Fourty-four

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Ero nel bar Cinnamon & Candy. Su un tavolo, non ricordo come ci sono finita. Non ricordo cosa ci faccia.

Ero nuda, ad un tratto apparve un ragazzo, non distinsi la faccia. Ma aveva i capelli neri. Erano neri. Le sue mani iniziarono a vagare sul mio esile corpo. Volevo gridare ma nulla usciva dalla mia bocca.

Iniziò a toccare nei punti dove io non volevo essere toccata. Non riuscivo a muovermi. Era una sensazione di impotenza. Era orribile. Provai ad urlare, ma niente. Sentii i mii seni venire strizzati.

Poi vidi il ragazzo slacciarsi i pantaloni e a quel punto urlai. Urlai con tutte le mie forze.

Mi tirai a sedere ansimante in una pozza di sudore. "Bonnie?" Chiese la voce impastata dal sonno del mio fidanzato. Il mio cuore mi martellava nel petto come l'aria nei miei polmoni.

Lui si sedette e mi abbracciò accarezzandomi i capelli. "Shhh, tranquilla. Era solo un incubo." Mi cullò tra le sue braccia dandomi dei piccoli e leggeri baci sui capelli corvini.

"Ci sono io, tranquilla." Disse cullandomi. Il mio battito iniziò a stabilizzarsi, ma scene della sera precedente riaffioravano nella mia mente. Mandai un'occhiata alla sveglia che segnava le tre e trentatré.

"Ti porto un bicchiere d'acqua." Disse accarezzandomi la schiena. Io afferrai il lembo della sua maglia del pigiama blu. Lui sorrise. "Torno subito." Disse.

Uscì dalla camera e io feci un grande sospiro. Mi passai una mano tra i capelli umidi. Ma che cazzo.

Mi alzai lentamente dal letto e mi diressi verso il bagno. Mi abbassai le mutandine ed i pantaloni e ne approfittai per fare pipì.

Mi legai i capelli e mi sciacquai il viso con acqua fredda. Difficilmente avrei ripreso sonno quella notte, e forse anche per molte altre. E finn non sarebbe stato qui a consolarmi. Non avevo ancora detto alle mie migliori amiche dell'avvenimento. Meno ne parlavo meglio stavo.

Mi osservai allo specchio e di nuovo immagini della sera precedente si fecero spazio nella mia mente invadendola di brutti ricordi.

Sospirai e velocemente posai l'asciugamano arancione e mi girai verso la porta dove presi un'infarto trovandomi un ragazzo corvino appoggiato allo stipite della porta.

Appena realizzai che si trattava di Finn sospirai portandomi una mano sul cuore. "Porca puttana che infarto." Sussurrai. "Scusa, non volevo." Disse avvicinandosi. Mi baciò e mi porse il bicchiere d'acqua minerale che tracannai velocemente.

"Torniamo a letto." Mi implorò stanco. Io sorrisi e mi diressi nella mia camera seguita da lui, provando a fare il meno rumore possibile.

Poggiai il bicchiere ormai vuoto sul comodino bianco e scalai per fare spazio a Finn.

Mi rinchiuse tra le sue braccia cullandomi. Con un po' di difficoltà mi addormentai tra le sue braccia.

******

Il mattino dopo non fui svegliata né dalle urla della mia sveglia rossa, né da quelle di mia madre, ma bensì da un raggio di sole che attraversava dei buchi della persiana e dal canto degli uccellini fuori dalla mia finestra.

Tastai il letto con una mano in cerca di Finn, ma la mia mano tastò solo del materasso freddo. In ansia aprii gli occhi e vidi che effettivamente non c'era. Notai però un fogliettino giallo attaccato alla vecchia sveglia rossa.

Mi stropicciai un occhio con la mano e misi a fuoco. Era un post-it.

C'era scritto nel corsivo disordinato di mia madre :<< Io e tuo padre siamo dovuti uscire per una commissione urgente, ed è dovuto venire anche Finn, torniamo subito. Abbiamo preferito non mandarti a scuola per quello che è successo ieri, abbiamo avvisato noi Lizzy e Charlotte, saranno a pranzo da noi oggi. Tanti auguri e buon quindicesimo compleanno. <3

Occhi Neri ||Finn Wolfhard||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora