"Sei convinta di fare questa cosa Chiara? Perché se non sei convinta lascia stare..piuttosto chiudi definitivamente e stop..." Veronica si sta facendo venire un mezzo attacco isterico...la capisco, perché l'ho tipo costretta a venire a casa mia e di Stephan nel giro di mezz'ora, dicendole che ero a Fiumicino...lei è dovuta uscire di casa con una scusa, dicendo a Lorenzo che andava ad aiutare un'amica per una faccenda molto importante..solo dopo gli ha inviato un messaggio, dicendogli che stava con me, di tenere Stephan lontano da lì e che si sarebbero visti al Castello di Santa Severa quella sera. Io e lei abbiamo tipo 5 ore per organizzare la mia entrata al compleanno di Stephan..lui mi sta scrivendo ogni venti minuti ma io non posso assolutamente rispondergli. Deve arrivare a pensare che ormai io voglio chiuderla, nonostante il mio 'ti amo' della sera prima "Si che sono convinta" siamo ferme nell'ingresso di casa nostra. Non ci metto piede da tipo 40 giorni, da quando sono uscita da lì emozionata e in palla per il rinnovo delle promesse ad Ostia. Poi ho 30 giorni di buco..un mese che mi ha completamente stravolto la vita, in negativo ovviamente...ora sono lì perché voglio riafferrarla quella cazzo di vita, perché una cosa che ho capito durante il viaggio di ritorno solitario da Parigi è che noi due ce lo meritiamo "Ti ricordo che sono incinta..dovrei evitare le emozioni troppo forti ma con voi due è tipo impossibile" lo dice ridendo per poi fermarsi e mettersi le mani davanti alla bocca "Scusa tesoro" gli occhi le si riempiono di lacrime ma io le sorrido e l'abbraccio "Tranquilla..." mi fa male pensare che a quel punto avremmo potuto vivere la nostra gravidanza assieme invece potrò guardare da lontano la sua pancia crescere mentre la mia rimarrà piatta, probabilmente per sempre "Sono pessima...è che devo ancora gestire sta cosa degli ormoni della gravidanza..."
"Non sei pessima, anzi..non so quante ragazze mi sarebbero ancora accanto a questo punto..." mi fa strano essere di nuovo lì...la casa sembra tipo disabitata, non c'è il solito casino dato dal suo proverbiale disordine, non c'è Federico che riempie le stanze con i suoi versi, non c'è odore di cibo...quando alzo le tapparelle e apro le finestre facendo entrare la luce finalmente quelle stanze riacquistano un pochino di vita, anche se manca la componente principale, cioè lui "Come stai Chiara?" me lo chiede mentre siamo in camera da letto...mi siedo sul materasso e accarezzo il cuscino dalla sua parte del letto "Non lo so..." dire che sto male sarebbe una bugia perché in fondo fisicamente mi sento abbastanza bene, e sulla parte mentale ci sto lavorando..ovviamente non sto neanche benissimo perché ho pianto quasi per 24 ore di fila, anzi sono giorni e giorni che piango e il mio umore è altalenante come se fossi costantemente sulle montagne russe "Parlami Chiara che altrimenti non so come fare ad aiutarti" decido che invece che aprire il mio cuore ad un perfetto estraneo che mi giudicherà anche se affermerà il contrario, è molto meglio parlare con l'unica ragazza che posso considerare amica. Veronica è tutto quello che vorrei essere e non sarò mai ma invece che prendermela con lei ho avuto sempre questa connessione con lei, una cosa strana per una come me che di amicizia sa veramente poco "Mi sento a pezzi" si, sono a pezzi, come se da un mese a quella parte non riuscissi più a sentirmi intera "Patrick mi ha spezzata Veronica e non so se sono capace di rimettere insieme i pezzi..."
"Perché non mi hai chiesto di venire con te da lui?" alzo le spalle perché ogni minuto mi faccio la stessa dannata domanda e ovviamente non arrivo ad avere una risposta sensata "Perché non mi sono ancora abituata a contare su un'altra persona"
"Lo so Chiara ma guarda a che punto siamo arrivate...non ne abbiamo mai parlato io e te ma non immagini neanche come mi sono sentita quando ti ho vista su quel letto...e non immagini neanche come stava Stephan" annuisco con la testa bassa "Tu sei convinta che non ci sia nessuno che ti voglia bene ma invece ci sono tantissime persone che ci tengono a te...non sai quante sono state fuori dalla tua stanza di ospedale ad aspettare di sapere che stessi meglio.."
"Sono stata sola per così tanto tempo che adesso non penso affatto di avere tante persone intorno che si preoccupano per me"
"Quando hai scelto Stephan hai scelto di conseguenze anche tutta la sua famiglia, che non comprende solo sua madre, suo padre e Manuel e Giulia ma anche tutti i suoi compagni, i suoi amici e le relative mogli o fidanzate...se solo ti guardassi attorno veramente ti accorgeresti che ci sono così tante persone che ti amano...tu devi solo darci la possibilità di starti vicino...ed è per questo che ho invitato anche Jessica e qualche altra persona" proprio in quel momento il campanello suona e poco dopo la casa è invasa da almeno una decina di ragazze...Giulia tiene in braccio Federico...ho chiesto espressamente io ai suoi genitori di riportarlo a Roma per il compleanno di Stephan. Non vedo mio figlio da 40 giorni, non ho mai più voluto, anzi non ho più avuto la forza di tenerlo in braccio e anche in quel momento ci metto forse un secondo di troppo ad allargare le braccia e a stringerlo. Le altre si mettono a piangere, una su tutte Veronica che probabilmente si vede già con in braccio il figlio suo e di Lorenzo "Allora...la missione è tragica piccoletta...hai una faccia da funerale...ti dobbiamo rendere presentabile" a parlare è Giulia che è già entrata in modalità da organizzatrice compulsiva "Giulia...basta che mi sistemi i capelli e basta..."
"Cosa? È il compleanno di Stephan...e sarà soprattutto il giorno dove tu e lui farete finalmente pace...quindi ho portato tutto l'occorrente per farti bella, anzi bellissima...non che tu non lo sia ovviamente..solo che..." so cosa vuole dire e per questo le sorrido "So di non essere in forma..." siamo tutte nella camera da letto e Federico gioca con la solita palla, quella da cui non si separa mai "Te la senti? Perché altrimenti possiamo disdire tutto quanto a Santa Severa e potete semplicemente stare qui voi due, da soli" la proposta è allettante e sono molto tentata di accettare ma so che non sarebbe giusto nei confronti di tutte le altre persone. Quelle che ci sono state accanto, anche quando io non me ne rendevo conto, anzi soprattutto quando non volevo rendermene conto "Si che me la sento...solo che..." ho tante domande in testa, la maggior parte delle quali ruotano sempre attorno alla stessa identica questione. Io e lui saremo capaci di ricreare almeno in parte quello che avevamo prima? "Solo che...cosa?" tutte mi fissano ed io decido di buttare fuori la mia più grande paura. Ho bisogno di parlarne con qualcuno e questo mi sembra il momento più giusto. Anche se è un orario improponibile, anche se siamo sedute metà sul letto e metà per terra, anche se non c'è nulla di programmato, anche se Jessica rovina l'atmosfera andando a prendere le patatine, o forse proprio per questi motivi decido che devo parlarne. Ci ho pensato un sacco, rintanata in una camera bellissima a Parigi che non ho potuto dividere con lui, così come la cena sulla Tour Eiffel "E se non riuscissi più a stare con lui?"
"Intendi...dal punto di vista fisico?" annuisco in direzione di Jessica e lei mi fissa masticando una patatina assorta "Credo che dovete andare per gradi...ovviamente lui vorrà saltarti addosso ma sa anche che tu hai bisogno dei tuoi tempi...insomma quello che è successo è stato forte.."
"Chiamatelo con il suo nome...mi ha violentata, mi ha stuprata, e ha ucciso nostra figlia" provo ancora un sacco di rabbia, una rabbia che a volte mi fa venire voglia di spaccare qualcosa, una rabbia che so non mi abbandonerà ancora per parecchio tempo "Dovevamo accorgercene in qualche modo Chiara...ci sentiamo così in colpa..in fondo tutte noi ti abbiamo spinta a creare questo rapporto con Patrick...non avremmo mai e poi mai creduto che succedesse questo.." neanche io ho mai avuto veramente paura di lui, solo quando Patrick ha iniziato a urlarmi contro quel giorno ho capito che Stephan aveva sempre avuto ragione. Anche quando mi aveva aggredita a Firenze e poi ad Ostia non avevo mai avuto realmente il sentore che lui arrivasse a fare quello che ha fatto. L'avevo sempre visto con un ragazzo dolce e fin troppo remissivo "Non sapete che è stato lui a pagare Noemi perché si avvicinasse a Stephan" tutte mi fissano come se avessi detto loro che la luna è rossa e che quella sera cadranno mille asteroidi sulla terra "Cosa?"
"È innamorato di me da prima, lui dice da quando mi ha vista la prima volta..ma da parte mia non ricordo assolutamente quando è stato" non ricordo assolutamente un singolo particolare di quel giorno, anche perché Patrick è sempre stato solo uno dei mille ragazzi che hanno incrociato la mia strada senza lasciarmi nulla...in testa, nel cuore e nell'anima solo Stephan ha lasciato la sua impronta, indelebile ed eterna "Cioè per tutto questo tempo ha portato avanti una sorta di piano.." annuisco e loro iniziano a parlottare. L'unica che mi fissa e non parla è Veronica "Che c'è? Perché mi fissi?"
"Perché mi dispiace un sacco..non sai quanto mi sento in colpa.." non capisco perché dovrebbe essere colpa sua "Ma di che parli?"
"Ho spinto perché tu legassi con Schick...non mi ero assolutamente resa conto che lui fosse così" scuoto la testa e la abbraccio. Lei mi fissa come se fossi un'aliena...ho sempre avuto problemi seri con le persone che mi vogliono abbracciare, donne o uomini che siano...anche con Veronica, con cui ho legato subito, è sempre capitato che io rispondessi ad un suo abbraccio. Pochissime volte sono stata io ad abbracciarla per prima "Abbracciami Vero...ho bisogno di qualche abbraccio" quando le altre sentono le mie parole rimangono interdette ma alla fine tutte, nessuna esclusa, partecipano a quell'abbraccio di gruppo. È un abbraccio che sento fino in fondo alle ossa, che in parte mi mette a posto e rimette assieme qualche pezzettino di me. È un abbraccio che mi fa sentire un sacco la mancanza di un altro tipo di abbraccio "Ragazze ma se facciamo una cosa?"
"Cosa?" abbiamo quattro ore e poco più prima che tutte loro debbano presentarsi insieme ai loro mariti o fidanzati al Castello di Santa Severa "Dovete essere alle 8 al Castello vero?"
"Si..alle otto...perché?" gli occhi di mia cognata brillano perché lei, prima di tutte ha già capito dove voglio andare a parare "Chiama Lorenzo...alle sette Stephan deve essere qua...c'è una persona che vuole abbracciarlo prima di tutte...poi andranno insieme a Santa Severa..giusto?"
"Si, giusto...ho bisogno di parlargli prima...poi verremo al Castello..." lei batte le mani e poi inizia a dare ordini a tutte. Mentre le altre seguono alla lettera le sue istruzioni io continuo a tenere la mano a Veronica "Tranquilla per quello che dicevi prima...le cose verranno da sé"
"E se non gli bastassi più? Se non gli stesse bene il fatto che devo andare piano? Che devo riprendere confidenza lentamente con il nostro essere coppia?"
"Chiara...piange da tipo 24 ore...è a pezzi, quindi gli basterebbe anche solo vederti secondo me...poi credo che questa tua paura del lato fisico sia più una cosa tua mentale che altro...è un blocco mentale che devi superare...cazzo voi siete quelli che non vi potevate staccare un secondo e nonostante quello che è successo siete ancora quelle due persone. Quando vi vedrete e vi guarderete veramente negli occhi tutto verrà naturale...ovviamente magari non andrete fino in fondo subito ma a lui basterà fidati...è al limite...sai che vuole andarsene da Roma e magari smettere di giocare anche?"
"Si...ma non ce ne andremo da Roma e lui continuerà a giocare...questo te lo posso assicurare" non gli avrei permesso di mettere in pratica le cazzate che lui aveva in mente di fare. Lui avrebbe continuato a giocare, ed io e lui saremmo rimasti nella capitale, perché la nostra vita era lì, la nostra famiglia era nata e avrebbe proseguito ad ingrandirsi lì...ora bastava un abbraccio, uno dei nostri, uno di quelli dove io scomparivo, dove mi perdevo ma mi ritrovavo anche, uno di quelli che sapevano di casa...
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VOLEVO SOLO SCOMPARIRE IN UN TUO ABBRACCIO
FanfictionLA PAURA DI AMARE...LA PAURA DI STAR MALE....FORSE BASTA UN ABBRACCIO NEL QUALE SCOMPARIRE