46. SIAMO IL PRESENTE...ED IL FUTURO

806 29 0
                                    

Ho le mani appoggiate alla balaustra della Tribuna d'Onore dello Stadio Olimpico e fisso il campo di gioco che pian piano si sta svuotando di tutti i giocatori e anche degli addetti che garantiscono il regolare svolgimento della partita. Anche gli spalti attorno a me si stanno svuotando lentamente "Chiara...vieni giù?"
"Arrivo...inizia ad andare" Veronica mi dà un veloce bacio sulla guancia e poi si allontana. Anche se ci conosciamo relativamente da poco tempo è una delle pochissime amiche che ho e per fortuna ha imparato che quando ho bisogno di un momento per stare da sola è meglio concedermelo senza insistere troppo perché sarei capace di mandare a quel paese chiunque "Signora...tutto bene?" uno steward mi si avvicina ed io annuisco "Si, posso rimanere un attimo qui?" lui mi dice che non c'è assolutamente problema e poi fa per allontanarsi ma io lo blocco "Senta può farmi un favore? Può chiedere a mio marito di raggiungermi qua quando è pronto?" lui mi fissa incapace di dirmi se può assolvere a questa mia strana richiesta o meno così parla brevemente in un auricolare quasi invisibile prima di dirmi che non ci sono problemi e che dirà a Stephan di raggiungermi in tribuna appena avrà finito. Non so quale possa essere il suo umore sinceramente...ho smesso di cercare di indovinare in anticipo come possa stare e soprattutto come potrebbe comportarsi perché lui mi stupisce sempre immancabilmente..credo che abbiamo fatto passi da gigante rispetto a quando ha fatto quella scenata con Ginevra ma ho sempre paura di quello che potrebbe succedere. Quando mi squilla il cellulare penso sia lui che mi chiede che cavolo succede e perché mi debba raggiungere in tribuna, invece è Jessica "Ciao Chiara...tu e Stephan siete sempre dell'idea di raggiungere me e gli altri per festeggiare per la terza volta il mio compleanno?"
"Sinceramente non lo so...posso scivertelo dopo?"
"Certo...volevo solo avvisarti che nello stesso locale dove siamo appena arrivati noi c'è anche la sua ex ragazza...giusto per dirtelo, ovviamente capirei benissimo se tu volessi non venire, soprattutto dopo quello che è successo a Milano"
"Ti faccio sapere Je..." parliamo ancora brevemente, perché lei deve praticamente urlare per sovrastare il rumore del locale. Quando faccio scorrere il dito sul pulsante rosso per chiudere la chiamata sbuffo...di bene in meglio. Grazie ad Instagram avevo già intuito che lei e qualche sua amica stavano venendo a Roma ma ritrovarmela nello stesso locale in cui dovremmo andare anche noi è proprio sfiga. Ovviamente la mia prima reazione sarebbe quella di dire a Jessica che mi dispiace ma che non me la sento di andare a festeggiare il suo compleanno...oltretutto come ha detto lei sarebbe il terzo momento in cui lei festeggerebbe con gli amici e già il martedì prima io e Stephan siamo stati a quello che lei ha ribattezzato il suo compleanno numero uno...capirebbe assolutamente, dato che quello sarebbe solo un altro momento con gli amici...ne vivremmo altri sicuramente e so che Jessica non se la prenderebbe ma...c'è un grosso ma...ho affrontato ogni mia paura nel corso di quei due mesi e mezzo. Sono andata in treno, in aereo, ho sconfitto la mia paura cronica del mare, della pioggia, dei temporali. L'unica cosa che non ho ancora affrontato è il suo passato...ho messo al suo posto Susanna, e dopo quello che le ho detto mi sono sentita enormemente meglio. Ora sarebbe ora di affrontare la mia nemesi assoluta...colei che rappresenterà sempre tutto quello che lui si è lasciato dietro a Milano...la prima volta che l'ho vista sono scappata, vendendo un lato di lui che non mi è piaciuto per niente. Da allora ne abbiamo fatta di strada e credo sia arrivato il momento di guardare in faccia la mia paura più grande "Hey...che ci fai qua nello stadio vuoto?" la sua voce mi riscuote e mi giro sorridendogli. Non è stata la sua partita migliore, non ho visto lo Stephan solito e non so come lui si comporterà con me ed in generale con il resto del mondo. In quei frangenti so che il suo primo pensiero sarebbe di isolarsi..l'ho sempre fatto anche io ma da quando siamo assieme e abbiamo capito che quello che c'è fra noi va molto oltre un semplice amore ed una semplice attrazione penso che entrambi abbiamo capito che è assolutamente inutile scappare "Ti stavo aspettando" lui non ha un espressione felicissima. So che nonostante la vittoria della Roma c'è qualcosa che lo tormenta. La sua prestazione non è stata positiva al 100% e so che lui non ne è assolutamente soddisfatto. Se si somma a questo l'atmosfera generale dopo quello che è successo solo 5 giorni prima ne viene fuori un quadro non idilliaco "Possiamo uscire da sto stadio per favore?"
"Assolutamente si...ma fra poco...vieni qua" lui si avvicina riluttante. Poggio le mani alla balaustra, e gli faccio cenno di abbracciarmi da dietro. È la prima volta che stiamo assieme in tribuna, o in generale è la prima volta che viviamo lo stare allo stadio in quel modo. Di solito io sono seduta lì, in ansia perché lui sta giocando, e lui è più giù,  con un pallone fra i piedi e l'espressione concentrata "Che è successo oggi?"
"Mi stai chiedendo perché ho giocato di merda?"
"Ti sto chiedendo perché sembrava che tu avessi paura in campo" alza le spalle ma io non mollo la presa perché lui non l'ha mai fatto con me e certo non merita che io lo faccia con lui "Ti ho delusa vero?" mi viene da ridere e mi giro fra le sue braccia piantando gli occhi nei suoi "Scusa? L'unica cosa che sai chiedermi è se hai deluso me? Ma sei serio?"
"Si che sono serio...odio deludere le persone che vengono apposta a vedermi allo stadio. Odio che magari tu ti aspetti di vedermi segnare perché almeno ti dedicherò il gol ed invece..."
"Hai infilato in una sola frase così tante stronzate che non so da dove cominciare..prima di tutto non sono obbligata a venirti a vedere allo stadio. Se ci vengo è perché mi fa piacere venirci...e non mi aspetto affatto che tu segni di modo che tu mi dedichi il gol...ti ricordo che fino a due mesi prima non avevo mai messo piede in uno stadio e ti assicuro che la mia massima aspirazione non è certo che tu mi dedichi un gol ma è soltanto quella di vederti felice. Se poi tu vuoi dedicarmi anche un tuo gol o in generale una tua prestazione positiva non posso che esserne felice ma non è questa la cosa più importante" ovviamente vorrei sempre che lui segnasse ma non per dedicarmi il gol come successo a Milano con l'Inter ma semplicemente perché so che lui vive per quello "Ho giocato da schifo"
"Mi spieghi cosa succede? Perché sembrava che in campo tu non fossi affatto concentrato? È in qualche modo colpa mia?" lui scuote la testa "No...non pensarlo neanche...tu non c'entri nulla, anzi sono stra felice che tu sia qui a vedermi. È esattamente quello che volevo, avere una persona che mi guardasse giocare e che potessi vedere in tribuna in qualunque momento alzando gli occhi" Stephan si sposta e va a sedersi su uno dei seggiolini. È strano averlo lì, è strano essere lì in uno stadio vuoto assieme a lui "E allora qual'è il problema?" mi accovaccio davanti a lui e gli poso le mani sulle ginocchia "Alzati che altrimenti ti fai male"
"Smettila di pensare a me e rispondi alla domanda...qual'è il problema?"
"Ora che ho tutto quello che voglio ho paura di perderlo e soprattutto ho paura di rovinare tutto" scuoto la testa e gli poso un dito sotto al mento di modo che lui alzi il viso e mi guardi. È incazzato nero, si vede dalla sua espressione ma soprattutto è deluso e impaurito "Poi?" so che c'è altro e che se non lo tirerà fuori diventerà qualcosa di sempre più grande e oscuro che lo corroderà da dentro "Se non faccio bene quello che faccio da quando sono nato praticamente che cazzo faccio? So fare il calciatore e basta e se non sono più capace neanche di fare questo..." eccoci arrivati al punto "Pensi di essere solo un calciatore? Ti sottovaluti leggermente Stephan..non sei e non sarai mai solo quello te l'assicuro. E non te lo dico semplicemente perché sono tua moglie ma perché oggettivamente sei mille altre cose oltre ad essere un ragazzo che corre dietro ad un pallone. È un momento...cazzo ne hai superati mille di momenti 'no'...vuoi abbatterti ora?"
"Nessuno si ricorderà di me quando lascerò tutto questo"
"Scusa? Ma sei completamente scemo?" lui sfugge al mio sguardo ma io non posso permettergli neanche per un secondo di pensare una stronzata del genere "Ora vieni con me" lo prendo per mano e lo alzo a forza dal seggiolino in cui si è stravaccato. Ho provato a fare la dolce e la comprensiva ma evidentemente quella versione non va bene..ora ci vuole qualcosa di notevolmente più drastico. Lui tenta di chiedermi dove stia andando ma io scuoto la testa. Incrociamo il capo degli steward che sta parlando per mia fortuna con uno degli addetti della squadra. Dico a Stephan di aspettarmi e vado a parlare con loro due. Dopo numerose insistenze acconsentono a quello che chiedo loro "Grazie..." congiungo le mani e faccio un mezzo inchino poi torno da lui "Mi spieghi che cazzo succede?"
"Zitto...per una volta stai zitto e guarda quello che una pazza scatenata che sarei io ovviamente ti prepara a tempo record" intreccio la mia mano alla sua e percorro numerosi corridoi "Questa è la scaletta che porta al campo"
"Siamo sulla strada giusta allora...meno male perché pensavo di aver svoltato nella direzione sbagliata cinque minuti fa" percorriamo le scale e ci ritroviamo in campo. Vedere l'Olimpico da lì, da quella prospettiva che di solito è riservata ai calciatori è strano. Lo stadio sembra enorme e per un attimo mi sale in panico. Ma quello avrebbe sommerso la vecchia Chiara...quella nuova prende un bel respiro e sorride ai due ragazzi che stanno mettendo a posto i palloni "Posso rubarvene uno?" loro me ne lanciano uno senza fiatare. La mia piccola pazzia probabilmente sta già facendo il giro dello Stadio ma non me ne frega nulla. Se vogliono poi pulirò ogni singola cartaccia lasciata sugli spalti "Chiara dai..ho già passato su sto campo due ore...vorrei andare a casa adesso..."
"No, adesso stai qua con me...che poi dobbiamo andare da Jessica e Matteo" lui mi fissa aprendo la bocca ma io lo precedo tappandogliela con la mia "Lo so chi c'è nello stesso locale..ma non me ne frega un cazzo...stiamo poco poco...lo so che devi allenarti domattina.  Prometto che per le due massimo sei a letto, sotto le coperte...domattina alle nove ti sveglio io con la colazione già pronta..."
"Chiara...non andrà a finire bene lo sai"
"Hai paura che la sbatta nel Tevere? Il locale dove andremo non è vicino all'acqua tranquillo..." almeno gli strappo una risata che per me in quel momento è già moltissimo. Gli prendo la mano e lo trascino fino ad una delle due porte, quella dove la Roma quella sera ha segnato tutti e tre i gol nella ripresa. Mi siedo per terra e poso il pallone vicino a me poi gli faccio cenno di mettersi accanto "Cosa ci facciamo qua?" non gli rispondo subito ma prendo il mio cellulare e vado su YouTube "Guarda" lui sbuffa ma sotto sotto vedo che sorride. Se fare queste pazzie serve a farlo stare bene potrei pensare di farne una ogni giorno. Il video che lui sta vedendo è uno dei più belli che ho trovato on line. È un collage delle sue azioni migliori e dei suoi gol da quando è approdato alla Roma "Li ho già visti 3000 volte i gol, e me li ricordo tutti dato che li ho fatto io"
"Beh io ho imparato a conoscerti come calciatore solo da fine dicembre e quindi mi sono dovuta documentare...sei bravo sai?" lui ride "Grazie..." gli occhi gli brillano mentre guarda il video e vedo che si sta rilassando. Ad un certo punto allunga anche una mano e prende a giocherellare con la mia "Cosa vuoi dimostrare?"
"Che non hai tutto di un botto disimparato a giocare a calcio...non è successo quando stavi più in un letto d'ospedale che in campo e non succederà certo adesso te l'assicuro...ma sai cosa volevo mostrarti oltre a questo?" lui scuote la testa e mi restituisce il telefono "Che non sei solo un giocatore di calcio dannatamente bravo, che da quando ha esordito in Serie A ha fatto gol bellissimi ma sei anche molto altro Stephan" gli allungo di nuovo il telefono, aperto sulla cartella che ho ribattezzato 'La mia vita'. Sono almeno 600 sue foto e aumentano ogni giorno..sono foto che gli scatto io a casa o in giro, selfie che ci facciamo nei luoghi più disparati ma sono anche foto dei suoi allenamenti, delle sue partite, foto che trovo su Instagram di tifose e tifosi fuori da Trigoria, foto che tantissima gente pubblica con lui "Cosa vuoi dirmi? Si lo so di non essere solo un calciatore ma alla fine so fare quello principalmente" scuoto la testa "Ti ricordi dove siamo stati ieri?"
"Certo mica sono rincoglionito fino a quel punto Chiara" sorrido e gli do un pizzicotto sul fianco "A volte penso che tu sia proprio rincoglionito invece...quindi...comunque...pensi che tutte quelle persone fossero lì solo perché Davide era un giocatore di calcio? Ovviamente molti lo conoscevano solo come il capitano della Fiorentina ma lui non era mica solo quello...era un compagno, un padre, un figlio, un fratello, un amico...e tu lo sai bene..."
"So che il mondo del calcio è fatto di alti e bassi...e li accetto ma..." so cosa prova, o almeno posso immaginarlo. È frustrante non riuscire a dare il 100% in qualcosa che è la tua vita ma mi rifiuto di pensare che la gente possa vedere solo il lato pubblico di Stephan. Lui è tremila cose diverse, tutte sensazionali e non posso permettergli di pensare anche solo lontanamente di essere pressoché inutile "Hai vissuto sulla tua pelle quanto può essere crudele la gente...ma scommetto che ti sono già arrivati tantissimi messaggi di incoraggiamento dalle persone che ti vogliono bene e che ti sostengono a prescindere dal tuo voto in pagella"
"Può essere" lo spintono facendolo cadere all'indietro ma lui di vendica trascinandomi con sé "Cretino che sei...però ti ho fatto tornare il sorriso...insomma avresti mai detto che saresti stato abbracciato con la tua dolce mogliettina accanto alla porta dove stasera tre tuoi compagni hanno segnato dedicando i gol a Davide?" lui scuote la testa "Ora devi segnare anche tu però..." tento di alzarmi ma lui mi trattiene per i fianchi tenendomi appiccicata a lui "Come fai Chiara?" alzo le spalle "Se intendi come faccio a capire sempre quello di cui hai bisogno non lo so...vado ad istinto...cerco di pensare a quello che potrebbe far tornare il tuo bellissimo sorriso...e vado avanti su quella strada..non penso molto, anzi non penso affatto a volte. Perché per troppo tempo ho usato il cervello e adesso a volte non voglio neanche accenderlo...non mi serve...vado avanti con il cuore" Stephan avvicina il viso al mio e mi bacia "Ci mancava baciarci sul prato dell'Olimpico....ora prendi il pallone e vai a segnare"
"Tu cerca di contrastarmi però, altrimenti è troppo facile" lo guardo pensando che stia scherzando ma lui ha l'espressione seria "Cosa dovrei fare?"
"Contrastarmi...altrimenti non c'è gusto...cerca di togliermi il pallone" come sia finita ad improvvisare un uno contro uno in mezzo allo stadio resta una di quelle cose che non capirò mai. Insomma alla fine volevo solo aspettarlo in Tribuna invece siamo in campo, dove poco prima si è disputata una partita piena di emozioni diverse...sugli spalti tantissime persone che hanno applaudito per tre minuti buoni il video dedicato a Davide. So che Stephan è ancora scosso per quello che è successo ma devo fargli capire una cosa prima di iniziare quella specie di duello "Amore mio ascolta..." gli prendo il viso fra le mani e mi alzo in punta di piedi "...dimentica quello che è successo ultimamente...metti da parte tutto, tranne quello che ti ha fatto avvicinare al calcio...divertiti, ridi...vedrai che prima o poi gonfierai quella rete anche quando lo stadio sarà stracolmo...ed io sarò sempre lì" mi giro e gli indico il punto poco più in alto dove di solito sono seduta "Ti ho guardata spessissimo questa sera"
"Lo so...ed io ti guardavo sempre" lui posa il pallone fra di noi e poi mi fa cenno di iniziare...sto con un calciatore che penso tocchi un pallone almeno un centinaio di volte al giorno ma io non ho mai avuto a che fare in prima persona con quell'aggeggio. Poso un piede sulla sfera e poi la sposto a sinistra. Cerco di correre e contemporaneamente portare avanti il pallone ma lui ci mette tipo due secondi a portarmelo via. Sbuffo e lo rincorro...sono assolutamente scorretta perché tento di fermarlo prendendolo per la felpa ma lui ride e a me basta quello...mi piazzo davanti a lui e tento di fermarlo ma ovviamente non ci metto la determinazione necessaria perché lui fa una cosa che pare una giravolta e mi supera agilmente. Mi fermo con le mani sui fianchi, già stanca...Stephan è a tre metri dalla porta e si ferma...si gira verso di me e inizia a fare quelle magie che ho potuto guardare solo su YouTube fino a quel momento. È bellissimo vederlo tutto concentrato, con il sorriso sulle labbra...fa apparire facili delle cose che secondo me sono assolutamente impossibili da replicare...alla fine alza il pallone e poi lo calcia al volo, gonfiando la rete. Batto le mani correndogli incontro e gli salto in braccio "Lo so che preferiresti che fossero i tuoi compagni a correrti incontro e ad abbracciarti ma spero di andare bene comunque..." mi guarda male "Adoro quando i miei compagni vengono ad abbracciarmi e possiamo esultare assieme ma con loro questo non lo posso fare" cammina fino a quando la mia schiena cozza contro il palo e poi mi bacia "Ti amo..e grazie Chiara...di ogni singola parola e di ogni singolo gesto.." lo abbraccio e gli sussurro semplicemente "Ti amo anche io" poi guardo l'Olimpico vuoto e i fari che diminuiscono leggermente di potenza....ogni singola parola ed ogni singolo gesto mi escono dal cuore...del resto lui mi ha aiutata così tante volte che io cerco solo di ricambiare in minima parte quello che lui ha sempre fatto per me...

VOLEVO SOLO SCOMPARIRE IN UN TUO ABBRACCIODove le storie prendono vita. Scoprilo ora