora ogni angolo ha qualcosa di nostro, ci sono le foto, ci sono le cazzate che io compro in giro, ci sono le nostre cose mischiate assieme, c'è il frigorifero pieno a differenza di prima "Un pochino la odiavo lo sai...odiavo anche me stesso ogni tanto...anche adesso mi odio qualche volta...odio il carattere del cazzo che ho"
"Io sono peggio di te, e mi sono odiata da morire per 12 anni della mia vita...poi mi sono perdonata, grazie ad un cretino che mi ha fatto capire che non tutte le cose che avevo fatto nella mia vita erano da buttare..come non sono da buttare le cose che ho fatto da dicembre a questa parte...ovvio che a volte mi odio ancora..odio che ci metto dieci minuti per andare sul terrazzo quando sono da sola...odio che quando sono qui in casa da sola tengo quasi tutte le finestre chiuse..odio che quando sei con me mi sento invincibile e capace di fare qualunque cosa, mentre invece quando non ci sei torno ad essere un pochino la vecchia Chiara..mi odio ancora a volte ma mi accetto...accetto quella che sono perché non posso ovviamente cambiare quello che mi è successo"
"Mangiavo quasi sempre fuori casa fino a dicembre...odiavo questa casa vuota, odiavo il fatto che non riuscissi a trovare una persona che scalfisse questa cazzo di corazza che avevo messo attorno a me...mi odiavo perché quello che mi è successo da quando sono diventato un calciatore professionista pensavo mi impedisse di trovare qualcuno che volesse condividere con me tutta la vita...odiavo le decisioni che avevo preso..odiavo la paura che avevo di lasciarmi andare...alla fine vivevo con il freno a mano tirato...vivevo per quello che facevo sul campo ma oltre a quello c'era poco" allungo la mano e cerco la sua sopra la superficie del tavolo..è un tavolino piccolo, adatto per noi due...quando la famiglia si allargherà mi piacerebbe comprarne uno più grande, perché quel terrazzo merita di essere vissuto, come merita di essere vissuto anche il ragazzo che ora sta mangiando davanti a me. Non riconosco nella descrizione che lui ha fatto di sé lo Stephan che conosco e che amo io...ma forse se ripenso al giorno in cui ci siamo conosciuti posso riportare alla memoria il fatto che lui aveva qualcosa di diverso rispetto ad adesso. Era meno sorridente, spesso non stava con lo sguardo posato sulla stessa cosa per più di qualche istante come se una strana inquietudine lo logorasse da dentro, era in parte malinconico anche se cercava sempre di mascherare tutto dietro ai suoi bellissimi sorrisi...lo amo da morire, ma non amo solo le cose più scontate...amo che lui mi versi sempre dell'acqua nel bicchiere appena vede che sto per finirla, amo che mi lasci sempre il mio tempo per fare le cose...lui finisce dieci minuti prima di me di mangiare ma invece che farmelo sempre notare, mi aspetta e mi osserva finire quello che ho nel piatto...amo che quando andiamo in cucina ed io metto su la pasta, la sua amata cacio e pepe, lui sciacqui i piatti che abbiamo usato per l'antipasto, perché almeno non ci sarà troppo disordine in giro...amo che non pretenda che io sia perfetta, amo che gli vada bene che mangi a Pasqua in leggins e maglietta...amo che poi mi abbracci in mezzo alla cucina e che mi baci mentre la pasta cuoce e che non gli importi assolutamente che io abbia la faccia allucinata dopo una mattinata passata a far si che quel nostro primo pranzo di Pasqua fosse pressoché perfetto, almeno per me..amo che lui mi dica che sono bellissima anche se probabilmente non è vero, amo che mi abbia permesso di riempirgli la casa e la vita...amo che non mi dica nulla quando ad un certo punto mentre faccio saltare la pasta nella padella scoppio a piangere perché non gli ho mai detto che quello era anche il piatto preferito di mio papà e che ogni volta mi viene una malinconia assurda...amo che mi prenda fra le braccia e mi culli  e che poi finisca di saltare la pasta anche se è veramente impedito con una padella in mano..amo che sia lui, semplicemente Stephan...che nella nostra casa, accanto a me non ci sia mai El Shaarawy ma solo Stephan..perché il primo vuole che in campo gli venga tutto perfetto e se non succede si incazza, mentre il secondo ride se lo prendo in giro e mi fa il dito medio in risposta...è una Pasqua diversa, nessun ristorante esclusivo, nessun menù sofisticato, nessun abito lungo e nessun tacco alto, nessuna cosa prestabilita...solo noi due e quella casa che sa di me e di lui, sa di noi, che finalmente è vissuta ed è viva...che poi non sia perfetta a noi importa poco....

VOLEVO SOLO SCOMPARIRE IN UN TUO ABBRACCIODove le storie prendono vita. Scoprilo ora