"Se questo è un altro dei regali di tuo padre quando torna domani a casa lo uccido..." rido facendo ridere di conseguenza anche Federico. È assurdo come abbia lo stesso preciso identico sorriso di suo padre...con lui in braccio vado verso la porta di casa, pensando di trovarmi davanti l'ennesimo fattorino con l'ennesimo piccolo ma favoloso fascio di rose rosse. Per sette giorni Stephan mi ha fatto recapitare a casa, fra Savona e Roma, un mazzo di rose rosse ogni mattina. Magari, dato che è primo pomeriggio, quello sarà un regalo diverso...se lui non ha cambiato idea, ma nulla fa pensare a quello, fra due giorni io e lui rinnoveremo le promesse ad Ostia..non so nulla di quel giorno, né cosa indosserò, né chi ci sarà...presumo i suoi dato che abbiamo passato assieme una settimana favolosa in Liguria ma per il resto non so assolutamente nulla...non vedo l'ora di riavere a casa Stephan il giorno dopo per riabbracciarlo e per capire qualcosa in più di quello che accadrà fra tipo 48 ore..quando spalanco la porta non mi aspetto assolutamente di trovarmi davanti Patrick. Lui non si fa sentire da almeno 5 o 6 giorni, da quando io ho tipo risposto in un modo molto secco e sbrigativo al suo ennesimo messaggio di scuse...se solo Stephan sapesse che lui è lì darebbe di matto. Patrick è sempre lo stesso...con gli occhi chiari che mi fissano insistentemente e l'espressione abbacchiata che lo contraddistingue...nei mesi ho imparato a riconoscere qualsiasi sua emozione dato che basta guardarlo in faccia per capire cosa prova. Diversamente da Stephan non riesce a mascherare nessuna emozione...è un libro aperto, o almeno lo era fino a dieci giorni prima...adesso mi sembra di non averlo mai conosciuto fino in fondo perché il Patrick che conosco non mi avrebbe mai fatto quello che ha fatto "Che vuoi?"
"Possiamo parlare?" scuoto la testa "Non è il momento...e non so dirti se sarà mai il momento giusto Patrick...sicuramente non è questo comunque..." non voglio parlare con lui, anche perché solo guardarlo mi fa tornare alla mente quello che è successo..nonostante abbia cercato di comportarmi normalmente con i genitori di Stephan, dato che a parte pochissime persone quella storia non la sa nessuno, ogni tanto la strisciante sensazione di paura torna a farsi strada...sono sola a casa e questo non aiuta...ora rivedere Patrick, nonostante lui sembri in difficoltà peggio di me, non è per niente semplice...è come se non sapessi chi ho davanti..e per una come me che odia non avere tutto sotto controllo quello è un bel problema "Per favore" lui mi allunga un sacchettino ed io so che dentro ci sono i miei pasticcini preferiti. Ma quel gesto, invece che farmi felice, mi serra la gola in una morsa...quello è un gesto che di solito fa Stephan..si presenta a casa con quel pacchettino, magari dopo una discussione banale. È il suo modo per chiedermi scusa e per dirmi che è stato un coglione...di solito la conclusione è che finiamo a mangiare i pasticcini a letto...ora solo a pensare di mangiare quelle cose mi viene da vomitare "Cosa pensi di ottenere?"
"Il tuo perdono..." scuoto la testa "Devo mettere Fede a letto...aspettami in salotto" vedere lui in quella casa non è il massimo ma non permetterò alla paura di sommergermi...confido che Patrick abbia capito realmente di aver sbagliato. Vado in camera di Federico e lo cambio. Quel giorno io e lui siamo stati in giro tutto il giorno ed i suoi sbadigli mi fanno intuire che ha decisamente bisogno di dormire. Gli allungo la palla che lui stringe subito e poi rimango un attimo a fissarlo. Poco dopo sento una presenza dietro di me "È uguale a lui" effettivamente più i giorni vanno avanti e più Federico assomiglia a suo padre. Se non fossi assolutamente certa di averlo partorito io avrei qualche dubbio di essere la madre. Anche nella forma della bocca ora pare più simile a lui...indietreggio ma sbatto contro il suo corpo. Subito mi irrigidisco soprattutto perché mentre io cerco subito di scappare lui cerca di prolungare il contatto...sento che è sbagliato...è già sbagliato che lui sia lì, figuriamoci che lui cerchi di toccarmi "Andiamo di là" lo supero e gli faccio cenno di uscire poi chiudo piano la porta ed aziono il monitor "Cosa sei venuto a fare?"
"Voglio parlare Chiara...sono dieci giorni che mi sfuggi...non ho avuto modo neanche di spiegarti perché ho fatto quello che ho fatto..." sinceramente mi interessa poco...so che quello che ha fatto ha messo fine alla nostra amicizia...tenevo a Patrick, gli volevo bene ma quel suo gesto ha cancellato tutte le cose belle...ora quando lo guardo vedo solo il grande risentimento che lui cova dentro..un risentimento verso mio marito...in parte lo capisco..lui mi è stato vicino quando stavo a pezzi, quando tutto quello che vedevo era un infinito susseguirsi di giorni tutti uguali, uno in fila all'altro...ma quel Patrick che mi ha baciata contro la mia volontà è qualcosa che non posso né voglio superare "Spiegare...cosa c'è da spiegare?"
"Ti amo...e non posso né voglio rinunciare a te" spesso lui mi ha parlato dei suoi sentimenti verso di me ma mai in modo così netto e chiaro "Ci dovrai rinunciare per forza..." mi siedo sul divano e lui mi si mette vicino. Così abituata a trovarmi lì con Stephan avere vicino lui è destabilizzante, come se il mio intero mondo fosse sbagliato e fuori asse...vorrei solo che lui magicamente si trasformasse in un'altra persona "Perché? Per un coglione che alla prima occasione ti tradirà di nuovo?" ora sono veramente stufa di tutta quella storia...sono stanca di chi pretende di ergersi a paladino della giustizia senza averne alcun diritto, perché nessuno è esente da colpe, ed il ragazzo davanti a me dovrebbe saperlo bene. Nemmeno lui è perfetto...credersi perfetto è uno sbaglio che almeno Stephan non fa. Lui sa di non essere perfetto, e non pretende nemmeno di esserlo. Mi sono innamorata proprio delle sue mille imperfezioni, dei mille piccoli dettagli che lo rendono tutto fuorché perfetto...mi sono innamorata del suo essere fondamentalmente insicuro, della sua voce che trema quando parla di qualcosa a cui tiene veramente, dei suoi occhi che sfuggono sempre ed immancabilmente al contatto diretto, come se non volesse permettere a nessuno di capirlo fino in fondo. Forse solo io sono ammessa a comprenderlo al 100% ma ci ho messo tempo e fatica per abbattere tutti i suoi muri...non solo io ne avevo ma anche lui...muri fatti di sorrisi che celano insicurezze, di battute che celano la paura di non essere perfetti come il mondo esterno vorrebbe "Non meriti risposta Patrick...se sei venuto a parlarmi di Stephan in questo modo sei pregato di uscire da quella porta...sono stufa di sentirmi dire quanto lui non è perfetto, quanto è coglione ed immaturo...bhe vi avviso che lui non ha mai preteso di essere perfetto, come non ha mai nascosto di essere un coglione...sull'immaturo credo che qui davanti a me c'è un esempio di chi lo è molto più di lui...ora se vuoi scusarmi devo preparare la cena" mi alzo ma lui mi blocca per il polso. Mi blocco...mi immobilizzo letteralmente e il primo istinto sarebbe di urlare a squarciagola....ma spaventerei solo Federico e poi cosa otterrei? "Lasciami..se non vuoi finire la carriera prima del tempo" mi divincolo e mi massaggio il polso arrossato "Cosa pretendi da me Patrick? Sai che non l'ho ancora capito? Si dici di amarmi ma io ti ho sempre ripetuto che non potrò mai ricambiare i miei sentimenti, soprattutto adesso che io e Stephan siamo tornati assieme..ma anche se così non fosse non potrei amarti" vado verso la cucina e decido di tenere le mani impegnate iniziando a cucinare "Posso rimanere a cena?"
"Non mi pare il caso" lui ride, ma è una risata triste ed amara che non coinvolge affatto i suoi occhi chiari "Ovviamente..ora non ti servo più per far ingelosire tuo marito...ammettilo..la nostra amicizia era solo per far ingelosire lui, solo per quello...ora che siete tornati finalmente insieme come volevi io non servo più a nulla vero? Ed io coglione che mi sono innamorato seriamente di te...ma come ho mai pensato di poter competere con il tuo adorato maritino..."
"Patrick...ammetto che forse ho sbagliato...che probabilmente avrei potuto e dovuto gestire meglio tutto quanto ma tu hai sempre saputo che volevo tornare con lui...non ho mai lasciato uno spiraglio libero per te..o per qualsiasi altro ragazzo se è per questo"
"Cosa ho di meno?" mi sta realmente chiedendo cosa ha meno di Stephan? "Siete diversi...non hai nulla di meno e lui non ha nulla di più..siete solo diversi, come il giorno e la notte"
"Mi hai scelto proprio perché sono l'opposto rispetto a lui?"
"Non ti ho scelto Patrick...semplicemente siamo diventati amici..e se in qualche momento ti ho dato l'impressione di poter ricambiare i tuoi sentimenti mi dispiace..."
"Ti dispiace...certo..." ora ovviamente mi pento di aver indotto Patrick ad entrare nella mia vita...non ricordo neanche come è iniziata la nostra amicizia...abbiamo iniziato a parlare un giorno in cui io sono andata a Trigoria per salutare i ragazzi, sapendo che Stephan non ci sarebbe stato per un piccolo infortunio...da lì abbiamo fatto amicizia ma per me è sempre stata solo quello..amicizia appunto "Cosa vuoi che ti dica? Che a volte quando stavo con te, quando parlavo con te, quando tu stavi a cena nel mio appartamento immaginavo e sognavo che tu fossi un'altra persona? Sai che amavo Stephan, sai che stavo semplicemente aspettando che lui venisse a riprendermi..."
"Speravo che tu te ne accorgessi"
"Di cosa? Di te?" se non ci fosse stato Stephan forse, ma solo forse, Patrick sarebbe potuto essere qualcosa di più...ma Stephan c'era sempre stato e soprattutto ci sarebbe sempre stato "Del fatto che lui non è e non sarà mai alla tua altezza" scoppio a ridere perché quell'idea è così folle che posso solo rispondere ridendo a quell'affermazione...lui non è alla mia altezza? Semmai sono io a non essere alla sua altezza...quasi sempre mi sono sentita inadeguata accanto a lui ma da quando siamo tornati assieme ho capito e mi sto seriamente convincendo che non c'entra sentirsi all'altezza o meno..semplicemente c'entra accettare quella connessione particolare che si stabilisce fra due persone fra milioni "Non sai nulla Patrick..."
"So quello che ho visto in questi mesi..quanto stavi male per lui, a causa sua..perché lui ti aveva tradita e tu avevi rischiato di morire per colpa sua...cosa ho bisogno di sapere in più? Lui ti ha fatto del male, deliberatamente e tu l'hai perdonato come se niente fosse..." in quei mesi, seppur io e Patrick abbiamo legato parecchio, le nostre conversazioni non hanno mai riguardato molto l'argomento Stephan...l'abbiamo accantonato...a me faceva male parlarne e lui preferiva toccare altri argomenti...mi trovo bene a parlare con lui, o almeno mi ci trovavo bene..ora mi trovo davanti una persona che non è quella con cui scherzavo quando mi mancava troppo Stephan e cercavo di pensare ad ogni cosa possibile ed immaginabile per arginare il dolore strisciante...non gli ho mai parlato di quello che Stephan significa per me..lui pensa che io ami lo Stephan esteriore, quello che abbaglia chiunque gli stia davanti con il sorriso favoloso e lo sguardo magnetico...ma lo Stephan che amo non è quello, o almeno non è solo quello "Te lo dirò una volta Patrick...una soltanto perché poi non lo ripeterò...non ho perdonato Stephan come se niente fosse..Stephan non è solo il bel faccino che fa innamorare milioni e milioni di ragazze..Stephan è quello che mi ha aiutata a superare gli attacchi di panico, quello che solamente con la sua presenza mi ha fatto tornare a vivere...sai che il giorno dopo che ci siamo conosciuti mi è venuto a prendere alla fontana di Trevi e mi ha portata a casa sua dopo che io gli sono svenuta in braccio dato che ero uscita in maglioncino leggero? Sai che era l'anniversario della morte dei miei ed io volevo solo morire? Sai che lui si è fatto mezza città correndo per venire da me? Sai che per la prima volta quella notte io sono riuscita a dormire serenamente dopo anni? Sai che lui mi ha curata dalla paura dei temporali, della pioggia, del mare? Sai che abbiamo una lista di cose da fare che spuntiamo pian piano e che potrei fare solo con lui? Perché solo di lui mi sono fidata abbastanza da dirgli tutte le mie paure più nascoste...sai che sa sono scappata da lui e da quello che provo per lui almeno una decina di volte per tornare immancabilmente fra le sue braccia? Sai che quel luogo creato dalle sue braccia attorno a me è l'unico e ripeto unico posto in cui riesco ad essere me stessa? Sai che Stephan piange fra le mie braccia molte sere? Sai che ci piace stare in mezzo alla gente ma che amiamo soprattutto stare noi due da soli? Sai che mai e poi mai nella vita avrei pensato di amare così e di essere amata in questo modo? Sai che sono io che mi sono sempre sentita inadeguata ma che con il tempo ho capito che quello che mi lega a lui è qualcosa che non posso neanche spiegare a parole? È una sensazione viscerale che ho provato la prima volta in cui l'ho visto..anzi la prima volta che ho percepito la sua presenza...e questa sensazione la sento ogni volta, ogni dannata volta che lo guardo...ogni singola volta io mi innamoro ancora di lui...ancora ed ancora..quindi scusa se ti ho dato la sensazione di poter in qualche modo ricambiare i tuoi sentimenti ma non è così...amo Stephan..." dopo quel lungo monologo lui mi fissa senza parlare...Patrick ha due bellissimi occhi chiari che spero faranno capitolare una ragazza ben presto...e spero che lui si innamori allo stesso modo di quella ragazza...ma quella persona non sono io, perché appartengo già ad un'altra persona. Perché per quanto gli occhi di Patrick siano bellissimi io i miei occhi preferiti li ho incontrati quasi un anno prima..mi hanno stregato, mi sono arrivati dritti in fondo all'anima e da lì, dal punto più profondo di Chiara non se ne sono mai andati "Patrick...lui è lui...qualcosa che non sono in grado di spiegare..non è razionale...una canzone dice che non si può spiegare..che ride il cuore...è così..ogni volta che lo vedo..." lui indietreggia prima di girarsi e di uscire dalla mia cucina...lo sento aprire e poi chiudere la porta...in quel momento sento fortissimo il desiderio di vedere Stephan. Non so perché ma è qualcosa che mi prende al petto ogni tanto..spesso scorro le nostre foto e quello mi basta, o meglio me lo faccio bastare. Ma so che quella sera non basterà..prendo il cellulare e apro la nostra chat "Amore...posso chiamarti? Il massimo sarebbe una chiamata su Skype ma so che sei impegnato" lui ci mette poco a rispondermi "Accendi il computer...ho giusto il tempo per una chiamata prima di cena" saltellando vado ad acchiappare il pc e mi collego "Hey piccoletta.." muovo solo la mano perché ho un groppo in gola che mi impedisce di parlare "Che succede?"
"Nulla Stephan...solo che mi manchi...quando arrivi?" so che la nazionale è fondamentale per lui e dopo la mancata qualificazione al mondiale che si è giocato quell'estate lui sta cercando faticosamente di ritagliarsi un posticino da titolare in vista degli europei. A quasi 26 anni il tempo per dire la sua anche in azzurro non è più moltissimo "Mercoledi mattina all'alba tipo...credo di arrivare a Roma per le tre di notte e a casa per le quattro, quattro e mezza...tu dormi eh..poi farò allenamento nel pomeriggio..."
"E giovedì?"
"Giovedì cosa?" lui non riesce a mascherare un sorriso..sa benissimo cosa mi ha detto riguardo a giovedì "Lo sai.."
"Io un impegno l'ho preso...dipende se deciderai che anche tu hai lo stesso impegno...io ti aspetto alle sei precise in un posto, poi vedi te" non vedo l'ora di rinnovare le promesse..quando ci siamo sposati l'abbiamo fatto con l'avventatezza e la follia di una cosa non programmata assolutamente...è stata una pazzia pura sposarci senza dire nulla a nessuno..ma è una pazzia che rifarei, come le altre mille che abbiamo fatto, a partire da quella di partire per Savona 48 ore dopo esserci conosciuti. Ma la nostra storia è stata principalmente quello...pazzia...follia...zero pensieri...ci siamo sempre capiti solo con uno sguardo, senza bisogno di molte parole...spesso abbiamo lasciato parlare i nostri occhi, le nostre mani, le nostre dita, le nostre bocche. Un amore come il nostro che non puoi spiegare a parole spesso, anzi quasi sempre, va vissuto a pelle, senza mettere in mezzo cose inutili e superflue "Ti amo Stephan" glielo dico così, di getto....ultimamente lo faccio spesso, anche in situazioni assurde...siamo al supermercato ed io glielo urlo prima che lui metta qualcosa nel carrello...glielo dico appena svegli e prima di dormire, glielo dico quando siamo a tavola, quando siamo in macchina..glielo dico sorprendendolo...ma la più bella sorpresa me la fa lui perché dopo quelle tre semplicissime parole lui mi sorride, mi prende il viso fra le mani e mi dice "Anche io piccoletta" o Chiara, o amore, o piccola...a me basta solo quel "Anche io" perché vuol dire che lui prova esattamente le stesse cose che provo io "Mi sei mancato un sacco in questa settimana...ok è stata una settimana più un giorno e mi è sembrata seriamente un'eternità.." vorrei teletrasportarlo lì....ho un disperato bisogno di abbracciarlo perché mi sono accorta in quei giorni che riesco ancora a percepire sulla pelle la sensazione delle sue braccia attorno a me, quando mi ha salutata prima di andare via ma la sensazione sta pian piano svanendo e ho bisogno di sentirlo di nuovo "Anche tu mi sei mancata...sicura vado tutto bene?" annuisco perché ovviamente per ora non gli dirò nulla della visita di Patrick. Gliene parlerò quando arriverà a casa perché non voglio tenerglielo nascosto "Si...tutto bene..."
"Ma come mai sei a maniche lunghe?" alzo le spalle perché per fortuna mi sono ricordata di tenere la maglia a maniche lunghe durante la nostra conversazione su Skype anche se la sua domanda è legittima dato che a Roma ci saranno almeno 25 gradi e per me è stranissimo tenere le maniche lunghe a casa "Domani sera pensi di giocare?" cerco di cambiare discorso e lui abbocca o almeno fa finta di farlo "Credo di si" mi sarebbe piaciuto molto andare a vederlo giocare con la nazionale ma purtroppo entrambe le partite sono state disputate in Francia e sostenere un viaggio del genere era proprio improponibile "La vedrai vero?" vorrei tipo strozzarlo in quel momento, altroché riempirlo di baci "Ma che domanda del cavolo è?" ho visto tutte le sue partite anche quando non stavamo assieme quindi ovviamente vedrò anche quella della sera successiva "Magari hai meglio da fare" sono tentata di staccare il collegamento oppure di smuovere lo schermo tentando così di fare in modo che anche lui si smuova e ritrovi il lume della ragione "Muoviti a tornare perché stare lontano da me non fa affatto bene alla tua sanità mentale"
"Assolutamente vero....mi manchi troppo e non ragiono..solo che voglio che tu sia orgogliosa di me e vorrei dedicarti un gol anche in nazionale..." mi mordo il labbro inferiore e avvicino la punta della dita allo schermo del computer "Io sono sempre ma proprio sempre orgogliosa di te...sulla dedica sai che adoro quando lo fai ma anche se non dovessi segnare sappi che quello che è veramente importante per me è che tu sia fiero di te stesso..." anche lui avvicina la punta della dita allo schermo...mi sembra di sentire la stessa scarica di brividi percorrermi da capo a piedi, come se realmente le nostre dite si stessero intrecciando..gli sorrido e lui mi sorride...tutto va a posto, perché mi basta vederlo..e poi domani notte sarà di nuovo accanto a me e quella è veramente l'unica cosa che conta..
Spero sia contento della sorpresa che gli ho preparato...le maniche lunghe nascondono una cosa che ho fatto per lui, il mio modo per dirgli che lui ormai è impresso a fuoco, indelebile, sulla mia pelle...e nel mio cuore..
STAI LEGGENDO
VOLEVO SOLO SCOMPARIRE IN UN TUO ABBRACCIO
FanfictionLA PAURA DI AMARE...LA PAURA DI STAR MALE....FORSE BASTA UN ABBRACCIO NEL QUALE SCOMPARIRE