36. LOTTA CON ME PER IL NOSTRO AMORE

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LUNEDÌ 12 FEBBRAIO 2018
Mi sveglio con un mal di testa allucinante, probabilmente conseguenza del fatto che ho dormito pochissimo e solo grazie ad una generosa dose di sonniferi. Quando guardo l'orologio vedo che sono già le 8 e mezza, strano che non senta suoni provenire dalla cucina. Stephan dovrebbe essersi già alzato, dato che ha l'allenamento alle 11 e che dovrebbe partire da casa non dopo le 9 e mezza. Mi alzo a fatica dal mio lettino singolo. Mi ha fatto uno stranissimo effetto dormire lì da sola, sapendo che Stephan era a poca distanza da me...mi manca in maniera assurda...sento come se in mezzo al petto mi si fosse formata una voragine che solo un suo abbraccio potrebbe colmare. Ma non posso certo passare sopra a quello che ha fatto, anche se so che sarà difficilissimo guardarlo e non avere l'irrefrenabile impulso di spalancare le braccia per farmi stringere. Esco dalla camera e non sento alcun rumore. Possibile che Stephan si sia già alzato e sia già uscito senza che io sentissi nulla? Cammino fino al salotto e il cuore mi si stringe in una morsa. Lui dorme sul divano, rannicchiato su un fianco. Ha un espressione tormentata, come se anche nel sonno stesse sognando qualcosa di brutto. Mi perdo a fissarlo due minuti poi vado in cucina a preparargli la colazione. Cappuccio e due fette di pane con la sua marmellata preferita....nonostante sia arrabbiata con lui non riesco a frenare il desiderio di prendermi cura di Stephan. Metto tutto sul vassoio e glielo appoggio sul tavolino accanto al divano "Stephan..." lo scuoto leggermente e lui spalanca subito gli occhi. Si mette a sedere di scatto "Chiara"
"È tardi...devi andare a Trigoria"
"Non vado ad allenarmi..." si ributta sdraiato e si posa un braccio sugli occhi "Non fare il bambino...dai che ti accompagno io e poi ti vengo a riprendere. Nelle tue condizioni rischieresti di schiantarti contro un palo e per quanto sia ancora arrabbiata con te non intendo perderti a breve...ora mangia che intanto io ti preparo il borsone. Fra 50 minuti dobbiamo uscire"
"Perché lo fai Chiara?"
"Perché faccio cosa?" vado verso la cucina e mi faccio un caffè poi prendo al volo una brioches confezionata e la mangio in piedi mentre lo fisso mettersi seduto e cominciare a mangiare il pane "Perché ti prendi cura di me anche se..." fa un gesto con la mano e capisco che vuole dire una roba tipo '..anche se ho fatto lo stronzo e tu hai tolto la fede'...alzo le spalle "Perché nonostante tutto ti amo e soprattutto non voglio che la tua carriera risenta di quello che sta succedendo. Vai ad allenarti e poi ti vengo a prendere verso le due ok? Poi veniamo a casa e ti riposi...e non ammetto discussioni. Quelle occhiaie devono sparire" mi allontano e vado in camera per non commettere l'enorme cazzata di stampargli un bacio in fronte e poi passargli la mano fra i capelli. È stranissimo non cercare sempre il contatto fisico con lui, per noi che fatichiamo a non toccarci ogni tre secondi...gli preparo il borsone e poi prendo dalla cabina armadio un paio di jeans ed una maglia a maniche lunghe da mettermi per accompagnarlo a Trigoria. Quando vado nel bagno che si trova nella nostra camera da letto e mi guardo allo specchio mi spavento da sola...ho le occhiaie marcatissime e i capelli che sparano in tutte le direzioni. Me li annodo in una treccia laterale e poi mi cambio. Impreco quando i jeans che ho preso non mi si allacciano...mi sale il magone ed è così che lui mi trova quando spalanca la porta del bagno "Amore...che succede?" sentire lui che mi chiama così mi fa piangere ancora di più "I jeans...non mi si allacciano e..." non riesco a parlare e mi lascio scivolare a terra coprendomi il volto con le mani "Saranno di quando avevi 15 anni questi jeans...cavolo ci sono almeno 20 paia di jeans che ti ho comprato e che ti vanno bene..."
"Sono ingrassata..." lo dico piagnucolando come una bambina che fa i capricci e lui sorridendo si accovaccia davanti a me "...te ne prendo un altro paio va bene?" annuisco e lascio che lui prenda i pantaloni dalle mie mani e li porti in camera. Poco dopo torna con un altro paio di jeans, uno di quelli che mi ha comprato lui e me li allunga "Questi andranno bene...mi vado a cambiare nell'altro bagno"
"Stai qua tanto io metto i jeans e la maglia e sono pronta..." sono in quel momento mi accorgo di essere in completo intimo nero ed arrossisco. Mi alzo e mi infilo velocemente quello che devo mettermi, tenendo gli occhi bassi. Quando sono pronta faccio per uscire ma lui mi blocca per un polso "Non sei ingrassata...butta via per favore le cose che mettevi quando stavi a malapena in piedi e cerca di mangiare qualcosina per piacere..e non piangere..." mi mette una mano sulla guancia e mi asciuga le lacrime con il pollice. Sento quel contatto in tutto il corpo, sento come se mille scariche elettriche mi dessero letteralmente la scossa...dovrei spostarmi invece ruoto il viso e chiudo gli occhi. Cavolo quanto mi è mancata la sensazione delle sue dita sul mio viso "Vestiti che poi dobbiamo andare..." riapro gli occhi e lui mi sorride debolmente prima di fare un passo indietro "Cinque minuti e arrivo" annuisco e poi esco dal bagno socchiudendo la porta. Non so perché ma rimango poco fuori e lo fisso dal piccolo spiraglio lasciato aperto. Vedo Stephan appoggiarsi al ripiano del lavandino e alzare lo sguardo verso lo specchio. Mi fa una tenerezza assurda, con quegli occhi stanchi e ancora pieni di lacrime. Non so come farà ad allenarsi quel giorno..quando sto per allontanarmi si toglie la maglia e poi i pantaloni della tuta...rimane in boxer e mi da lo spettacolo unico del suo fisico scolpito. Sono innamorata persa di quel ragazzo, anche se ho visto un lato del suo carattere che odio e che spero ovviamente di non vedere più. Stephan è stato meschino e cattivo ma non sono assolutamente pronta a rinunciare a lui..non sono pronta a vivere la mia vita lontana da lui e so che anche Stephan è legato a doppio filo a me, nonostante le parole piene di veleno che mi ha rivolto. Indietreggio e poi vado a recuperare gli oggetti che mi sono tolta la sera prima e che ho lasciato sul tavolo della camera dove ho dormito. Me li rimetto...ho detto a Stephan che li toglievo perché non aveva più senso tenerli, ma la verità è che il senso è molto semplice...appartengo a lui e non sono nulla separata da lui...

VOLEVO SOLO SCOMPARIRE IN UN TUO ABBRACCIODove le storie prendono vita. Scoprilo ora