80. MI MANCHI

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26 OTTOBRE 2018
"Puoi alzarti da sto letto? Da quando sei arrivato qua non hai fatto altro che stare sdraiato a guardare il soffitto con una faccia da cadavere vivente..usciamo per berci una cosa"
"Assolutamente no...poi sono solo 10 ore che sono sdraiato qua...ce ne vogliono almeno altre 10" Lorenzo alza gli occhi al cielo dopo le mie parole e si siede accanto a me sul letto della loro stanza degli ospiti. Stanza che da 10 ore, da quando sono tornato da Parigi, occupo stabilmente, senza alcuna voglia di parlare con nessuno, neanche con Lorenzo e Veronica..gli ho invaso casa, ho mandato Lore a prendere delle cose a casa mia, non ho proferito parola, se non lo stretto indispensabile...sono stato anche stronzo con loro due, che non c'entrano assolutamente nulla...pure con mia madre sono stato stronzo, anzi peggio...l'ho mandata a quel paese perché lei, mio padre e Federico sono a Savona..quasi quasi mi sarei fatto volentieri fatto il tragitto fino in Liguria in macchina, ma poi ho pensato che nervoso e stanco come sono mi sarei schiantato molto facilmente da qualche parte "Domani è il tuo compleanno...andiamo al Kuro solo io e te..anzi no, andiamo da un'altra parte...solo una coca ghiaccio e limone e basta...almeno tiriamo mezzanotte così ti faccio gli auguri...poi domani puoi deprimerti quanto vuoi..."
"Lorenzo...non sono di molta compagnia lo sai"
"Si che lo so...me ne sono accorto..ma devi alzarti da sto letto, mica puoi stare qui in eterno...e poi cosa vuoi fare? Non tornare più a casa vostra? Noi ti ospitiamo volentieri lo sai, anche un mese, non me ne frega nulla ma prima o poi dovrai parlare con lei e capire che cazzo dovete fare...vi siete mollati a Parigi..."
"Ci siamo mollati, bravo...non c'è molto altro da dire o da capire..lei ha deciso di chiudere, ha deciso di lasciarmi andare...finisce qua...cosa vuoi capire di più?"
"Che forse siete due coglioni" Veronica entra in camera, e alza la tapparella, anche se io mi lamento. Sono le sei di sera, quindi non è che entri chissà che luce ma mi da fastidio ugualmente. Avrei fatto prima ad andare in albergo, almeno lì non mi avrebbe rotto nessuno "Adesso è colpa mia? Non ho fatto proprio nulla stavolta Veronica...ha fatto tutto lei" la moglie di Lorenzo gli si siede in braccio e automaticamente lui la stringe e le posa una mano sulla pancia. Quando si accorge che lo sto guardando ritira la mano e mi fissa con aria colpevole "Io l'ho anche portata a Parigi cazzo...che diavolo devo fare di più?"
"Sai che non le è mai importato di quelle cose" lo so, ma mi è sempre piaciuto trattarla da principessa, o da regina meglio. Ho sempre amato l'espressione di totale stupore che le si dipinge sul viso quando vede cosa le ho preparato. È successo anche la prima sera, quando l'ho portata a cena all'ombra del Colosseo "Non volevo certo che perché avevo prenotato una stanza a Parigi lei magicamente dimenticasse ogni cosa e si buttasse fra le mie braccia. Non pretendevo che lei mi dicesse che andava tutto bene e che aveva magicamente dimenticato quello che era successo con Patrick...volevo solo che provasse a fare un passo in avanti...sai quanto è stancante, sfiancante e logorante mentalmente sta cosa di non poterla toccare, anche solo sfiorarle la guancia? È un'agonia...è se lei non si mette in testa che io non sono Patrick, e che non la obbligherei mai a fare qualcosa allora si, è meglio chiudere...ma Chiara deve essere consapevole che stavolta è solo colpa sua" mi alzo dal letto e acchiappo al volo una maglia ed un paio di pantaloni "Andiamo a cena fuori...altrimenti impazzisco" vado in bagno e sbatto la porta...nel mio immaginario di marito che ama alla follia sua moglie e che farebbe qualsiasi cosa per lei, mi ero immaginato un compleanno completamente diverso. Sarebbe stato il primo che avremmo festeggiato assieme e nonostante il momento non fosse dei più belli, speravo che quel giorno avrebbe significato un nuovo inizio..avevo prenotato la cena in cima alla Tour Eiffel, anche se il compleanno era il mio e non il suo, ma non mi importava. Le avevo anche preso un vestito, uno di quelli da principessa, o da regina forse..io sarei stato in smoking e come al solito mi sarei fatto aiutare da Chiara per fare il nodo alla cravatta. Non le avevo mai detto che lo sapevo fare benissimo, e che non mi serviva il suo aiuto per quel piccolo gesto, ma amavo incondizionatamente che lei mi aiutasse a fare qualcosa. Non le avevo mai detto che sapevo anche sciare, non benissimo ma comunque molto meglio di quanto le avevo mostrato quando eravamo stati sulle piste a gennaio. Non le avevo mai detto che amavo farle passare le paure, ma che la mia solo paura, l'unica cosa che mi atterriva seriamente era il fatto che lei mi lasciasse. Perché fondamentalmente adesso io non sapevo più cosa fare...non sapevo più chi era Stephan senza Chiara...si, avevo vissuto 25 anni senza di lei, senza sapere della sua presenza nel mondo ma adesso che sapevo che lei c'era, e che era proprio la donna creata e plasmata per me ricrearmi una vita che non comprendesse lei sarebbe stato difficilissimo. Avrebbe significato imparare a stare di nuovo da solo, perché nonostante quello che pensava lei non sarebbe stato così semplice stare con un'altra persona. Avrebbe significato decidere di mettere da parte quello che c'era stato fra di noi, e ripartire da capo, assieme a qualcun'altro...trovare una bella ragazza interessata a me non sarebbe stato difficile, anzi. La cosa difficile sarebbe stato affezionarmi a lei...non pensavo neanche ad innamorarmi, perché il mio cuore apparteneva a lei e sarebbe sempre stato così quindi qualsiasi altra ragazza sarebbe stata solo un qualcosa di fisico e basta. Nessun coinvolgimento emotivo, anche perché quello che era successo con Chiara mi aveva insegnato che spesso il cuore ti si spezzava in cosi tanti piccolissimi pezzettini che era impossibile rimetterlo a posto, anche con tutti gli sforzi del mondo. Lei me lo aveva riempito così tanto del suo amore, che ora non ci sarebbe stato spazio per altre ragazze, nonostante tutti gli sforzi che loro avrebbero potuto fare. Era come se su quell'organo che ora faceva un male cane ci fosse scritto che era di sua proprietà e che nessun'altra avrebbe mai potuto anche solo lontanamente competere con Chiara. Meglio fare una doccia e pensare a rimettere in piedi quello che rimaneva della mia vita,  molto poco in realtà...non avevo ancora detto a Lorenzo della mia intenzione di andarmene via da Roma. In realtà non sapevo neanche se avrei continuato a giocare..il calcio era sempre stata l'unica costante della mia vita, qualcosa che mi aveva accompagnato da sempre e che pensavo mi accompagnasse per sempre. Invece anche solo pensare di rincorrere un pallone su un campo da calcio mi risultava estraneo...sto per aprire l'acqua della doccia quando sento le voci di Veronica e Lorenzo che parlano poco fuori dalla porta del bagno "Ma non puoi parlare con Chiara? Siete amiche, non puoi almeno provare a dirle che è una cazzata colossale quella che sta facendo?"
"Ma lo sa Lorenzo...pensi che non lo sappia? Solo che è testarda e non ammetterà mai di aver sbagliato" sento che si allontanano ma prima che le voci si sffievoliscano ed io non riesca più a sentirli Lorenzo sbuffa "Quello è capace di fare qualche cazzata assurda come ritirarsi dal calcio o cambiare città....so di aver sbagliato quando le ho detto che sarebbe stato giusto buttarsi alle spalle la loro storia dopo quello che ė successo con Noemi ma poi mi sono reso conto che l'unica cosa giusta sono loro due assieme...non vanno bene separati, perché sia Chiara che Stephan sono capaci di fare delle minchiate colossali se stanno lontani...so che lei sta male ma guarda lui...cerca di farla ragionare" non ascolto la fine del discorso tanto so come finisce. Veronica, seppur possa promettere a Lorenzo di far ragionare Chiara, non ci riuscirà..lei è testarda, anche più di me e se ha preso quella decisone, pur sapendo di aver fatto una cazzata, non tornerà sui suoi passi. Devo mettermi anima e cuore in pace...Patrick alla fine ha raggiunto il suo scopo. Ci ha separati e anche se né io né lei sappiamo come faremo a sopravvivere alla lontananza dovremo farlo per forza...nonostante due promesse di vivere il nostro amore per sempre, nonostante i mille momenti indimenticabili passati assieme, alla fine non avremo il nostro "per sempre"..forse non è roba per me, forse alla fine rimarrò da solo, forse è meglio così, almeno il mio cuore non verrà più spezzato...

VOLEVO SOLO SCOMPARIRE IN UN TUO ABBRACCIODove le storie prendono vita. Scoprilo ora