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Rebecca's Pov.

"Vieni qui, stupido." Lo prendo in giro mentre lui mi osserva attentamente, seduto sulla panchina dall'altra parte del giardino sul retro di casa mia. "Mi hai dato dello stupido. E pretendi che venga li'?" Mi chiede inclinando la testa, la sua voce ha una nota scherzosa.

Continuo a sorride e lo guardo dritto negli occhi, io sono seduta sul solito dondolo, invece lui sta lontano sulla panchina, di fronte a me. "Si', proprio cosi'." Il mio sorriso si ingrandisce e lui scuote la testa rassegnato, ma noto un sorriso sulle sue labbra.

"Continuavi a farmi battutine perverse, cosa pretendevi tu? Stupido." Sottolineo con un sorrisetto l'ultima parola e Alan si alza di colpo dalla panchina e viene verso di me.

Una scarica di calore di insinua dentro di me ad ogni passo che fa e quando arriva davanti a me, alzo lo sguardo provocatorio verso di lui. Adoro questa complicità, questo modo che abbiamo di punzecchiare l'un l'altro. Adoro questi sorrisetti che parlano al posto nostra, amo come mi fa sentire.

Stiamo insieme ormai, tra alti e bassi, quasi da un anno. Ancora non ci credo che finalmente è finita. Sembrano passati giorni da quello che è successo, invece è successo solo questa notte.

Le sue mani si poggiano sulla spalliera del dondolo dietro di me e lui si inclina con il busto verso di me. Mi circonda e il suo sorrisetto si amplifica. Alzo una sopracciglia e lui si morde il labbro inferiore, involontariamente abbasso lo sguardo su quelle labbra e un'altra scarica di emozioni mi pervade.

Cavolo, ma sa che effetto fa?

"Sei incredibile." Scuote la testa ancora una volta rassegnato e poi torna a guardarmi, e il suo sguardo penetrante mi provoca dei brividi piacevoli.

"Prima mi dai dello stupido, e ora vuoi che stia qui?" Mi chiede sempre con quel tono carico di sarcasmo e per intendere il suo 'qui', si avvicina di un altro passo al dondolo, per poi poggiare la mano sinistra vicino alla mia coscia. Quasi la sfiora e penso di avere le guance rosse per il calore.

Ricordo a me stessa, che è Domenica, il giorno dopo il mio compleanno e i miei genitori sono andati qualche ora con mia sorella, da alcuni cugini di mia madre che abitano qui. Sapevano che fossi con Alan e quindi mi hanno fatto rimanere a casa, visto quello che è successo sono molto più preoccupati di prima.

Però qui con me c'è Alan e ne sono felicissima. Non si nota, vero?

I suoi occhi sono di un azzurro intenso, le sue labbra rosee sono invitanti e cosi' non so dire altro che: "Già. Forse però, un po' più vicino, sarebbe perfetto." Sorrido, lui ha solo il tempo di imitarmi che io prendo il colletto della sua maglia e lo tiro verso di me.

Lui sta per ridere mentre le sue labbra entrano in contatto con lei, ma non appena intensifico la velocità del nostro bacio, lui si sposta verso di me e si siede sul dondolo, mi prende dolcemente e velocemente dai fianchi e avvicina il mio corpo al suo.

I miei capelli circondano i nostri visi e quando lui li accarezza, e poi scende lentamente verso la schiena emetto un suono che si confonde con noi.

Mi bacia, ripetutamente, senza sosta. Mi scosto senza fiato e lui ha ancora gli occhi semichiusi, mi sistema le ciocche che ricadono sui nostri visi, sento i suoi respiri caldi sul viso e mi sento così bene in questo momento.

Non diciamo niente per qualche altro secondo, i nostri occhi si cercano, si trovano, sembra che comunichiamo con gli sguardi che con le parole.

Dopo un po' mi dice:" Ti sono piaciute le rose rosse?" Un sorrisetto sta spuntando sul suo viso e io esito un attimo, non mi aspetto questo cambio di discorso.

Just us Together 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora