71

4.2K 144 10
                                    

Rebecca's Pov.

Entro nel locale adornato per la mia festa. Miriade di lucine mi accolgono, i palloncini dorati con la scritta 'diciotto' mi fanno sorridere e quando guardo i tavoli con i colori abbinati peso subito allo zampino di mia sorella e mia madre. E' davvero tutto stupendo.

Mi guardo intorno nella sala vuota, con le labbra schiuse dallo stupore. Guardo che infondo alla sala, c'è l'area dj, alla mia destra il tavolo con le bibite e alla mia sinistra un altro tavolino posto per riporre i regali.

Il colore portante è il rosa, ogni tonalità. Sorrido guardandomi ancora una volta intorno, non ero del tutto convinta di voler usare questo colore. Ma adesso che lo vedo sta veramente bene.

Il mio vestito è di un rosa particolare, è un rosa pieno di sfumature oro. Il vestito è lungo e stretto, lo scollo è a 'V', mette in risalto le forme dei fianchi e scende stretto anche oltre la vita. Dopo aver provato una miriade di vestiti di colori e modelli diversi, non appena ho visto questo e l'ho provato non ho avuto più dubbi.

Solo qualche ciocca di capelli davanti è stata portata indietro da un punto luce, il resto scende in boccoli sulle mie spalle. "Ancora non ci credo che hai diciotto anni." La voce di mia madre arriva alle mie orecchie cosi' mi giro e un sorriso smagliante mi compare sulle labbra.

In questo momento non riesco a non sorridere, perché nonostante tutti i problemi di adesso, mi sento felice. Ho diciotto anni, è il mio giorno. Devo pur sorridere.

"Mamma..."Dico soltanto avvicinandomi e noto che ha gli occhi lucidi. I suoi capelli castani sono sistemati in boccoli e le arrivano sopra la spalla, il vestito che indossa la risalta e adoro come le sta. Le dona molto il blu e il sorriso che mi regala mi contagia.

"Lo so, lo so. Non devo piangere, me lo dicevi anche quando eri piccola e mi commuovevo ai tuoi compleanni o alle recite scolastiche. Sono fatta cosi' che ci vuoi fare. Ma sono diciotto, cavolo. Tesoro non ci posso credere che a Settembre sarai all'università." Si asciuga una solitaria lacrima e con le mani si fa vento per non far colare il trucco.

"Lo so." Le sorrido e sospiro guardando la porta. Mia sorella e mio padre stanno entrando e nel mentre parlano con il proprietario del locale. Continuo a guardare a porta anche se loro ormai sono andati più in là.

"Lo so che lo aspetti. E arriverà. Non provare ad essere triste oggi, signorina. Sarà qui e lo so anche perché, Mary, mi ha chiamata. Quindi se questo ti può fare stare tranquilla, lui verrà." Mi sorride e io sbarro gli occhi.

"Mamma, tu e la mamma di Alan so che siete buone amiche, ma...Per favore, non voglio che nessuno dei due sia in imbarazzo." Le sorrido appena e lei annuisce.

Guarda l'ora e i suoi occhi si fanno attenti:" Oh, ma saranno qui tutti tra un quarto d'ora. E' tutto pronto?" Chiede a voce alta e prosegue verso i tavoli dove una cameriera sta sistemando i bicchieri.

Prendo un respiro e vado verso mia sorella. I suoi capelli, più chiari rispetto ai miei, scendono lisci e liberi lungo le spalle, indossa un vestitino che arriva fino al ginocchio rosso ciliegia e un paio di tacchi non eccessivamente alti.

"Stai bene? E' tutto ok? Sei pronta? No che devo già chiamare Ashley vero? Aspetta chiamo Lea si stava preparando a casa di Ashley sta sera." Comincia a farmi domande a raffica Amber e io la fermo prima che combini qualcosa.

Lea in mezzo a tutto quello che sta succedendo, è tornata dal Canada ieri sera ma oggi, quando sono andata all'incontro con Erick, è rimasta a casa a riposare a causa del lungo viaggio e delle ore di sonno perse.

E' stata anche una cosa positiva perché lei non sa niente del piano e come tutti gli altri non vorrei coinvolgerla, e cosi' sapeva soltanto che dovevo andare a prendere un caffè con un compagno di corso per un progetto. Non vedo l'ora che tutto questo finisca, odio non poterne parlare con le mie migliori amiche.

Just us Together 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora