Sixty-six

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Finn si pulì gli anfibi neri sullo zerbino ed entrò in casa. "Buona sera!" Disse. Io Sorrisi e lo baciai.

Pepper iniziò a fare le feste anche a lui. "Ciao caro!" Disse mia madre togliendo il cappotto nero a Finn. "Ciao Figliolo."

"Ed ora!" Mio padre battè e mani. " Miei prodi ed eroici amici, credo che questo albero richieda la nostra attenzione."Mio padre diede una pacca sulla spalla di mio fratello che sobbalzò.

"Animo dottor capo, lo rimetta in sesto." Mio fratello sbuffò e prese lo scatolone con l'albero e lo posizionò vicino al caminetto.

Io presi uno scatolone marrone dove c'era scritto palle. Lo so che sembra brutto...

Mi accorsi che era leggermente pesante... quindi barcollai all'indietro. Finn mi acchiappò dalle spalle e mi rimise in equilibrio.

Lo guardai e sorrisi. "Dammi qua." Prese il pacco e lo portò a mio padre.

Iniziammo ad addobbare l'albero con le varie palle colorate, festoni e bastoncini colorati.

"Aspetta metti questa." Finn mi diede una palla rossa brillantata.

"Ti piace propio il rosso eh?" Ammiccai. Lui scosse la testa. "C'è perversione..." Sospirò tenendosi il ponte del naso tra l'indice e il pollice.

Io risi e salii sulle punte per mettere quella palla nel punto più alto da me raggiungibile.

Lui intanto metteva i festoni dalla parte superiore e mi faceva la linguaccia quando lo guardavo male perché era molto più alto.

Intanto Pepper ci rubava le cose per attivare la nostra attenzione.

"Pepper!" Urlai ancora una volta mentre lui rubava il festone blu. "Torna subito qui!" Corsi verso di lui ma inciampai in alcuni scatoloni provocando una risata generale.

"Dio mio quanto sei impacciata figlia mia!" Disse mio padre.

Io feci una risatina nervosa e mi alzai correndo verso Pepper che si era rifugiato sul divano.

Gli presi il festone dalla bocca e Lo rimproverai.

"Chi mette la stella?" Chiese mio padre.

Io saltai urlando come una bambina di tre anni capricciosa : " Io! Io! Iooo!"

"Va bene." Mi porse la stella dorata e la guardai sorridendo. Mi alzai sulle punte, ma non arrivavo alla punta.

Finn rise e scosse la testa.

Mi prese inaspettatamente per i fianchi e sobbalzai.

"Uno...due...tre!" Esclamò sollevandomi da terra.

Io misi subito la stella sulla cima per non farlo stancare, anche se devo dire che la sensazione di essere alti era veramente stupenda.

I miei piedi ritoccarono il suolo dopo pochi secondi.

Mi girai verso di lui e gli allacciai le braccia al petto.

Me ne fregai che c'era la mia famiglia a guardarci. Lo baciai e basta. Lui mise le mani sui miei fianchi solleticandoli un po'.

Era un bacio lento, dolce. Felice.

Mi sentii circondare da qualcosa. Mi staccai da lui e lui rafforzò la prese sui miei fianchi spingendomi di più verso di lui. Le nostre intimità si sfiorarono e lo sentii sospirare.

Mi baciò di nuovo con più foga. Dopo che ci staccammo mi accorsi che eravamo circondati da uno dei festoni rimasti, era quello rosso.

Intanto eravamo incatenati. Provammo a togliercelo di dosso, ma niente da fare.

Occhi Neri ||Finn Wolfhard||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora