Non esisteva un momento preciso in cui riuscivo ad essere finalmente felice accanto a lui. Forse era la sua stessa presenza ad esser la mia fonte di felicità a far si che tutti i momenti passati assieme, erano speciali. Per questo non riuscivo a trovare una vera risposta alla mia domanda, fino a quel momento. Il suo modo di dire "ragazzo" mi aveva colpito di più rispetto a tutto ciò che era successo. Come sempre avevo catalogato le cose spiacevoli in una parte recondita della mia mente, lasciando solo esposto il nostro ritorno dalla fine. Anche se, come aveva detto Armie, non c'era mai stata una fine, una frattura si, ma una fine era più che lontana, dato che quello che c'era tra di noi era solo agli inizi. La freddezza con cui avevo pianificato il tutto, alla fine non era servita a nulla se non a ferirci entrambi, a mentenere una distanza che non faceva bene a nessuno dei due, me in primis. Quando ero lontano da lui, anche solo per qualche giorno, mi sentivo perso e inutile, come un puzzle incompleto che necessita del suo pezzo mancante per poter essere finito. Armie era il pezzo mancante della mia vita. Una piccola parte adeguatamente intagliata per poter aderire perfettamente al disegno della mia vita. Credo che la stessa cosa valeva anche per lui. Lo si capiva dal modo con cui mi accarezzava e mi divorava con gli occhi; anche lui andava in crisi d'astinenza nei giorni in cui eravamo separati. Perciò l'idea di restare fuori dalla sua vita non aveva prodotto nessun frutto. Al contrario, aveva solo portato nervosismo, dolore e frustrazione.
Per questo motivo non riuscivo ancora a perdonarmi ciò che gli avevo detto. Non era bastato il suo bacio, il suo abbraccio a ricucire una ferita che mi ero autoinferto e pertanto solo io potevo ricucire. Lui teneva tanto a me da perdonare anche quella cruda situazione passata. Io mi sarei perdonato? Forse si, ma non oggi, pensai.
In quel momento mi importava guardarlo negli occhi e trovare la stessa gioia che provavo nel stare vicini.
Solo questo importava, il resto bene o male costituivano diverse questioni alle quali prima o poi, mi sarei dovuto abituato. La prima in assoluto riguardava il rapporto con la mia famiglia, se così ancora la potevo chiamare. I miei genitori non si erano fatti vivi da 4 giorni, e io per orgoglio e anche perché mi importava poco, avevo intrapreso lo stesso gioco loro: far finta che non esistiamo. La seconda cosa invece riguardava una questione piuttosto spinosa e difficile da parlarne. Il tradimento di Elizabeth galleggiava ancora in aria in attesa di piombare addosso nel momento meno opportuno. Sapevo che dovevo dirglielo, ma come potevo rovinare di nuovo i nostri momenti, quando erano appena tornati ad essere normali?
Mentre camminavamo sulla spiaggia, sbirciai un pochino verso la sua parte. Armie stava pensando e le rughe sulla sua fronte ne erano una prova. Anziché tornare dai suoi figli, avevamo optato di prolungare la nostra "chiaccherata" per altri minuti, camminando nella direzione opposta a dove si trovavano loro.
"A cosa stai pensando ?" gli chiesi mentre gli presi la mano e gliela strinsi attorno alla mia. Avevamo accettato entrambi il fatto che essere bisessuali non era un problema. Lui non si vergognava più e nemmeno io. Se la gente ci avrebbe visti ? Sarebbe stato un problema loro. Stavo imparando a fregarmene dell'opinione altrui, importava la mia e ovviamente la sua. Anche lui la pensava come me? Non aveva paura che la moglie scoprisse tutto?
"Sto pensando alla nostra situazione."
Si decisamente si. Aveva iniziato a ragionare su ciò che gli avevo detto: la relazione era impossibile.
"A cosa esattamente?" Mi feci sempre più vicino finché le nostre spalle non si toccarono a vicenda. Mi piaceva la sensazione della sua pelle liscia a contatto con la mia.
"Credo che debba chiarire con Elizabeth. Io ...."
"La ami.. è normale è tua moglie."
"Si cioè no.... Dannazione non è ...."
"Semplice?" Gli suggerii fermandomi e guardandolo negli occhi.
"Si. Timmy. Io non so come fare. Io la amo, amo i nostri figli e li voglio. Come voglio te" Non sapevo se esserne contento o dispiaciuto, per quello che aveva appena detto.
"Non puoi avere entrambi. Lo sai." Gli dissi con tutta la calma che potei nonostante il dolore che si stava di nuovo propagando a passo sempre più ferrato.
"Perché?" Disse quasi urlando- perché non posso avere entrambi? "
"Lo sai."
"No cavolo"
"Non voglio passare per la figura che non sono"
"Un traditore?" Quella parola era così pesante da percepire gli effetti.
"Si" risposi spostando lo sguardo verso il mare. Il suo azzurro di certo non mi aiutava a concentrarmi.
"Guardami" disse spostandomi il mento.
"Non stiamo facendo nulla di male." Continuò a dire.
Era vero che non stavamo facendo nulla di male. Stavamo seguendo solo i nostri cuori. Ma sapevo che se continuavamo con quella routine, co saremmo spinti oltre e dopo non ci sarebbe stata una via d'uscita. Il tradimento è un atto impuro e imperdonabile, ed io non volevo commetterlo. Non volevo essere come sua moglie, una sporca bugiarda egoista. No non volevo.
"No è vero. Ma ...."
"Ma cosa?" domandò scherzando.
Glielo leggevo in faccia, era confuso.
"Beh io non credo di resistere a certi tuoi ...." arrossii di brutto. Ringraziai le poche ore di sole prese, perché altrimenti non avrei saputo spiegare l'imbarazzo che provavo in quel momento.
"Sei rosso come un peperone. Che succede Timmy? A cosa alludi? "
"Non possiamo continuare perché mi conosco Armie. Potrei fare cose che dopo mi pentirei. E non voglio essere un traditore cazzo. Non voglio. Non voglio." gli dissi picchiandolo dolcemente sul suo petto nudo.
"Non capisco". Disse ridendo.
"Non capisco" gli feci eco, prendendolo in giro.
"Oh non incominciare. Oh ti ...."
"Cosa mi fai Oliver?" Gli chiesi avvicinandomi quel tanto da poter osservare nel suo oceano azzurro, il mio riflesso.
"Questo." Detto ciò, con un unico movimento mi prese e mi caricò sulle spalle con una presa impossibile da spezzare.
"Mettimi giù" gridai ridendo. Come se non avessi detto nulla, partì alla carica in direzione del mare. Riuscì a buttarsi con me sulle sue spalle senza farsi male. L'acqua era gelida rispetto a poco prima.
"È fredda""Te lo meriti. Cosa diamine mi stai nascondendo, Elio?"
Non gli risposi subito. Mi fermai un momento a osservare quel corpo bagnato. L'addome scolpito, i bicipiti muscolosi al punto giusto, quei peli arruffati sul suo torace. Tutto era perfetto.
Ripensai ad una frase di uno scrittore francese del quale non mi ricordavo il nome, ma solo le sue semplici parole.
La bellezza che si cela dietro la semplicità, è la più rara. Essa è difficile da trovare ma non impossibile. Ognuno di noi si troverà di fronte nella propria vita, esemplari di bellezza unici e irripetibili, ma nessuno potrà mai competere con il dono della semplicità.
Ecco Armie, il suo corpo, la sua essenza erano una bellezza semplice e rara allo stesso tempo. Era impossibile non rimanerne abbagliati.
"Timmy" chiamò riportandomi alla realtà.
Persino il suo costume azzurro era perfetto su di lui. Cosa gli avrei detto? "Ho paura che possiamo spingerci oltre e poi potremmo pentircene." Speravo che avesse capito a cosa alludevo perché era un discorso molto imbarazzante.
"Stai parlando di sesso Timmy?" Chiese con voce ferma e seria. Ecco lo sapevo. Era troppo anche per lui.
"Si" risposi.
Si avvicinò sempre di più mentre schizzava acqua a destra e sinistra.
"Pensi che io non abbia paura eh? Ho una moglie, dei figli persino. E non sai quanto ho paura di ciò che sto vivendo. Per me è nuovo. Non sono mai stato attratto da un uomo prima d'ora. Perciò non so come funzionano queste cose."
"Ma..."
"Fammi finire. Non so come funzionano ma so cosa voglio. Timmy io ti desidero non sai quanto. Ho persino sognato che lo facevamo e dio solo sa quanto mi ha fatto arrapare."
Rimasi paralizzato. Mi aveva sognato nudo? Allora non solo io avevo una mente malata. Era normale anche per lui?
"Sei serio o mi stai prendendo in giro?" gli chiesi beffardo.
"Potrei scherzare su una cosa del genere ? Timmy io vorrei baciare ogni centimetro del tuo corpo e non me ne vergognerei. Solo che hai ragione. La questione è molto spinosa e nemmeno io vorrei passare per la figura di traditore."
Alla fine lo aveva capito che la nostra relazione non poteva esistere, quando sia l'uno che l'altro volevamo andare fino in fondo: scoprire la seconda e la terza base. Tutto questo non sarebbe stato possibile perché era sposato e come marito, doveva rispettare il vincolo del matrimonio. Proprio come aveva fatto sua moglie, pensai sarcasticamente. Sapevo che prima o poi avrei dovuto dirglielo perché più andavamo avanti e più le bugie sarebbero venute a galla da sole. Dovevo almeno provarci. Dovevo dirglielo.
"Armie io devo..."
"Dimmi Timmy"
Quel viso avrebbe retto la verità? Forse mi avrebbe creduto, ma sarebbe riuscito a sopravvivere di nuovo? Sarei stato crudele ?
"Ritorniamo?" domandai all'ultimo minuto. Mi spostai sul bagnasciuga lontano dal suo sguardo e dalla tentazione che ne derivava. Non potevo rivelargli tutto. Avrei aspettato.
"È meglio che torni a casa." aggiunsi in fine.
"Tim, verrai domani? " mi chiese con fare preoccupato.
"Se tu lo vuoi."
"Certo che si ragazzino. Però è meglio se stiamo attenti. Non vorrei attirare attenzione."
"No certo che no."
"Ma non cercare di evitarmi o potrei impazzire e smascherarmi." disse appoggiando la sua testa sulla mia spalla.
"No. Non ti eviterò. Non potrei farcela" risposi abbracciandolo.
Ci avviammo così verso la spiaggia dove avevamo lasciato Sors con i due piccoli, camminando affianco mano nella mano e con la vivida speranza che l'indomani ci saremmo rivisti e avremmo sorriso di nuovo.
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Tu sei il mio Oliver ed io sarò il tuo Elio - La Scoperta del Cambiamento
Fanfiction!!!!!!!! IN REVISIONE !!!!!!!! «...replicai il gesto di quella notte, portando questa volta, le mie labbra umide e calde su quelle di Tim. E questa volta senza nessuna esitazione, senza paura e vergogna, ma solo e semplice desiderio di averlo...» ...