NdA questo capitolo è la mia piccola dedica a Davide Astori, che pur non conoscendo benissimo come giocatore e ovviamente come uomo ho imparato un pochino a conoscere attraverso le parole di chi gli era affezionato. La sua morte mi ha scossa devo ammetterlo e questo è il mio tributo ad un giocatore, ma soprattutto ad un uomo, compagno di vita di Francesca e papà della piccola Vittoria
DOMENICA 4 MARZO 2018
Passeggio nervosamente nel salotto...ogni tre secondi guardo lo schermo del cellulare, sperando che da un momento all'altro si illumini per l'arrivo di un messaggio di Stephan. Ogni volta che sento una macchina sgasare sotto casa spero che poco dopo la porta si apra, ma non succede mai...ogni volta che sento l'ascensore partire spero che si fermi al nostro piano e che lui poco dopo butti il borsone nell'ingresso. Ho provato a dormire quella notte, ho provato anche a sentire la sua voce registrata per calmarmi ma non c'è stato verso per me di chiudere occhio. Ogni volta che lui è lontano è sempre la stessa storia...ho sempre paura che gli succeda qualcosa ma quella mattina presto, sono le cinque e mezza di mattina appena passate, ho un'altra sensazione alla bocca dello stomaco. Non so cosa sia...è solo che ho una paura folle di non vederlo entrare da quella dannata porta. La squadra la sera prima ha vinto a Napoli e Stephan pur avendo giocato solo pochissimi minuti al telefono era felice...il viaggio in pullman dalla città partenopea è andato bene...i giocatori appena arrivati a Trigoria hanno sostenuto un mini allenamento di recupero, fra massaggi e piscina. Poi ognuno ha preso la macchina per fare ritorno a casa...il giorno di riposo arriva proprio nel momento giusto. Peccato che l'ultimo messaggio di Stephan sia di circa 40 minuti prima, quando lui ha lasciato il centro sportivo. Poi nulla...dovrebbe già essere a casa. Dieci minuti dopo finalmente sento la chiave girare nel nottolino della serratura e poi il borsone atterra per terra seguito dal suo proprietario, ovviamente in felpa e pantaloni della tuta. Stephan scalcia via le scarpe da ginnastica per poi metterle nella scarpiera..sa che su quello non transigo. Gli corro incontro e lo abbraccio a mo di koala, stringendolo come se non lo vedessi da 30 giorni..invece sono solo 48 ore. Lui, che non si aspettava di vedermi sveglia e soprattutto ad aspettarlo in soggiorno, mi acchiappa al volo con qualche difficoltà "Chiara..che diavolo ci fai alzata alle cinque e mezza? Pensavo che avessi letto il mio messaggio di prima ma poi fossi tornata a dormire"
"Non sono riuscita a dormire stanotte...perché ci hai messo così tanto?"
"Mi sono fermato a fare benzina, ero praticamente a secco. E poi sono andato a prenderti le brioches che ti piacciono dato che la pasticceria apre alle cinque...avevo chiamato ieri sera per farmela preparare...e poi sai che sono lungo di mio...tu stai bene?"
"Si...solo che sono agitata e non so assolutamente perché...ora che sei a casa sto decisamente meglio però...per le brioches non dovevi" in realtà mi fa piacere che lui si ricordi sempre di questa mia fissa per le buonissime brioches della pasticceria vicino casa "Adesso le mettiamo in cucina e quando ci alziamo le mangiamo...ora andiamo a letto"
"Devo mettere a posto il borsone e..." Stephan fa scontrare le nostre labbra e poi mi morde il labbro inferiore "Ora fili a letto...e dormi...non pensare al borsone, a mettere a posto...pensa solo a me e a te ok? Per 24 ore sono solo tuo quindi pensa a questo"
"Ok..." incastro la testa nell'incavo del suo collo e poi faccio per mettere i piedi a terra ma lui scuote la testa "Rimani così...tanto sei così leggera che riesco a camminare tranquillamente con te appiccicata...incastra bene i piedi dietro" faccio come mi dice e poi sento che lui mi sostiene mettendo le mani sul mio fondoschiena "Prendi il sacchetto con le brioches che le portiamo in cucina" prendo il sacchetto bianco e lo poggio sul piano di granito poi Stephan, sempre tenendomi in braccio, controlla di aver chiuso la porta prima di andare verso la camera da letto "Ma hai dormito un pochino almeno?"
"No..zero" mi posa sul letto poi si toglie le calze e felpa guardandomi male "Chiara.." alzo le spalle "Giuro che è la prima volta che succede una roba del genere...si, ovviamente dormo meglio se sei qua ma anche quando non ci sei riesco a riposare comunque. Invece stanotte proprio non c'è stato verso...non so come mai"
"Ma stai bene? State bene?" annuisco "Stiamo benone...tu? Sei stanco?"
"No, ho dormito un pochino in pullman...ora ci mettiamo a riposare come si deve però...zero sveglie eh" so che quando ha un giorno libero e non ha particolari impegni non vuole sentire suonare nessuna cosa che assomigli ad una sveglia. Stephan mette a caricare il telefono e poi si toglie la maglietta prima di rimettersi seduto sul materasso "Perché mi fissi? Sembra che tu non mi veda da un mese Chiara... "
"Lo so...è una sensazione stranissima...avevo seriamente paura di non vederti tornare..non so perché...come se sapessi che sta per succedere qualcosa..." mi avvicino a lui gattonando sul letto e lo abbraccio passandogli le dita sul petto "Sto bene...e sono qua...vedrai che non succederà nulla di brutto...so che sti viaggi continui non ti fanno stare tranquilla ma non posso farci nulla"
"Lo so..adesso basta che mi abbracci e va tutto a posto..anche se per andare proprio tutto a posto dovresti abbracciarmi con molti meno vestiti addosso" Stephan ride e mi pizzica il fianco "Le tue voglie dovranno aspettare...devi dormire"
"Ma non voglio dormire" lo faccio sdraiare e gli sfilo i pantaloni. Mi metto accanto a lui e inizio a toccarlo lentamente attraverso la stoffa dei boxer "Mi sa che neanche tu vuoi dormire"
"Sei scorretta...secondo te adesso come faccio a pensare a dormire scusa?" rido mentre lo sento rilassarsi pian piano sotto al mio tocco. Lo bacio sulla tempia, per poi scendere verso la mascella e poi più giù, lungo il collo "Adesso quella sensazione sta scomparendo...."
"Non pensare a sensazioni strane adesso...pensa solamente a me..." ovvio che penso solamente a lui. Come può pensare che riesca a pensare ad altro quando è quasi completamente nudo sotto di me e fa quei versi di apprezzamento che adoro? Sono circondata da lui, dal suo odore, dal suo profumo...ho solo lui in testa...è l'unica cosa importante per me in quel momento "E tu pensi a me?"
"Quando mai non penso a te scusa?" mi fa passare la mano sotto la maglietta che porto e mi sfiora il seno con la punta delle dita "Da due mesi e passa non faccio altro che pensare a te" strattona il tessuto bianco ed io butto a terra la maglietta...lui sorride perché ormai sa che quando siamo assieme metto un pochino da parte la mia proverbiale avversione per il disordine. Ribalta la situazione e mi sale sopra, stando attento però a non pesarmi troppo sulla pancia "Ora sei tranquilla? Che sensazione era?"
"Non so neanche spiegartela...non l'ho mai provata prima d'ora.." era una sorta di paura irrazionale, come se dovessi aspettare di averlo vicino per rilasciare il respiro che stavo trattenendo "Ora sono qua" annuisco e poi mi perdo nelle mille sensazioni che solo lui riesce a regalarmi. Mi rilasso veramente grazie al tocco magico delle sue dita e della sua bocca su di me....è l'unico capace di farmi mettere da parte tutte le sensazioni negative...se non ce lo avessi accanto non so proprio cosa farei. Ci spogliamo del tutto e poi ci infiliamo sotto le coperte. Nonostante lui protesti perché dice che ha paura di farmi male lo faccio mettere sopra di me "Mi fai solo del bene lo sai..." lui sorride, e mi bacia ad occhi aperti quando entra lentamente dentro di me. Sento ogni centimetro di lui che mi riempie e come ogni volta chiudo per un secondo gli occhi per afferrare la sensazione perfetta. Quando sento che lui poggia la fronte sulla mia riapro gli occhi e li incateno ai suoi. Un brivido mi corre lungo la spina dorsale "Tu mi fai bene Chiara" lo bacio mentre ci muoviamo assieme, al ritmo che conosciamo solo noi perché lo abbiamo creato noi due...è qualcosa che potrei vivere solo con lui, è condivisione profonda, non è solo uno scambio fisico, quell'aspetto viene molto dopo...sento che la sua anima si mischia con la mia ed è qualcosa che mai avrei creduto possibile. Quella mattina, nel nostro letto, con il rumore delle macchine che annuncia che un altro giorno è iniziato noi lo cominciamo a modo nostro. E quando lui mi sorride da distanza ravvicinata e poggia la testa su di me, non mi resta che baciargli la fronte sudata e sussurrargli che lo amo da morire. Solo con lui incastrato a me riesco ad addormentarmi...solo così sono veramente in pace.
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VOLEVO SOLO SCOMPARIRE IN UN TUO ABBRACCIO
FanfictionLA PAURA DI AMARE...LA PAURA DI STAR MALE....FORSE BASTA UN ABBRACCIO NEL QUALE SCOMPARIRE