65. COMUNQUE MIO

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"Chiara...tesoro..." mi riscuoto e fisso Veronica che mi sorride dalla porta della mia camera di ospedale. Odio seriamente quella camera, odio l'intero ospedale, odio il bianco candido delle pareti e soprattutto odio quell'odore persistente di disinfettante che aleggia dappertutto "Dimmi Vero"
"Vieni di là a mangiare? Nella sala comune?" scuoto la testa "Mi porti qui il vassoio per favore?"
"Chiara, non puoi sempre stare qui a mangiare...non ti fa bene...almeno se stai in mezzo alle altre ti distrai un attimo, parli con qualcuno..sono tre settimane che vedi solo me e Lorenzo..non hai neanche voluto vedere gli altri...sai che chiedono sempre di te Chiara...abbiamo visto Manuel e Giulia ieri sera e stanno malissimo...devi cercare di riprenderti in qualche modo tesoro altrimenti non riuscirai mai a portare a termine la gravidanza...sei magrissima, e hai sentito cosa ha detto il dottore...devi prendere peso altrimenti sai cosa succede..."
"Non avete pensato che è esattamente quello che voglio fare Veronica? Come pensi che possa anche solo pensare di guardare in faccia un bambino che assomiglierà a lui?"
"Questo bambino non c'entra nulla...cazzo Chiara hai 22 anni...cresci un pochino, ho capito che quello che è successo ti ha distrutta ma pensa a lui..." fulmino Veronica con lo sguardo e poi scendo dal letto barcollando. La supero di corsa e mi dirigo a passo spedito fino alla sala comune dove le infermiere hanno disposto i vassoi con i pasti. Tutte mi sorridono vedendomi arrivare...in tre settimane mai è successo che mangiassi insieme alle altre pazienti del reparto. Sono nell'ala vip, mica in una corsia buia e malandata come le comuni mortali...ma la desolazione che aleggia dappertutto è uguale...mi riporta alla memoria quando sono stata in ospedale 12 anni prima, quando sono morti i miei genitori...se dovessi descrivere la sensazione che mi porto dietro è la stessa di allora....sono a pezzi, distrutta, finita, assolutamente e completamente in balia di sentimenti contrastanti...da una parte vorrei tenere duro per quel bambino che non c'entra nulla ovviamente ma dall'altra anche solo prendere in considerazione la possibilità di prendere in braccio un bambino che assomigli a lui mi fa venire i sudori freddi. Non so se ne sono capace sinceramente...l'infermiera mi chiede cosa voglia da mangiare ed io le rispondo che è assolutamente uguale. Alterno giorni in cui mi devono alimentare artificialmente a giorni in cui riesco a mandare giù qualcosa ma è sempre troppo poco perché il bambino cresca bene...so che andando avanti così lo ucciderò ma al momento non riesco a fare altro. Veronica mi fissa da lontano, con sguardo colpevole. Inizio ad odiare la sua presenza, così come quella di chiunque altro...odio tutti i messaggi che mi mandano, odio le chiamate a cui immancabilmente non rispondo, odio tutti e tutto ma soprattutto odio me stessa...odio il fatto che l'unica persona che vorrei vedere è anche quella che mi sta lentamente uccidendo...odio l'amore incondizionato che continuo a provare verso di lui, odio il desiderio di vederlo un'ultima volta, perché mi manca in maniera assurda...odio che la notte per addormentarmi, nonostante i sedativi che mi somministrano l'unico modo che ho per staccare il cervello sia mettere le cuffie e ascoltare le playlist che lui mi ha preparato, oppure ancor peggio andare su YouTube e ascoltare la sua voce durante un'intervista..odio il fatto di non riuscire a togliere la fede, come nessuno dei suoi regali...odio lui, ma lo amo anche da morire....non guardo assolutamente quello che mi mettono davanti da mangiare, non sento i sapori e gli odori, mangio e basta ingurgitando tutto senza neanche assaporare una minima cosa. Le altre pazienti tentano di parlarmi e di intavolare una conversazione ma io faccio muro..mangio fino a quando la sensazione di vomito è troppa, poi mi alzo non rivolgendo la parola a nessuno e corro nella mia stanza. Vado nel bagno privato e tiro su fino all'ultimo grammo di cibo...Veronica mi si inginocchia accanto e mi tiene i capelli ma io la spingo via "Vattene...hai visto quanto è stato produttivo che io abbia mangiato nella sala comune? Sei contenta? Siete tutti contenti adesso? Pensi ancora che io debba crescere? Eh? Vattene Veronica, torna alla tua perfetta vita del cazzo e non darmi più la tua pietà...non la voglio, non voglio nulla" lei mi fissa a bocca aperta...so che vorrebbe replicare ma non lo fa..prende la borsa e la felpa e se ne va chiudendo piano la porta dietro di sé. Sono assolutamente spompata, so che dovrei farmi mettere la flebo per nutrire me ed il bimbo che porto dentro ma non ho la forza neanche di spingere il pulsante bianco per richiedere l'intervento di qualcuno. A fatica mi alzo da terra e mi aggrappo al mobile del bagno. La mia immagine allo specchio fa spavento...i capelli mi scendono flosci e senza vita lungo le spalle e la schiena, i miei occhi grigio azzurri sono rossi, pieni di lacrime e assolutamente senza vita, ho il viso scavato e se mi alzo la maglietta del pigiama le ossa del bacino sporgono in fuori...ho solo un accenno di pancia, la stessa che avevo 3 settimane prima ma ora mi guarda beffarda da un corpo che è sempre più magro, sempre più estraneo...non lo sento mio, come non sento mio nulla del resto. I pantaloni mi pendono lungo i fianchi e anche il seno che è sempre stato una delle poche cose del mio corpo che mi sono sempre piaciute ora mi sembra qualcosa di inutile...vorrei solo scomparire, vorrei che la terra sotto ai miei piedi si aprisse e mi inghiottisse, vorrei solo chiudere gli occhi e non svegliarmi più...in quei 20 giorni ho pensato più volte al giorno di farla finita...potrei aprire la finestra e lasciarmi cadere, potrei spaccare il vetro e prendere una scheggia per tagliarmi le vene, potrei anche sottrarre una boccetta di pillole e buttarle giù tutte d'un fiato, potrei semplicemente lasciarmi morire..mi trascino in camera e mi siedo sul letto...Roma mi guarda bellissima e piena di sole dalla finestra...mi sdraio senza forze e prendo in mano il cellulare. Ormai quando prendo in mano quel piccolo oggetto riesco solo ad andare nella galleria e guardare per ore le sue foto...le nostre foto...quasi non sembro io la ragazza che mi fissa sorridente dallo schermo del telefono. Come la mia vita sia precipitata nel giro di due giorni resta una di quelle cose che non capirò mai...so solo che probabilmente è colpa mia. Sicuramente ho sbagliato qualcosa, sicuramente Stephan ha sentito il bisogno ed il desiderio di andare con un'altra perché io non gli ho dato tutto quello di cui lui aveva bisogno...sicuramente sono io quella sbagliata...ma la colpa più grande che mi attribuisco è di averci creduto, di aver creduto per tre mesi di poter meritare l'amore di un ragazzo come Stephan...alla fine lui ha scelto un'altra, una ragazza più bella, più simpatica,  più brava a letto ma soprattutto più sicura di sé. Senza che possa fermare le mie dita che corrono veloci sulla tastiera compongo il suo numero...lui sarà a Trigoria probabilmente dato che so che la squadra aveva allenamento mattutino quel giorno "Chiara...hey..." anche solo sentire la sua voce mi fa scendere un brivido lungo la schiena. Non lo sento né vedo da quel giorno maledetto...da quando gli ho urlato 'Vattene' dopo aver ascoltato parte della sua conversazione telefonica con Noemi...da quel momento non ho più voluto vederlo né sentirlo, rimandando al mittente tutte le sue richieste di vedermi. In fondo è stato lui a scrivermi che è finita fra di noi, che gli diapiaceva e che non avrebbe mai voluto che finisse in quel modo...la parola chiave è solo una "finita"...è finita e devo prenderne atto "Stephan..."
"Hey piccola...cosa c'è?" lui sembra felice di sentirmi e quel 'piccola' mi fa tornare indietro di settimane, quando eravamo ancora qualcosa, quando eravamo tutto "Puoi venire qui?"
"Adesso?" magari lui ha da fare, magari è a pranzo con Noemi...magari lei dorme a casa nostra, anzi a casa sua...non c'è più nulla di nostro...non ho più neanche una casa, non so neanche più dove andare "Se hai da fare fa niente...solo che ho bisogno di dirti delle cose e ho pensato che...scusa, sono stata stupida, hai sicuramente da fare"
"No Chiara...no, vengo appena finiamo di pranzare ok?" sorrido perché pensavo che la sua voce fosse cambiata, invece è sempre la stessa...chissà se quando sono a letto lui e Noemi parlano di tutto e di niente come facevamo noi, chissà se lui le parla all'orecchio come faceva con me, chissà se lei lo sta ad ascoltare per ore come facevo io "Ok...a dopo" chiudo la chiamata prima di dire qualcosa di stupido tipo che lo amo...so che dovrei odiarlo, e a volte ci provo veramente..a volte penso anche di esserci riuscita ma poi ripenso ad una qualsiasi delle sue mille caratteristiche e finisco per ricordare solo quanto lo ami...poso il cellulare sul comodino e fisso il soffitto. Ripenso ai suoi occhi, a come mi guardava, a quanto mi sentissi amata e desiderata sotto al suo sguardo. Ripenso al suo sorriso, a quanto mi scaldasse il cuore, a quanto tutto il mio mondo sembrasse più luminoso e più bello solo con lui accanto...ripenso ai suoi abbracci, a quanto solo in quel luogo mi sentissi protetta e coccolata..ripenso alla Fontana di Trevi, a quando mi ha baciata la prima volta, a quando mi sono svegliata per la prima volta nel letto che poi sarebbe diventato nostro...ripenso alle colazioni assieme, ai pranzi, alle cene..alle serate passate a guardare la televisione, a quando poi mi addormentavo o lui si addormentava e alla fine io spegnevo lo schermo e rimanevo a guardarlo. Mi manca guardarlo dormire...mi manca tremendamente abbracciarlo, posare la testa sulla sua spalla e sentirmi in pace...so che dovrei odiarlo ma non ce la faccio...piuttosto odio me stessa ma lui proprio non ce la faccio...so che mi ha tradita, che ha infranto nel giro di 24 ore tutte le promesse che mi ha fatto ma non ce la faccio ad odiarlo. Il mio amore per lui è così totale e totalizzante che supera anche la delusione e la sofferenza...ma so anche che io e lui non potremo mai più stare assieme....non mi fido più di lui, come non mi fiderò mai più di nessun altro ragazzo..anche perché nessuno prenderà il suo posto nella mia vita e nel mio cuore...lui avrà sempre pieno controllo su di me e sulla mia vita, sarà sempre il mio grande e bellissimo amore...ma quello che gli devo dire quel giorno è che lo lascio andare, che lascio andare il nostro sogno di una vita tutta da passare assieme, che rinuncio a noi due...che rinuncio ad essere felice...non ho la forza di lottare, non ho la forza di lottare contro tutte le Noemi del mondo..ci ho provato, ci ho provato per tre mesi...ho lottato contro Susanna, contro Greta, contro la sua ex ragazza, ma non ho mai combattuto realmente contro l'unica persona che non potrò mai battere...me stessa...il mio più grande nemico sono io stessa. Stephan mi ha aiutata, mi ha resa una Chiara diversa ma sotto sotto le mie mille paure ed insicurezze sono rimaste e alla fine mi hanno inghiottita. Il mondo attorno a Stephan mi ha sopraffatta, mi ha sconfitta...non sarò mai la ragazza adatta a lui...lo amo ma non amo abbastanza me stessa, anzi...pensavo di aver perdonato la Chiara bambina che ha perso i suoi genitori, ma la realtà è che io non riuscirò mai a perdonarmi totalmente...mi odio ancora, mi odio ogni giorno di più..so che è stato lui a sbagliare ma la prima a sbagliare sono stata io..se non avessi mai composto il suo numero quella sera mentre stavo alla Fontana nulla di quello che è successo sarebbe accaduto..io avrei continuato ad essere Chiara, la ragazza piena di paure che scivola sulla vita senza mai realmente viverla, o forse sarei morta quella sera e avrei tolto il disturbo..lui avrebbe continuato ad essere Stephan, e alla fine avrebbe trovato la ragazza che lo avrebbe reso veramente felice...non ci sarebbero stati Chiara e Stephan o Stephan e Chiara, non ci sarebbe stato nulla di quello che invece noi abbiamo vissuto in tre mesi e poco più...lui è troppo per me anzi per meglio dire io sono veramente poco per lui....

VOLEVO SOLO SCOMPARIRE IN UN TUO ABBRACCIODove le storie prendono vita. Scoprilo ora