79. LASCIARTI ANDARE...E LASCIARMI ANDARE

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"Sei sicura di voler partire su due piedi, così? Magari potete aspettare qualche settimana..." scuoto la testa mentre fisso fuori dalla finestra della mia stanza d'ospedale..sono rinchiusa lì da 3 settimane, 20 giorni che mi sono sembrati 20 anni...ho bisogno di uscire, ho bisogno di andare via da Roma, ho bisogno di provare a vivere di nuovo, perché mi sembra di essere morta pian piano durante tutto quel tempo...ho parlato con almeno 4 psicologhe, ho raccontato, o almeno ho cercato di raccontare ma soprattutto di spiegare, il perché del mio gesto di qualche settimana prima. La cicatrice sul polso è ancora visibile...mi ricorda che sono andata pericolosamente vicina a finire quello che ho iniziato già molte altre volte. Stavolta sono stata ad un passo dal mettere la parola 'fine' alla mia vita...non so come sarebbe andata a finire se Stephan non fosse arrivato...ma lui è arrivato, come sempre. Mi ha salvata per l'ennesima volta, anche se non so come andrà a finire fra di noi..da quella notte lui mi è sempre stato accanto ma ci siamo limitati a tenerci le mani, e ad abbracciarci qualche volta anche se io ho rifiutato i suoi abbracci un sacco di volte. So che è l'unica persona sulla faccia della terra di cui non dovrò mai avere paura ma nonostante questo a volte mi sono tirata indietro. Lui, pur cercando di capirmi, è rimasto ovviamente spiazzato e ferito dal mio comportamento anche se ha cercato di non farmelo pesare. Spesso lo becco a fissarmi, ad analizzarmi come se volesse capire fino a dove può spingersi...non lo so nemmeno io quindi presumo che questo viaggio a Parigi, un viaggio solo per noi due per 3 giorni, ci permetterà di capire quale direzione vogliamo dare al nostro matrimonio. Ovviamente non è in dubbio il mio amore per lui, tanto meno il suo per me, ma non c'è solo quello...c'è questa mia paura folle del contatto fisico e in un matrimonio il contatto fisico è fondamentale. Se non riuscirò a farmi toccare e a toccare di rimando mio marito, che si presuppone sia la persona di cui mi possa più fidare sulla faccia della terra, non ha senso continuare, soprattutto non è giusto nei suoi confronti..lo lascerò andare, anche se lui non vuole...non posso certo pretendere che lui stia in astinenza per mesi o anni interi..sarebbe folle ma soprattutto alla fine logorerebbe quello che di più puro c'è nel nostro rapporto. Meglio chiudere fino a quando si è in tempo "Sono sicura..e poi dopodomani è il suo compleanno...è il primo che festeggeremo assieme" potrebbe essere anche l'ultimo in realtà ma questo non lo dico a Veronica. Mi sta aiutando a preparare la borsa, anche se ogni tre secondi mi fissa, come se fosse in attesa di un mio collasso..in tre settimane ho avuto mille crisi, alcune brutte, una o due bruttissime..in tutte le occasioni ho chiamato Stephan per farmi calmare...se era in ospedale lui è corso da me, se non c'era mi ha calmata via telefono...è assurda la dipendenza che io ho da lui, e questa è un'altra delle cose che ci sono in ballo fra di noi. Se alla fine lo allontanerò, mi chiedo come possa pretendere di andare avanti...è tutto un grosso controsenso, è tutto complicato...ho bisogno di lui, un bisogno viscerale e disperato che non mi permette di vedere la mia vita separata dalla sua, ma ho anche la sensazione di non potere più dare a Stephan quello di cui lui ha bisogno. La parte fisica è sempre stata fondamentale fra di noi, spesso ha anche sostituito le parole...se non avremo più quello cosa rimarrà di noi? Si, c'è l'amore ma non basta "Chiara..." mi riscuoto dai miei pensieri e la guardo..anche lei sta a debita distanza, perché anche con tutte le altre persone ho limitato al minimo il contatto fisico "Andrà bene...vi amate e quindi può solo andare bene..ma non forzare le cose ok? Fai fare il loro naturale corso alle emozioni...elabora con calma quello che è successo e quello che succederà" non è l'unica a dirmelo...anche le dottoresse e le psicologhe sono state tutte concordi nel dirmi di andare con calma, ma io non sono così e non è così soprattutto il mio rapporto con Stephan. Fin dall'inizio ha viaggiato sempre al massimo...l'attrazione ha spesso bruciato ogni cosa, abbiamo bruciato tappe su tappe e il bello della nostra storia è sempre stato proprio questo. Non pensare troppo, vivere di emozioni e di sensazioni, spegnere il cervello...mentre adesso sto facendo andare troppo il cervello...e la domanda che mi pongo almeno mille volte al giorno è...che senso ha andare con calma? Il nostro amore è sempre stato proprio follia, come faccio a comprimerlo in un'etichetta? La famosa lista di cose da fare assieme derivava proprio dal voler fare più cose possibili assieme, alcune anche folli..come faremo ad andare piano? Come faremo a vivere solo di parole, solo di silenzi? Se non riesco neanche ad abbracciarlo come cazzo farò? Il vero problema è che sento il bisogno destabilizzante ed assurdo di abbracciarlo ma ogni volta mi sale il panico..ogni volta rivivo la sensazione bruttissima del corpo di Patrick sopra al mio e mi blocco...a volte percepisco ancora fortissima la voglia di staccare ogni terminazione nervosa, di lasciarmi andare nell'oblio..a fermarmi è sempre e solo il pensiero di Stephan "Non so se ce la faccio" ho sviscerato ogni emozione e sensazione ma non ho mai messo sul piatto della bilancia la mia paura più nascosta...ho paura che allontanandolo lui poi si rifaccia una vita con un'altra ragazza ed io alla fine non sopporti quella visione..ho paura che lui ami un'altra, che trovi in un'altra quello che io non sono più in grado di dargli..ho paura che riservi gli stessi sorrisi ad un'altra, che abbracci, baci e faccia l'amore con una ragazza nello stesso modo in cui l'ha fatto con me..voglio lasciarlo andare, per il suo bene ma allo stesso tempo non sopporterei lui ed un'altra assieme "Posso abbracciarti?" me lo chiede sempre prima di farlo...annuisco e mi lascio avvolgere dall'abbraccio dell'unica vera amica che ho, dell'unica che capisce il bisogno che io ho, un bisogno che logora, che fa a pezzi ma che è anche l'unica cosa che ti manda avanti. Chiudo gli occhi per un attimo e quando li riapro vedo che Stephan ci sta fissando dalla porta..ha un'espressione strana in volto, sembra tormentato oltre che triste. In quelle tre settimane l'ho visto lottare, l'ho visto essere forte, per me soprattutto..ha sopportato il mio essere lunatica, al limite del bipolare...un secondo prima rido ed un secondo dopo mi metto a piangere come una cretina. Ha sopportato i miei sbalzi di umore, la mia testardaggine a voler fare tutto da sola, anche quando proprio non ci riesco. Ha sopportato ogni mia cazzata...i miei 'non lasciarmi' ed i miei 'ti odio' ma ho visto giorno dopo giorno la sua forza affievolirsi...vedo quanto è stanco, quanto ha bisogno che io torni ad essere la vecchia Chiara. Peccato che io non so dove sia quella ragazza...probabilmente è morta in quella casa, nell'appartamento di Patrick ed io non so come andarla a riprendere "Hey" lui si avvicina, con le mani in tasca e un sorrisino stampato in volto "Ciao Stephan" in tre settimane l'ho chiamato sempre con il suo nome, io che raramente l'ho chiamato così, anche all'inizio della nostra storia..ora non riesco a dire altro, come se solo al pensiero di chiamarlo in altro modo la terra potesse soffocarmi ed inghiottirmi "Se vogliamo prendere l'aereo dobbiamo andare...hai firmato le dimissioni?" annuisco e mi stacco da Veronica "Si..e mi hanno dato le medicine...tanto sono solo tre giorni..."
"Porto le cose in macchina...hai bisogno di un passaggio da qualche parte Vero o hai la macchina?"
"No, ho la macchina...e poi voi dovete andare..." lui annuisce e poi si incammina...io prendo la borsa e poi fisso quella stanza che è stata casa mia per quasi un mese. Ci sono entrata che stavo a pezzi, fisicamente e mentalmente..esco che sono sempre a pezzi, anche se fisicamente sto abbastanza bene. I lividi sono scomparsi, ma ho perso 5 chili e ogni tanto ho delle fitte alla pancia che mi fanno piegare in due. Mentalmente sono sempre a pezzi, anzi a volte mi sembra di non essere mai stata così male. È ancora peggio rispetto a quando sono morti i miei genitori..lì ero una bambina, nessuno si aspettava che mi riprendessi nel giro di un mese o poco più...ora invece è come se tutti si aspettassero qualcosa, qualcosa che io al momento non posso dare a nessuno. Non posso fare affetto, non posso dare sostegno, non posso dare amore...vivo in una bolla e quel viaggio mi servirà per capire che cosa voglio fare. Rompere la bolla e vivere o lasciarmi andare alla deriva dentro a questo mondo ovattato. Cammino per i corridoi dell'ospedale senza guardare nessuno in faccia...Veronica mi cammina affianco "Starai bene vero?" me lo chiede con gli occhi lucidi ed io annuisco "Certo...ci vediamo fra 4 giorni" non le lascio il tempo di abbracciarmi, perché voglio andarmene da lì il più in fretta possibile. Io e lei siamo spesso state in silenzio per ore..abbiamo parlato poco, non abbiamo affrontato l'argomento della sua gravidanza e della mia probabile impossibilità di avere altri figli...quella è una delle cose di cui non voglio assolutamente parlare con nessuno..neanche con Stephan abbiamo più affrontato la cosa "Sei pronta ad andare?"
"Si...andiamo" abbiamo deciso di getto per quel viaggio a Parigi..all'inizio quando mi ha detto che aveva prenotato pensavo scherzasse, invece lui faceva tremendamente sul serio...viaggiamo senza parlare, cosa che capita spesso ultimamente. Non parliamo chissà quanto, a volte apriamo la bocca ma poi la richiudiamo senza dirci nulla...so che è una situazione insostenibile..so che siamo al limite, lui soprattutto, anzi il nostro matrimonio soprattutto. Quando arriviamo in aeroporto abbiamo giusto il tempo di fare il check-in poi io mi allontano un attimo per bere l'ennesimo caffè della giornata...ormai vado avanti a caffeina..Stephan mi chiede almeno 20 volte se vuole che mi accompagni ma io scuoto la testa. Non posso avere sempre la scorta dietro, ho 22 anni e se alla fine noi due ci lasceremo dovrò inevitabilmente imparare a cavarmela da sola. Ciò non toglie che anche solo fare la fila alla cassa del bar mi mette ansia...non parliamo della claustrofobia quando mi trovo al bancone, fra almeno una ventina di persone..quando mi volto per tornare da Stephan mi scontro inavvertitamente con un ragazzo. Lui mi afferra per le spalle e mi dice qualcosa ma la cortina nera che mi è scesa davanti agli occhi e la sudorazione fredda che mi appiccica i vestiti alla pelle mi impedisce di capire le sue parole. Vado in iperventilazione e lo spingo via..la marea di gente però sembra volermi soffocare. Solo quando sento un profumo famigliare e una voce che si fa spazio fra le altre riprendo a respirare normalmente "Chiara...hey piccola...guardami" mi prende il volto fra le mani e mi alza il viso "Sei con me?"
"Si..acqua...un bicchiere d'acqua" Stephan mi fa sedere su una sedia poi si allontana o almeno tenta di farlo perché lo blocco "No, resta qua"
"Se resto qua l'acqua come faccio a prendertela?"
"Dovrei avere una bottiglietta aperta nella borsa...ma non ce la faccio a aprire la cerniera" ho le mani che tremano così tanto che fatico a fare tutto "Faccio io...tu respira...fra un quarto d'ora abbiamo l'imbarco...ce la fai?"
"Si..dammi solo un attimo di tempo...solo un secondo" lui mi fa cenno di si ma ha gli occhi più allucinati dei miei "Chiara...non puoi continuare così..."
"Andrà meglio..." non sono convincente neanche alle mie orecchie...so che nulla andrà meglio..non posso usarlo come calmante, non posso che lui si rovini la vita per me, non posso che lui si privi della sua felicità per fare star meglio me "Abbiamo tre giorni"
"E poi? Perché mi sembra che sia tipo un viaggio di addio?" lui lo sa, ancora prima che lo sappia io..con quel viaggi gli dirò addio, perché si, lo lascerò andare..alla fine la sua luce sta per essere soffocata dalla mia tenebra e questo non posso permettere che accada. Perché la sua luce è tutto, ha illuminato la mia vita per mesi ma ora illuminerà la vita di un'altra ragazza...alzo una mano e per la prima volta da 3 settimane a quella parte gli accarezzo la guancia "Perché il tuo cuore già lo sa...la tua testa se ne convincerà più avanti....è giusto così"
"No Chiara...non è giusto" no, alla fine non lo è ma quello poco importa...

VOLEVO SOLO SCOMPARIRE IN UN TUO ABBRACCIODove le storie prendono vita. Scoprilo ora