2.Soprese Inaspettate

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Il mal di testa con la relativa sensazione, che tutto sembri girare come se il mondo fosse diventato ad un tratto una trottola impazzita,  è uno tra i tanti  effetti collaterali del periodo post-sbronza. E questo solo perché avevo avuto una voglia matta di stare solo con Armie. Il prezzo erano state tuttavia le birre. Che pazzia . Io e l'alcool saremmo stati per sempre  due cose completamente opposte e mai in sintonia. Non mi è mai piaciuto bere. Lo trovavo così superfluo e inutile, dato che il mattino dopo sei più morto che vivo. Al confronto  con me, uno  zombie sarebbe stato più reattivo. E quella era l'esatta figura che mostravo di fronte al reception dall'Hotel.
Vedevo benissimo il mio volto, la mia folta e ribelle chioma nera riflessi nello specchio adiacente alla scrivania. Sembravo più uno zombie che un umano. Il viso era ancora pallido per via dei liquidi che avevo rigettato nel water la sera prima. E le occhiaie beh quelle le ho sempre avute. Eppure c'era un particolare in quel viso che mi inquoteva terrore. Aveva uno sguardo spento. Ma ero io quello li? Certo che ero io. E quello sguardo era una prova evidente che la sera prima, che nelle sette ore precedenti, avevo compiuto un errore. Non di quelli semplici che commettiamo ogni giorno. Questo appartiene alla categoria che definisco "MADORNALI" e che ti influenzano la giornata se non interi giorni. Un piccolo gesto così fugace e allo stesso tempo fatale.  Si, è stato fatale per me. Perché avevo capito che non potevo continuare con questa stupida e frivola ossessione che mi stava attanagliando la mia vita. Una cotta o no, non dovevo baciarlo.
E come uno stupido aspettavo ancora che lui dicesse qualcosa, che mi scrivesse anche un semplice "Ciao" o "Come stai". Invece il mio Iphone rimaneva silenzioso e pesante in fondo alla tasca posteriore dei miei jeans.
"Signor Chalamet. Buongiorno" disse la ragazza dietro il bancone. Non l'avevo vista arrivare, per quanto fossi assorto nei miei pensieri.
"Buongiorno" risposi, cercando invano di schiarirmi la voce.
"Come posso esserle utile?"
"Volevo chiudere qui il mio pernottamento. " le dissi porgendole la carta di credito.
"Ma certo. Aspetti un attimo."  Mentre finiva di inserire alcuni dati nel computer per chiudere il conto, mi misi ad osservarla. La ragazza, che si chiamava Dory, aveva su per giù una trentina di anni. Bassa statura, corpo esile ma ben tonico. Una chioma biondo con qualche sfumatura brunastra. Insomma un tipo carino. Ma la cosa che mi sorprese è che nonostante la sua quarta abbondante, non riuscivo a trovare nulla che mi facesse piacere o meglio che mi aiutasse a capire cosa c'era di bello e sensuale in quella donna.
Ancora io stesso facevo fatica a capire il mio orientamento. Avevo avuto fidanzate negli anni passati. Avevo persino fatto sesso con quasi tutte le ragazze della mia classe. Avevo frequentato per alcuni mesi, anche la figlia di Madonna. Eppure non riuscivo ancora a capire ciò che provavo per il sesso opposto. Fin quando nella mia vita piombò, come una stella cadente in un cielo sereno, Armie e i suoi dannati occhi blu oceano.
Quel giorno non potrò mai scordarmelo. Luca Guadagnino, la sua casa nel nord d'Italia, il mio mese e mezzo di vacanza a Crema, e il rumore assordante delle cicale, sarebbero stati per sempre impressi nella mia mente. Il motivo? Perché proprio grazie a quel soggiorno estivo nella penisola italiana, incontrai per la prima volta Armie.
Alto 1,90 cm e con indosso una tuta dell'adidas nera e converse della stessa tonalità, Armie Hammer era entrato a far parte della mia vita. I primi giorni eravamo ancora un po' impacciati, estranei all'ambiente e in evidente difficoltà. Entrambi avevamo letto i copioni, sapevamo cosa dovevamo fare e soprattutto come. Tuttavia mancava qualcosa tra noi due. Qualcosa che Luca Guadagnino aveva intuito. La chimica. Non potevo non biasimarlo, entrambi eravamo stati presi per interpretare ruoli di due uomini che si innamoravano a vicenda l'uno dell'altro ed entrambi eravamo spaesati e imbarazzati. Così per sciogliere quell'imbarazzo e l'agitazione stessa, il regista Luca ci prestò le sue bici e ci disse di farci un giro per l'intera cittadina, Crema. Giusto per entrare nel profondo dei caratteri di quelli che poi saremmo diventati Elio e Oliver.
Fu credo proprio in quel momento che quando salimmo in bici, mi accorsi che dentro me stava avvenendo un cambiamento. Quel trentenne, riusciva a emanarmi un effetto tranquillizzante. Ma soprattutto quel sorriso con quei piccoli canini da farlo sembrare un vampiro, mi rallegravano e mi facevano venire le farfalle allo stomaco.
"Ecco fatto, spero che il pernottamento sia stato di suo gradimento." Mi richiamò all'attenzione, Dory la receptionist.
"Si" mi limitai a dire.
Mi congedai con un saluto e con il mini borsone mi diressi all'uscita principale ad aspettare il mio taxi.
Nel frattempo, come avevo fatto quasi  tutta la mattina ormai, buttai un occhio sul mio smartphone e quasi mi prese un colpo quando lessi il nome della notifica.
"Armie send you a message" diceva la notifica.
Senza pensarci due volte e con la mano tremante e con il cuore in gola, iniziai a leggere il messaggio.
"Timmy mi sono scordato di dirti ieri, che la prossima settimana io ed Elizabeth festeggeremo il nostro anniversario e vorremmo che tu venissi, impegni permettendo.
Perciò appena vedi il messaggio chiamami o dammi la conferma tramite WhatsApp.
Ciao e buon ritorno a casa.

P.s. Non avercela con te stesso."

Tu sei il mio Oliver ed io sarò il tuo Elio - La Scoperta del CambiamentoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora