Eight

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La mattina dopo mi sentivo leggermente meglio.

Mi misurai la febbre. Trentotto e mezzo. Beh dai, era scesa.

Mi diressi verso l'armadio bianco e presi na camicia marrone a strisce bianche. Andai verso il cassettone bianco e buttai all'aria tutti i pantaloni trovando finalmente il pantalone color cachi che mi serviva e la cinta marrone.

Misi le mie converse basse completamente nere ed andai in bagno. Mi lavai e mi vestii sostenendo la camicia all'interno dei pantaloni.

Feci una coda di cavallo, lasciando libere  alcune ciocche sfuggite all'elastico nero.

Indossai il mio orologio dal cinturino nero e misi un filo di mascara ed uscii dal bagno.

Presi il mio zaino nero da terra e scesi di sotto.

Controllai l'orario ed ero in ritardo. Ma guarda un po'.

Salutai velocemente mia madre, presi il giubbotto nero ed uscii di casa.

Iniziai a correre come la figlia non riconosciuta di Bolt.

Arrivai a scuola mentre la campanella strillava.

"Dio santo Bon Bon! Mai una volta che arrivi in orario!" Mi urlò Charlotte.

"Taci." Dissi io. Non controllai nemmeno se ci fosse una BMW blu scuro. Entrai dentro la scuola dirigendomi direttamente nell'aula del professor Jonson, storia,

Lizzy era vestita come al solito. Stravagante aveva una gonna rosa antico, a balze e a vita alta, che le arrivava a metà coscia. Una semplice maglietta a maniche corte bianca infilata nella gonna ed una giacca rossa che le arrivava fino a sotto la gonna.

Aveva i suoi fidati calzettoni alti e bianchi, e ai piedi dei mocassini marroni.

Anche se ogg neanche io ero vestita parecchio normale. Mi rendo conto di sembrare un maschio, ma non me ne frega.

Charlotte invece aveva una normalissima t-shirt nera infilata in un paio di Jeans strappati al ginocchio e le sue amate super star bianche e nere.

"Oggi Sembri Lizzy." Disse Charlotte. "Veramente è da quando sei uscita con Wolfhard che somigli a me." Puntualizzò Lizzy.

"Si, Lizzy. Ma almeno lei sa abbinare i colori!" Disse Charlotte. "Che hanno i miei colori che non va?" Chiese iniziando a guardarsi.

"Niente Lizzy. Lasciala stare è nel periodo." Dissi. "E tu che ne sai?!" Chiese Charlotte.

"Porto il conto per te. Per evitare che tu faccia figure di merda." Presi dal mio zaino un'assorbente e glielo passai.

Lei mi guardò e forse in bagno a metterselo.

*****

Stavo masticando la mia barretta energetica in bagno con l'antibiotico in mano.

Presi l'antibiotico ed uscii dal bagno. Notai in fondo al corridoio Schnapp parlare con Charlotte.

Sorrisi e mi diressi verso il secondo piano.

Mentre salivo le scale mi girò la stesa e mi appoggiai al muro respirando profondamente.

"Bonnie?" Era una voce maschile, la voce che avrei riconosciuto in mezzo a milioni di altre.

"Mh?" Chiesi alzando lo sguardo verso il riccio.

"Vuoi una mano?" Chiese. Io scossi la testa. "Ce la... faccio." Dissi mettendo un piede sul gradino avanti a me, ma come un'idiota barcollai.

Lui mi prese al volo e si mise dietro di me prendendomi delicatamente un polso ed un fianco.

Mi toccò la febbre. "Dannazione! Scotti parecchio!" Disse.

Io respirai affannosamente girava tutto. Dovevo sedermi.

Mi inginocchiai sui gradini e mi sedetti.

Lui incrociò le braccia al petto. "Posso sapere che ti salta in testa?!" Esclamò facendo gonfiare la vena che aveva sul collo.

Era adorabile.

"Eh?" Chiesi guardandolo. "Hai la febbre alta e vieni a scuola!" Quasi urlò. "Che ti salta in mente.

"A-avevo compito." Deglutii. "Tu non sei normale." Disse facendosi scappare una risata alzando le braccia e facendole ricadere lungo i fianchi.

Feci una  risatina nervosa.

"Come mai ieri hai mentito a tua madre?" Chiese riferendosi al <<S-solo Elizabeth>>

"Storia lunga." Dissi. "Non vogliono che ti veda con un ragazzo?" Chiese.

"No...cioè... tipo... si ma no." Dissi. Lui fece un'espressione perplessa.

Scacciò un pensiero con una mossa della mano come a voler scacciare un moscerino.

"Comunque sei molto carina Oggi." Disse.

Io mi guardai un attimo. "Dici? Credevo di sembrare un maschio." Lui sorrise.

"No, no. Mi piace questo stile." Disse. "Oh, Beh. Grazie." Dissi.

La campanella interruppe il nostro momento.

"Ora devo andare." "Poi mi spieghi che ci facevi nelle scale del retro." Dissi ridendo e correndo per le scale.

"Non dimentichi qualcosa?" Chiese indicandosi la guancia con l'indice lungo ed ossuto.

Io arrossii. Mi avvicinai e mi alzai sulle punte, ma comunque non arrivavo alla sua guancia. Così dovette abbassarsi un po' e finalmente gli stampai un bacio sulla guancia.

Stavo per andarmene ma lui mi prese per il polso e mi diede un bacio moooolto vicino alla bocca che mi fece avvampare e saltare il cuore in gola.

"Ciao!" Dissi correndo verso la mia classe.

"Attenta, non vorrei raccogliere i pezzi della tua faccia spiaccicata su un gradino!" Scherzò.

"Si papà!" Dissi ridendo.

SPAZIO AUTRICE.
Lo so, questo capitolo è un po' noioso non so nemmeno come mi sia venuto in mente lol.

Lo so, questo capitolo è un po' noioso non so nemmeno come mi sia venuto in mente lol

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