5 Giugno 2016
Un giro in bicicletta, cosa poteva farmi? Poteva fare di tutto e credo che sarebbe stato solo l'inizio, pensai stringendomi un braccio attorno all'addome.
Non riuscivo più a liberarmi dalla strana sensazione che avevo addosso. Ero agitato e nervoso. Dovetti stringere più forte il manubrio per quanto avevo le mani sudate altrimenti sarei caduto a terra come un deficiente. A me toccò prendere la bicicletta nera più bassa e con il manubrio già storto di suo, cosa che non mi avrebbe reso di certo facile la stabilità su quel vecchio aggeggio. Hammer invece era stato più fortunato. La sua, bianca e sottile, era adatta alla corporatura snella e atletica. Era era inoltre molto più bravo di me a maneggiarla, dati i suoi movimenti sinuosi e aggraziati sulla bici. Io al confronto sembravo un bambino alle prime armi. E forse era così che apparivo vicino a lui? Ovviamente si, Armie era più alto di me e anche più grande.
Quando arrivammo alla piazza principale, mi ritrovai a chiedergli con naturalezza l'età. Gliene davo su per giù una venticinquina.
"Ventinove" ripeté lui. " tu invece? Sembri un po' più grande dell'età tua."
Tutti quanti, a partire dai miei genitori e amici stretti, mi ripetevano sempre la stessa cosa: dimostri di più di quanti ne hai. Lo dicevano non perché avevo rughe, capelli bianchi prematuri o chissà altro, ma semplicemente dal mio sguardo serio e determinato. Un regalo paterno, pensai.
"Ne ho ventuno..."
"Strano" rispose.
"Perché?" gli chiesi avvicinandomi di più. La stretta allo stomaco si faceva sempre più presente ad ogni centimetro che ci separava e ogni volta che lo guardavo dritto negli occhi.Anziché rispondermi sorrise. Odiavo quel maledetto sorriso. Perché mi tranquillizzava? Perché i miei muscoli dovevano per forza replicarlo?
"Continuiamo?" Proposi montando di nuovo in sella e spostando lo sguardo verso il monumento dei caduti al centro di Crema.
Partì spedito in direzione dell'esterno della piazza. Dovetti pedalare il doppio per restargli dietro. Era tanto agile quanto veloce. C'era qualche imperfezione in quell'uomo? Era perfetto.
"Muoviti franco-americano" disse gridando e ridendo. Anche il suono della sua risata era qualcosa di unico. Cristallina, semplice e contagiosa.
Pedalii anch'io più veloce, riuscendo così a riprendere la distanza che ci separava. Avevo il fiato corto per lo sforzo immane. Sicuramente avrei fatto i quadricipiti nei mesi prossimi, se continuavamo in quel modo. Crema era davvero un paesino carino e tipico. La parte principale che più mi aveva colpito,era senz'altro la seconda piazza dove avremmo girato la scena del bar, stando a quanto detto da Hammer. Lui avendo già letto il copione, (dovevo assolutamente mettermi in pari perché odiavo la sua aria da saputello) identificava egregiamente ogni parte della cittadina. Per questo anziché lasciarmi guidare dalla voglia di scoprire la città, lo seguii silenzioso. Ci inoltrammo verso la boscaglia per tornare indietro, perché per quel giorno poteva bastare. L'indomani saremmo sicuramente tornati ad esplorare altre parti di quel paesino lombardo.
Continuammo a pedalare per altri metri circondati da un paessaggio verde. Era talmente verde da darmi l'impressione di essermi perso in un paese alieno, anziché vicino alle montagne. Il bosco era molto più ombreggiato rispetto al paese e l'aria era più fresca. Mi fermai un attimo ad osservare ciò che mi circondava. Grazie alle lezioni di caccia del nonno, sapevo riconoscere la maggior degli alberi presenti. Ce n'erano diversi: i sempreverdi frai quali spiccavano gli abeti, i pini e il frassino maggiore, poi il faggio maggiore, i tassi e betulle. Il sottobosco invece pullulava di felce che mi arriva quasi al livello delle ginocchia. In lontananza si sentiva lo scroscio dell'acqua di un ruscello. Ero troppo curioso di sapere da dove provenisse. Piantai la bicicletta e la depositai vicino al tronco di un abete caduto.
"Dove vai?" mi chiese sorpreso. Senza rispondere, mi feci strada tra la felce alta e qualche altra pianta arrampicante. Sicuramente avrei trovato tagli per tutte le braccia dato che ero a mezze maniche, ma la curiosità non poteva aspettare. Tra una pianta schivata e un'altra mi ritrovai vicino a un piccolo ruscello.
"Eiiii" sentii gridare dalle mie spalle.
Perché doveva esser così accolloso? Perché non lasciarmi due minuti da solo? Voleva fare amicizia..
"Timotheé" continuò a sbraitare il mio ai quattro venti. Ogniqualvolta sentivo il mio nome per intero mi si arricciavano i peli per la rabbia perché odiavo troppo quel nome francese. Tutti in America (perlomeno i miei amici, dato che a casa era assolutamente vietato dare i nominativi) mi chiamavano semplicemente Timmy o Tim. Eppure, il modo con cui Hammer scandiva le parole, cercando di pronunciare l'accento grave francese nel migliore dei modi, mi faceva ridere.
"Sono qui" dissi.
"Eccoti finalmente. Ma perché ti sei allontanato così velocemente ?" Mi chiese togliendosi i suoi occhiali da sole. Non di nuovo maledizione. Il magnetismo del suo oceano blu era troppo forte da resistergli. Mi ritrovai di nuovo come uno scemo, a perdermi in quegli occhi. Che mi stava capitando? Perché quel tizio continuava a farmi venire la gola secca, il cuore palpitante ogni volta che ci fissavamo?
Era normale, mi risposi. Ancora non ci conosciavamo e provare imbarazzo era una reazione tipica per ogni attore.
"Perché volevo rimanere un po' solo" gli dissi schietto. Si sorprese per la mia risposta, evidentemente non se l'aspettava.
"Ah. Pensavo che volevi fare amicizia... ma giustamente ognuno è diverso. Ci vediamo al casale allora. A dopo."
Perché ora doveva fare l'offeso? Sentii una stretta allo stomaco. Non mi piaceva vederlo così.
"Ehy aspetta...." gli dissi fermandolo giusto il tempo. Non appena lo toccai sentii una scossa elettrica diversa da quella elettrostatica. Questa si propagò in tutto il corpo fino al centro del mio cuore, che prese a battere più veloce. Se ne accorse anche lui e lo capii da come mi stringeva la mano. La sciolsi subito imbarazzato da quello che era appena successo.
"Resta. Conosciamoci meglio altrimenti non sapremo immedesimarci nei personaggi. Siamo partiti con il piede sbagliato Armie - pronunciare ad alta voce il suo nome era stata un'impresa. Avevo difficoltà anche a parlarci ora? Dov'era finita la spontaneità di prima?
"Già forse hai ragione. Ma non ti preoccupare non sono un tipo orgoglioso" rieccolo che sorride e i tamburi ricominciare a suonare sincroni con i battiti del cuore.
"Che ne dici di darci una rinfrescata?" propose indicandomi il ruscello. Non faceva caldo ma comunque una rinfrescata per ripulirmi la faccia dal sudore, non era una pessima idea. Seguii il suo esempio, mi tolsi le scarpe ed entrai in acqua. Non poteva essere calda dato che il ruscello proveniva direttamente dalle Alpi Orobie.
"Ma è congelata" dissi saltando su un piede all'altro per quanto era fredda.
"Fa bene alla circolazione" rispose. Prese tra le sue mani un po' d'acqua e se la buttò in testa, sfregando in fine i capelli. Anche quel gesto era affascinante.
Distolsi lo sguardo di nuovo. Come mai stavo occupando i minuti ad osservarlo? Avevo troppe domande in testa e non trovando una risposta sensata, l'unica cosa che potevo fare era evitare di continuarlo a fissare.
"Ehm Hammer, perché non ritorniamo?" Gli chiesi.
"Perché mi chiami in quel modo?" Rispose con un'altra domanda.
Mi guardò curioso e paziente. Stava sicuramente studiando la mia espressione.
"Come dovrei chiamarti altrimenti?"
"Armie è il mio nome." disse.
Odiavo quegli occhi azzurri; non facevano altro che farmi sentire in soggezione."Si lo so..." mi limitai a rispondergli.
Gli voltai le spalle tornando dove avevamo lasciato le biciclette. Salii in sella, legai le scarpe al manubrio e partii più veloce di prima. Dovevo allontanarmi da quella situazione strana, così elettrizzante da farmi quasi paura e impressione. Non l'avevo mai provato una cosa del genere. Perché proprio ora?****************
Dovetti fare il giro del paese due volte per capire dove fosse la stradina che svoltava per l'imbocco al casale. Ero talmente di fretta da non capire nemmeno dove stessi andando. Per fortuna dopo diversi tentavi, ritornai alla villa di Luca.
"Ce nei hai messo di tempo" disse con la sua voce calda e cristallina. Ovviamente Hammer era stato più veloce di me, perché quell'uomo così misterioso, affascinante e solare, era perfetto in tutto.
Non era arrabbiato per averlo piantato lì da solo nel bosco? Si avvicinò.
"Come mai sei scappato così ? Volevi di nuovo restare solo?"
Eh no che cavolo, pensai... Perché deve sorridermi in quel modo?
"Avevo fame" mentii.
"Si come no." disse scherzando dandomi una pacca amichevole sulla schiena. Ecco la scintilla di prima farsi di nuovo strada sulla mia pelle.
Mi scostai da lui e mi rivolsi contro un po' troppo acidamente.
"Perché cerchi di essermi amico? Non ti basta cercare di rimanere due conoscenti e lavorare solamente?"
Rimase di stucco come nel bosco.
"Va bene. Ma non credere che mi arrenda facilmente."
"Come scusa?"
Che cosa intendeva? Voleva a tutti i costi farsi piacere? Sarà stato anche affascinante ma un po' troppo strafottente.
"Ho notato che sei un tipo restio, stai sempre sulle tue. Ma non pensar che mi arrenda. Ho promesso a mia moglie di farmi nuovi amici e fra questi di certo rientrerai anche tu. A dopo Elio."
Suo amico? Diceva sul serio allora.
"Ma..." iniziai a dire prima che lui mi interrompesse.
"Niente ma. Io sono testardo come un mulo e se non sarà oggi o domani che riuscirò ad avvicinarmi a te, beh ho a disposizione tre mesi per guardarti andare in bicicletta... "
Prima di entrare definitivamente nel casale, si voltò un'ultima volta, trattenne il mio sguardo e come se non dovesse bastare per quella mattina strana, sorrise impeccabilmente.
Potevo oppormi benissimo alla sua testardaggine di far amicizia tuttavia... quell'uomo iniziava a incuriosirmi un po'.
Forse, un altro giro in bicicletta non sarebbe stato affatto male, pensai ridendo.
Stavo ridendo ancora e il merito era solo suo.Non vedevo l'ora che arrivasse l'indomani per poter gustare di nuovo una faticosa pedalata per Crema e ammirare, in segreto, quel suo sorriso e quel suo sguardo, che inevitabilmente avrebbe di nuovo riservato solo per me.
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Tu sei il mio Oliver ed io sarò il tuo Elio - La Scoperta del Cambiamento
Fanfiction!!!!!!!! IN REVISIONE !!!!!!!! «...replicai il gesto di quella notte, portando questa volta, le mie labbra umide e calde su quelle di Tim. E questa volta senza nessuna esitazione, senza paura e vergogna, ma solo e semplice desiderio di averlo...» ...