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Rebecca's Pov.

Il mio sguardo è fisso avanti, nessuno parla, nessuna musica in sottofondo. Sento appena un sospiro alla mia sinistra, poi di nuovo il silenzio aleggia nell'aria. Davanti a me la notte buia, il silenzio nel piccolo abitacolo.

Guardo il paesaggio notturno scorrere attraverso il finestrino, osservo le grandi strade di Manhattan che nonostante l'ora, sono ancora parecchio frequentate. C'è meno confusione rispetto al giorno, ma ancora molte macchine affollano le vie.

Un altro sospiro. Questa volta è da parte mia. Sento il suo sguardo addosso. Magari pensa che mi sia addormentata, ma quel pensiero è rimasto li', nella mia mente. Fisso nella mia testa. La strada si fa meno affollata, segno che ci stiamo avvicinando ai quartieri residenziali.

Ho sempre notato quanto verde c'è nella nostra zona e sinceramente ne sono felice. Il nostro quartiere è pieno di villette con giardino, ma ci sono diversi parchi in questa zona. Decido che forse sia ora di girarmi e affrontare la conversazione.

Mi posiziono meglio sul sedile passeggero e Alan mi lancia un'occhiata di sfuggita poi torna a guardare la strada adesso buia e silenziosa, come noi. Siamo quasi vicino casa e per tutto il tragitto non abbiamo detto una parola.

E' passata la mezzanotte, ci stiamo ritirando dalla festa dell'amico di Caleb, ancora più sconcertati di prima. Dopo aver saputo da Jessica, della sua amica e del voler sapere su di noi, le ho chiesto più volte chi fosse questa ragazza.

Ma la bionda non ha detto nulla, anzi mi ha sorriso si è alzata dal divanetto, davanti i miei e gli occhi di Alan e ha detto:" Non so e non voglio sapere perché questa mia amica abbia chiesto di voi e sinceramente nemmeno mi interessa. Ma ho già sprecato parecchio tempo a parlare con te. Non posso dirtelo anche perché mi ha esplicitamente detto di tenermi questo dettaglio per me. Quindi mi dispiace ma da me avete già saputo anche troppo. Ci vediamo."

E cosi' e andata via, sui suoi tacchi altissimi. Ma quando stavo per alzarmi e chiederle di più, Alan mi ha preso la mano ancora seduto e ha alzato lo sguardo verso di me e ha soltanto detto:" Non ti dirà il suo nome, è stata chiara e conosci bene Jessica. E' una vipera e sono sorpreso che abbia già detto tanto. Andiamo a casa, per oggi è stato abbastanza."

Stavo per controbattere ma sinceramente? Sono stanca, sia fisicamente che psicologicamente. E ora, lo guardo. Mi giro per poterlo guardare ancora meglio e lui si accorge che sono sveglia. Le mani stringono il volante, le braccia tese e le vene sono ben evidenti mentre continua a stringere lo strumento, la giacca di jeans fascia perfettamente le sue spalle larghe e il suo collo è ben in vista.

"Mi stai guardando da parecchio." Lo sento dire con voce roca ad un certo punto. Non me lo aspettavo che se ne accorgesse e cosi' sussulto a quel commento. Il mio sguardo involontariamente risale sul viso, pian piano analizzo la perfetta mascella per adesso rilassata. Poi le labbra, cavolo le labbra, non mi posso distrarre un attimo, che il mio sguardo involontariamente ricade su queste dannate labbra, che amo.

Mi sembra che per un attimo tutti i problemi e le ansie, non esistano. C'è solo Alan nella mia visuale, nessun altro, nessun'altra cosa. E mi sento bene, in questo momento. Nel silenzio, a guardare lui che sa che lo sto osservando, mi sento leggera.

Ancora non ho dato risposta e lui è concentrato a guardare avanti. Mi accorgo che stiamo per arrivare davanti casa mia, mancano più o meno due isolati. Il mio sguardo sale ed ecco i suoi occhi. Non stanno guardando me ma io li vedo, quell'azzurro adesso più scuro. Che esprimono le sue emozioni, che riesco a leggere cosi' bene.

Mi giro e guardo avanti quando la macchina si ferma. Sono confusa, perché si è fermato un isolato più indietro? "Alan, perché..." Ma non ho il tempo di continuare che due mani dolci e grandi mi circondando il viso e delle labbra calde si poggiano sulle mie in un bacio rovente.

Just us Together 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora