43. HAI IL MIO CUORE

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"Pensavo che ogni saresti stato incazzato nero...e magari ti sarebbe servita una chiacchierata con qualcuno..." guardo Susanna che per poco non è finita sotto le ruote della mia auto nel parcheggio poco distante da Trigoria. Sono riuscito a frenare all'ultimo anche se quasi quasi quando l'ho vista ho avuto la mezza idea di accelerare e tirarla sotto ma so che non sarebbe servito a nulla "Quel qualcuno non saresti stata sicuramente tu peraltro...ora ti sposti?"
"Mi dai un passaggio? Almeno fino alla metro"
"No...chiama un taxi..oppure aspetta l'autobus, anche se dubito che con questa nevicata passerà, almeno a breve..come sei arrivata qua scusa?"
"Mi ha dato un passaggio una mia amica"
"Ed ora richiamala e fatti venire a prendere...io ho da fare sinceramente" lei ride, una risata falsa e finta che mi fa venire i brividi...eppure nelle due pochissime volte che siamo stati assieme l'ho anche ascoltata quella risata, e non mi ha fatto lo stesso effetto che mi fa adesso "E cosa avresti da fare?"
"Chiara mi aspetta...dobbiamo andare al parco" lei scoppia a ridere "Al parco..è una bambina di 3 anni per caso che ha bisogno di giocare sotto la neve?" ripenso a quello che è successo fra me e mia moglie quella mattina...potrei dirlo a Susanna, farle capire che esiste molto altro in un rapporto oltre a quello che succede in camera da letto..potrei dirle che starei ore ed ore a giocare sotto la neve assieme e lei, soltanto per risentire la sua risata..potrei dirle che Chiara è mille volte meglio di lei, sia come amante sia come altre mille cose di cui lei non sa assolutamente nulla...ma alla fine la ragazza che mi fissa aspettando che le risponda non la merita quella risposta. Quelle come lei non capiranno mai quello che ti può dare una ragazza come Chiara...non sarà la persona più sicura sulla faccia della terra ma non ha paura di mostrare le sue fragilità, non ha paura di scoppiare a piangere di botto, non ha paura di svegliarti nel cuore della notte per dirti che nevica "Giocare sotto la neve poi può portare a molto altro..." con quella battuta la lascio immobile sotto la leggera nevicata che imbianca ancora la capitale. Tutti si sono meravigliati del mio atteggiamento post panchina contro il Milan...ovviamente ci sono rimasto male ma sono stufo di continuare a pensare sempre alle stesse cose. Fino a quando non avevo nessuno ad aspettarmi a casa era fin troppo facile continuare a rimuginare sopra alle stesse identiche cose per giorni e giorni. Adesso che c'è Chiara ad aspettarmi non voglio assillarla con i miei musi lunghi. Ho bisogno di pensare ad altro e quella nevicata mi sta dando materiale a sufficienza per sgombrare la mente. Per una frazione di secondo mi pento di aver mollato Susanna sotto la neve ma poi penso che sicuramente troverà un modo e ovviamente un ragazzo che la porti verso casa. Decido di chiamare Chiara per capire cosa sta facendo "Amore mio...hai finito? Sei per strada? Sei troppo stanco per andare al parco? Dimmelo che rimaniamo a casa se vuoi eh" amo quando mi risponde al telefono iniziando a parlare a raffica "Sono per strada e no, non sono stanco...ci vediamo direttamente al parco? Parcheggio la macchina e ti raggiungo"
"Ok, probabilmente sarò in mezzo ai bambini che fanno il pupazzo di neve...anche per l'altezza mi confonderò a meraviglia fra di loro"
"Che scema che sei...allora ti cerco fra i bambini...a dopo amore mio"
"Ti aspetto....tutto bene agli allenamenti?"
"Si, tutto ok...Chiara mentre vai al parco cerca di non cascare per favore ok?" la sento sbuffare ma poi mi rassicura, starà attenta. Decido che le dirò dopo di Susanna, voglio essere il più possibile sincero con lei ma è inutile che glielo dica per telefono. Dato la neve scesa a Roma, che è pressoché andata in tilt, ci metto in triplo del tempo a tornare a casa. Quando parcheggio sono già le cinque e mezza passate. Chiara quella mattina mi ha costretto a mettere il giubbotto pesante, quello che odio, e anche i guanti. Per fortuna ha capito che il cappello non fa per me ma mi tiro su il cappuccio, perché sono sicuro che mi cazzierebbe a dovere se mi vedesse senza nulla in testa. Cammino verso il parco, ovviamente con le scarpe da ginnastica non è il massimo ma Chiara non è riuscita a convincermi a mettermi gli stivaletti pesanti che avevo comprato per andare a Livigno, già tanto che li ho messi quando siamo stati lì. Il parco è strapieno anche se molti bambini sono già andati a casa, dato che sta già diventando buio. Individuo subito Chiara...è facile per me inquadrarla all'istante, anche perché è effettivamente l'unica ragazza che gioca con bambini di età fra i quattro ed i dieci anni. Sta aiutando una bimba a fare un pupazzo...la sua risata mi arriva fino lì...lei si che indossa gli stivali pesanti, e anche il giubbotto che le avevo comprato per andare in montagna. Ha un cappello di lana con il pon pon calato in testa ma i capelli che le spuntano fuori sono pressoché coperti di fiocchi bianchi. Si distingue da tutte le altre persone, o forse sono io che ho un radar particolare che la riguarda. È diversissima dalla ragazza che ho incontrato due mesi prima...non sembra neanche la stessa. Non è solamente la risata, è anche la luce particolare che ha negli occhi, sono i gesti che fa. Prima sembrava aver paura di ogni cosa, ora si butta in qualsiasi cosa le proponga...la ragazza che doveva aver tutto sotto controllo non avrebbe mai permesso a qualcuno di fare il casino che abbiamo combinato a casa quella mattina. Invece la ragazza che ho davanti adesso mi ha donato qualcosa che non avrei mai creduto possibile...mi ha dato la possibilità di sconvolgerle la vita, non capendo che è stata lei per prima a ribaltare la mia, di vita. Come se avesse sentito i miei occhi su di lei, Chiara si gira e sorride. Muove la mano per salutarmi, poi fa cenno alla bambina accanto a lei di aspettare un attimo. Rido quando la vedo correre verso di me e mi preparo a prenderla in braccio. So che ama corrermi incontro e so che ama che io la prenda in braccio al volo "Amore" mi prende il viso fra le mani e mi bacia sulle labbra "Sei fra i bambini veramente"
"Ovvio...non c'è gusto a vedere la neve da lontano...bisogna fare un pupazzo e tu adesso aiuterai me e Camilla"
"Camilla..." Chiara annuisce e poi indica la bambina che la sta aspettando "Si...Camilla...è una mia nuova amica" quasi quasi scoppio a ridere perché mia moglie, una ragazza di 22 anni, incinta del nostro primo figlio o prima figlia, mi ha appena detto che ha fatto amicizia con una bambina che avrà si e no 8 anni "E dov'è la mamma di Camilla?"
"Non c'è...là c'è la babysitter" mi indica una ragazza che avrà più o meno 18 anni impegnata a messaggiare al telefono...devo dire che il suo lavoro da babysitter lo sta svolgendo alla grande "Camilla mi ha raccontato che è sempre con lei perché i suoi lavorano molto..stava tutta sola vicino alla ragazza che la cura e non giocava con gli altri. Mi ha detto che non ha molti amici e quindi ho deciso di aiutarla a fare questo pupazzo di neve...dovrà essere il più bello di tutti...ci dai una mano anche tu?" se me lo chiede con quegli occhioni spalancati le costruirei anche un castello fatto di neve, se solo sapessi come fare "Certo...e poi sai cosa facciamo? Portiamo Camilla e la babysitter ovviamente a prendere la cioccolata calda al bar qui vicino...poi più tardi torniamo qui e andiamo sull'altalena, quando i bambini sono già andati a casa a mangiare e quindi le altalene saranno tutte per noi" lei batte le mani emozionata e mi bacia a stampo "Te l'ho mai detto che ti amo?"
"Qualche volta...ma tu ridimmelo che va sempre bene"
"Ti amo" le scuoto leggermente i capelli pieni di neve poi le metto le mani sulle guance rosse "Anche io..ora andiamo a rendere questo pupazzo il più bello che ci sia" seguo Chiara che mi porta davanti a Camilla. Decido di tenermi su il cappuccio del giubbotto altrimenti tutti i bambini nel raggio di un chilometro verrebbero a reclamare una foto o un autografo. Quel pomeriggio invece dedico la mia attenzione solo a Chiara e a Camilla e al pupazzo di neve che pian piano prende forma davanti a noi. Non so se diventa il più bello di tutti quelli che i gruppi di bambini costruiscono in quel parco quel giorno ma almeno è quello che rende felice Camilla e logicamente anche Chiara. Loro si coalizzano per lanciarmi le palle di neve ed io le lascio fare..non posso mica ingaggiare una battaglia con una bambina di 8 anni ed una leggermente cresciuta di 22 anni. Camilla ribattezza il pupazzo Olaf come quello di Frozen e dopo un momento di timidezza iniziale alla fine dell'ora che passiamo a costruire il pupazzo ha deciso che il suo posto preferito è in braccio a me anche se riesco a tenerla solo per pochi minuti perché ha pur sempre 8 anni.
Io e Chiara riusciamo anche a convincere la babysitter che la cioccolata calda alle sette di sera quasi non farà di certo male alla bambina. Ci sediamo ad uno dei tavolini all'aperto del bar interno al parco e mentre la ragazza continua a messaggiare senza degnare di un'occhiata Camilla noi due stiamo a sentire i racconti di quella che sembra più una quindicenne che una bambina di 8 anni. Ci spiega che non vede quasi mai i suoi genitori e mi sembra che Chiara si identifichi molto in quella bambina anche se alla sua età lei aveva ancora i genitori. Forse sta solo ripensando a quanto si è sentita sola quando i suoi sono morti....mi fa una tenerezza assurda vederla che interagisce con Camilla...a volte si capiscono solo con uno sguardo e mi piacerebbe vedere la stessa espressione in futuro...se ho sempre pensato che avrei voluto un figlio maschio adesso mi sto ricredendo. Camilla è esattamente la figlia femmina che vorrei avere...magari potremmo fare prima la femmina e poi il maschio o viceversa...in realtà credo che tre sarebbe il numero perfetto "A che pensi amore?"
"Al fatto che non vedo l'ora di vederti con nostro figlio o nostra figlia...sarai una mamma perfetta" lei mi sorride poi finisce di bere la cioccolata. Poco dopo Camilla del tornare a casa ma Chiara, senza che la babysitter se ne accorga, le fa scivolare in tasca un bigliettino con il suo numero di telefono e la promessa di rivedersi. Non so se questo avverrà o meno ma quel "ci vediamo presto" fa bene ad entrambe. Camilla saluta con un lungo abbraccio sia me che a Chiara ovviamente e poi si allontana "Andiamo sulle altalene? Ora non ci dovrebbe essere quasi nessuno" lei annuisce e poi finisce anche la mia cioccolata con la scusa che quella incinta è lei, e su quello non posso certo obiettare nulla "Ho visto Susanna oggi" lei non dice nulla...mi stringe solo un pochino di più le dita della mano intrecciata alla sua "Lo so...ha avuto la brillante idea di mandarmi un direct tramite il profilo di una sua amica..."
"Ti scoccia?" lei alza le spalle "Ovvio...ma mi fido di te e quindi sapevo che me ne avresti parlato...ho imparato a non saltare a conclusioni affrettate. Ti ricordi cosa è successo la prima volta in cui Susanna mi ha detto qualcosa? Era dopo Natale e lei mi ha detto che eravate stati assieme la sera in cui eravamo usciti a cena"
"Il giorno in cui ci siamo conosciuti" eccome se me lo ricordo. Chiara è scappata dalla casa di Savona...il nostro primo vero litigio, da cui era venuta fuori la decisione di prenderci una pausa appena tornati a Roma...pausa durata poche ore "Da quel momento ho imparato che spesso le persone sono cattive...Susanna, la tua ex ragazza...hanno tutte cercato di colpirmi nel mio punto debole...tu...tutte hanno cercato di mettere in dubbio il nostro rapporto, hanno pensato di poterci dividere giocando sul fatto che io sono insicura ...ma sai cosa ho imparato? Che io non sono più insicura e debole come un tempo..si, mi sentirò sempre e comunque inferiore a loro per qualcosa, non avrò mai il loro modo di fare...ma di questo sono solo contenta Stephan. Ho imparato che ognuno ha le proprie sicurezze e insicurezze, che derivano da tutto quello che di bello e di brutto ci è successo nella vita. E detto sinceramente l'unica cosa bella che mi sia mai successa sei tu"
"Non è vero Chiara..." lei scuote la testa e poi arriva alle altalene. Effettivamente non c'è più nessuno al parco, fa anche abbastanza freddo e gli unici due pazzi che sono ancora lì fuori siamo noi due "Invece si...ti ricordi quando ci siamo conosciuti? Ti ho detto che il mio cuore era malandato, ma alla fine quello che avrei voluto dirti era che un cuore non pensavo neanche più di averlo..pensavo che mai avrei potuto donare il mio cuore a qualcuno perché fondamentalmente non pensavo di averlo un cuore...pensavo che i miei se le fossero portato via con la loro morte...non riuscivo ad affezionarmi a nulla, non mi emozionavo per nulla...ero apatica...mia zia pensava che fossi pazza, pensava che alla fine sarei riuscita nel mio intento di togliermi la vita...e cazzo non sai quante volte ci ho pensato" rabbrividisco alle sue parole. Se solo lei fosse riuscita nel suo intento anche solo una delle volte in cui ci ha provato io non l'avrei mai conosciuta ed ora non sarei felice come effettivamente sono assieme a lei "Chiara..." mi passo le mani sul viso mentre la guardo sedersi su una delle due altalene. Io mi accomodo sull'altra ma allungo una mano per prendere la sua attraverso lo spazio che ci divide "Poi ti ho visto...anzi no ho solo percepito la tua presenza e ho sentito la tua voce...e il mio cuore ha ripreso a battere...anzi ha iniziato a battere per la prima volta nella mia vita..perché si, batteva quando ero piccola e amavo incondizionatamente i miei genitori ma adesso che ho 22 anni batte in un modo completamente diverso. Il mio cuore ti ha scelto perché tu lo hai fatto battere di un emozione totalmente nuova e che non avrei mai pensato di poter provare...tu hai il mio cuore Stephan...e quando ti ho respinto l'ho fatto perché avevo già capito che se tu mi avessi lasciata io quella volta il mio intento di farla finita lo avrei portato fino in fondo..." non riesco neanche a concepire una vita senza di lei, senza la sua allegria, senza le sue facce buffe, senza la sua voglia di vivere ma anche senza le sue mille e mille paure. Non riesco a concepire una vita senza la sua risata, senza le sue lacrime, senza i suoi baci, senza la sua mano intrecciata alla mia, senza il suo buongiorno e la sua buonanotte, senza i suoi messaggi durante il giorno, senza la sua voce che mi sussurra all'orecchio che mi ama da impazzire...Chiara è quella variabile impazzita che non avrei mai e poi mai potuto prevedere..Chiara è semplicemente quella piccolissima scheggia che è entrata nella mia vita un pomeriggio di dicembre, senza che io fossi pronto ad accoglierla ma che ho potuto solo far entrare nelle mie giornate "Da quando ci siamo conosciuti ci hai più pensato?"
"A farla finita? Quando abbiamo litigato pesantemente si, ci ho pensato e non te lo nascondo...mi mancheresti un sacco ma non potrei mai concepire di vivere la mia vita senza di te, quindi se tu decidessi di mollarmi io che cosa starei qui a fare?"
"Non dirlo neanche per scherzo" lei alza le spalle "Ma tu ci sarai sempre no?"
"Certo che ci sarò..." anche io, come lei, non riesco neanche ad immaginare una vita senza Chiara..e mai mi è successo prima "E allora direi che non ci sono problemi...insomma dovremo portare nostra figlia o nostro figlio al parco...con o senza la neve...dovremo far tante di quelle cose insieme..staremo assieme fino a quando i nostri figli cresceranno e ci daranno tante gioie, magari regalandoci anche dei nipotini...e andremo a vivere sul mare"
"Sai che se me lo chiedessi ti porterei anche adesso a vivere sul mare"
"Ma adesso amo la nostra casa...dobbiamo vivercela fino in fondo..abbiamo veramente tante ma tante cose da fare...per esempio dobbiamo andare al mare in estate..sai una di quelle vacanze dove si può stare tutto il giorno in costume senza fare assolutamente nulla?" rido della sua espressione e della sua voce. Sembra veramente una bimba di 5 anni "E poi passeggiare la sera per quei paesini minuscoli...e tornare in camera per fare l'amore..." a quell'ultima frase lei arrossisce e se possibile io in quel momento la amo ancora di più. È assurdo come lei riesca sempre a rendere qualsiasi istante indimenticabile, anche quelli all'apparenza più insignificanti "L'idea è allettante...ma quello possiamo farlo anche qui a Roma...o dovunque tu voglia"
"Quello lo so scemo...intendo dire che mi piacerebbe fare anche solo tre o quattro giorni in un posto sperduto, dove potremmo pensare solo a noi due, dove non ci sono gli allenamenti di mezzo, e le tue incazzature perché non giochi e il fatto che io a volte ci sto male più di te. Non intendo dire che non amo anche questo, so che è la tua vita ma a volte è stancante..."
"Lo so...e ti prometto che appena avrò qualche giorno libero ce ne andremo da qualche parte...va bene? So che non è facile starmi dietro"
"Ma io ti amo così tanto che ti starò dietro tutta la vita...promesso" Chiara si alza dalla sua altalena e viene a sedersi in braccio a me. Dopo un attimo in cui rischiamo di far ribaltare tutto, ridendo come due quindicenni, finalmente riusciamo a trovare il modo per continuare a muoverci, senza più parlare, perché basta il movimento dell'altalena e lei fra le mie braccia per creare un altro momento da incorniciare.

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