Fourty-one

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Il temporale cantava come una ninna nanna, la pioggia che batteva sui vetri della finestra era una dolce poesia.

Il suono dell'acqua che si infrangeva sul tetto era estremamente rilassante. Amavo la pioggia.

Stavo leggendo cime tempestose per la millesima volta a gambe incrociate nel letto. Era da un po' che non mi concedevo un po' di tempo per me, per leggere un bel romanzo.

O uscivo con Finn o andavo a lavoro. Mi serviva una pausa. Dovevo staccare la spina.

Girai la pagina ingiallita e ruvida ascoltando il bellissimo suono della pagina girare.

L'odore dei libri mi era mancato tanto. Prendermi tra quelle bellissime lettere in stampato minuscolo. Era veramente il paradiso.

Inalai l'odore del libro che tanto amavo. Sentii la porta aprirsi.

Alzai lo sguardo dal libro e vidi mia madre sorridere.

Aggrottai le sopracciglia. Come osa disturbarmi durante la lettura?

"Cosa succede?" Chiesi ancora con il libro sui polpacci.

Mia madre entrò e chiuse la porta. "Beh... stai diventando grande, tra cinque giorni farai quindici anni." Disse sedendosi sul letto.

Sospirai aspettandomi una di quelle ramanzine sullo stare attenti al sesso e ad usare i preservativi e bla bla bla...

"E allora?" Chiesi. "Io e tuo padre vorremmo renderti più responsabile, per la tua vita fuori dalla scuola." Disse. Non afferrai il concetto, ma pensai ad un fratellino.

"Non voglio un moccioso per casa." Dissi stizzita. "E sono già abbastanza responsabile!" Dissi chiudendo il romanzo.

"Non avrai un fratellino tesoro." Disse. "E allora cosa?" Chiesi.

"Lo vedrai tra cinque giorni." Disse. Ma cosa?

Lei si alzò dal letto e si diresse verso la porta.

"Non avresti dovuto farmi un discorso sui preservativi?" Chiesi confusa.

Lei si girò e mi guardò seria. Poi scoppiò a ridere. "Non credo sia il momento." Disse.

"Comunque se vuoi ho trovato alcuni libri di quando ero giovane io." Disse mia madre.

"Hai catturato la mia curiosità." Mi alzai ed andai verso mia madre a piedi nudi.

Lei Sorrise. "Scrittrice, scrittore?" Chiesi sperando in bene.

"Stephen King." Disse sorridendo. "Andata!" Sorrisi io.

"Vieni." Mi guidò giù per le scale. La seguii. "Che libri hai trovato?" Chiesi curiosa facendo ondeggiare il mio pigiama lilla a quadri bianchi e fucsia.

"L'acchiappa sogni, IT..." Iniziò ad elencarli.

Arrivata in salotto trovai un'enorme pila di libri. Io impazzii letteralmente.

"Devo assolutamente leggerli tutti!" Dissi io entusiasta.

"Ti consiglio di iniziare da..." Ma non la feci finire. "IT!" Lo presi in mano.

Era un libro pesante. Dalle numerose pagine. Controllai il numero delle pagine e poi lessi l'ultima frase.

O almeno così meditava talvolta Bill Denbrough svegliandosi il mattino di buon'ora dopo aver sognato,quando quasi ricorda la sua infanzia e gli amici con cui l'ha vissuta.

Era ormai un vizio leggere l'ultima frase di un libro prima di iniziarlo. Non so perché lo facevo.

Mi veniva naturale. Le pagine erano precisamente milleduecento.

Occhi Neri ||Finn Wolfhard||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora