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Rebecca's Pov:

Alan mette tutto il peso sulle braccia visto che le sue mani sono poggiate sul tavolo, lui a testa china mentre prende un respiro profondo.

Rialza il capo verso di me, dopo l'ultima frase che ho pronunciato, si è allontanato bruscamente e da circa cinque minuti, è in quella posizione.

Capisco di essere stata un pochino diretta e fredda, ma dovevamo mettere le cose in chiaro, no? Mi fa ancora una certa tenerezza guardarlo in questo stato. Capisco che è sincero, non sta fingendo.

Sta soffrendo per me, ma non posso sentirmi in colpa, perché ormai sono passati quasi quattro mesi, in cui io soffrivo. Non devo cedere davanti il suo sguardo o non farò altro che peggiorare la situazione.

Lo sento sospirare altre due volte e finalmente mettersi bene in piedi e guardarmi negli occhi. Cavolo, deve smetterla di guardarmi cosi', io non posso sostenere quello sguardo.

Porta i capelli all'indietro e alcune ciocche ormai più bionde di altre gli accarezzano la fronte aggrottata.

"Va bene. Non ti chiederò di ritornare insieme, almeno non più o non in questo momento. Ma non smetterò di dirti che io sono ancora innamorato di te e che ti voglio."Dice mentre si avvicina pericolosamente. Quanto volevo sentire quelle parole, un tempo.

Adesso, devo mettere di lato i miei sentimenti che sento ancora per lui, e cercare di ritrovare la mia parte ragionevole."Alan..."inizio a dire ma lui mi zittisce.

"Lo so...so cosa dirai: 'Cerca di andare avanti, Alan.' Ma non è quello che voglio sentire. E sai perché? Perché da quattro mesi, mi ripetono tutti questa frase e io non riesco nemmeno più a sentirla. Perché cavolo, io sto provando ad andare avanti, ma non riesco. Non riesco perché l'amore che provo nei tuoi confronti non è una cotta passeggerà che presto andrà via. 

E dovete smettere di ripetere le solite cose, perché lo sai anche tu come ci si sente. Perché sono sicuro che ti senti dire questa frase anche tu da quattro cavolo di mesi."

Non riesco neanche più a dire una singola parola dopo questa sfuriata improvvisa. Non ha tutti i torti. Anche a me lo hanno detto parecchie volte da quando ho rotto con Alan.

Sospiro, abbasso lo sguardo sulle mie pantofole grigie e poi lo alzo di nuovo, specchiandomi nei suoi occhi che ormia sono vicini.

"Credo che per oggi, può bastare cosi'. Sono solo le 13:35 e sono sfinita e poi dovrei ancora...Aspetta è già cosi' tardi?"chiedo allarmata spostando lo sguardo verso l'orologio appeso alla parete. Io ancora dovrei cucinarmi qualcosa. E solo ora penso ad Alan. Non dovrebbe pranzare anche lui?

"Si', lo credo anche io. E comunque si. Cavolo, dovevo essere a casa circa venti minuti fa."Sospira spostandosi mentre prendo delle pentole.

"Emh...solo se vuoi puoi pranzare qui. Dico, per comodità...tua madre, dico magari è tardi."Provo a dire ma la mia frase non ha un senso compiuto.

"Se per te va bene e non creo disturbo?"dice lui sorridendo imbarazzato. Non è mai successo di essere in imbarazzo uno con l'altra. Disturbare? Ci sono solo io in casa.

"Nessun disturbo. Avverti tua madre, se vuoi la chiamo...no."Dico in preda all'imbarazzo. Ero cosi' poco presa dalla conversazione mentre cercavo la pasta che stavo per dire qualcosa di abbastanza imbarazzante.

 "Tu?"dice lui concludendo la frase per me mentre sul suo volto compare un sorriso divertito. "Pura abitudine. Piccole anzi abitudini di vecchi tempi."Dico mentre le guance mi si colorano di rosso.

"Tu che chiami mia madre per avvertirla ogni volta che restavo da te. Se no stavi in ansia. Le ricordo certe nostre abitudini."dice lui sorridendomi teneramente. Lui mentre chiama la madre e la avverte che resta qui, per pranzo.

Just us Together 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora