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Rebecca's Pov.

Cammino velocemente sul marciapiede affollato di una delle strade di Manhattan e controllo per la decima volta il messaggio con l'indirizzo del bar. E' Mercoledi' e dopo non so quanto tempo, sto per incontrare Thomas, ma non capisco perché ha scelto uno dei bar più lontani da casa mia e da scuola.

Sono venuta fin qui in autobus, anche se Alan era molto contrariato e voleva accompagnarmi lui. Ma ho preferito arrivare qui con un altro mezzo, ma da quando sono scesa dall'autobus ho camminato ininterrottamente cercando questo bar.

Guardo sul telefono ancora l'indirizzo mandato da Thomas e mi rendo conto di essere ben distante dalla mia zona. Le vie sono sempre affollate ma non ricordo di esserci mai passata di qui. Mi guardo intorno ma non riesco ad individuare ancora il bar.

La mappa sul telefono mi dice che sono quasi arrivata, quindi mi muovo di qualche altro metro più in là e la mappa mi dice di essere arrivata a destinazione. Alzo lo sguardo dal telefono e finalmente intravedo dall'altra parte della strada un piccolo bar, con una piccola vetrina.

Arrivo davanti il locale e lo guardo dal basso. Dall'esterno, sembra interamente in legno e dalla vetrina si intravedono dei tavoli e qualche persona seduta. Ricontrollo il messaggio e penso di essere nel posto giusto. Ma perché cosi' lontano?

Entro e mi guardo intorno, il bancone è proprio davanti a me, lungo e stretto, dove una signora serve da bere a quelle poche persone sedute al bancone. Il locale è interamente sui colori del marrone infatti è totalmente in legno e quei pochi tavoli sono occupati da circa quattro persone, tutte molto più grandi di me.

La mia tasca vibra e io sussulto ricevendo uno sguardo dalla signora dietro il bancone. Estraggo il cellulare dalla tasca sinistra del giubbotto e noto un nuovo messaggio da parte di Alan.

'Sei arrivata? Se noti che la situazione è strana, basta che mi mandi un messaggio e ti vengo a prendere.'

Sorrido. Invio un messaggio di risposta e ripongo il telefono nella tasca.

'Si', tranquillo. Ti mando un messaggio dopo.'

Non vedo Thomas e sto per indietreggiare e uscire, quando in lontananza, nell'ultimo tavolo, scorgo la persona con cui mi dovevo vedere. Avanzo stringendomi nel mio cappotto scuro, e vado verso Thomas.

Lui non mi ha ancora vista quando arrivo al tavolo e messaggia freneticamente al cellulare, quando tossisco per attirare la sua attenzione, lui alza lo sguardo posa velocemente il telefono nella sua tasca e si alza.

"Rebecca..." Dice e fa un passo verso di me. Io poso la borsetta sulla spalliera della sedia e gli sorrido appena. Mi seggo e lui mi imita schiarendosi la voce. I suoi capelli neri e ricci, sono più corti dell'ultima volta che l'ho visto, tempo fa.

Non mi fido molto adesso, ma voglio sapere del perché del suo strano comportamento con me ed Alan negli ultimi tempi. "Come stai?" Mi chiede e noto che muove freneticamente la gamba, in modo nervoso.

"Tutto bene, e tu? E'da tanto che non ci vediamo." Gli ricordo e lui alza gli occhi verso i miei. Non sostiene il mio sguardo per più di cinque secondi che lo riabbassa, non ha il tempo di aprire bocca che la cameriera viene a chiedere le ordinazioni.

Ordino un semplice cappuccino e lui un caffè, poi la cameriera, dai capelli lunghi e scuri, che può avere sui trentacinque anni, va via. Il mio sguardo ritorna su quello di Thomas, che sembra perso nei suoi pensieri. "Stavamo dicendo..." Dico io per riprendere il discorso di prima e lui finalmente risponde.

"Io sto...bene. Sono stato parecchio...impegnato. Scuola, lavoro e tutto..."Dice soffermandosi diverse volte e il suo sguardo cala di nuovo. Adesso sto iniziando a dubitare che mi nasconde sul serio qualcosa. La cameriera di prima ritorna con le nostre ordinazioni e io prendo il mio cappuccino caldo e ci soffio di sopra per farlo raffreddare.

Just us Together 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora