4 Giugno 2016
Odiavo profondamente prendere i voli dalla durata infinita. Era una tortura più che necessaria, se volevo arrivare in Italia per girare il mio nuovo film in cui mi aveva preso. Dovevo solo stringere i denti e pazientare. Da Los Angeles sono dovuto tornare indietro a New York per incontrare Jared il mio agente. Ci eravamo dati appuntamento all'aeroporto per agevolare la partenza imminente per l'Italia. Mi ero svegliato la mattina presto verso le 7 e con un trolley e un borsone mi ero incamminato al Los Angeles International Airport per il volo delle 9 con scalo a New York. Da qui, assieme a Jared, che si era già procurato i biglietti il giorno precedente alla nostra partenza, decolammo in direzione di Roma con un'ora di ritardo. Fantastico, pensai acidamente.
Era la prima volta che andavo in Italia e soprattutto nella stagione estiva. Le riprese sarebbero iniziate tra la fine di Giugno e gli inizi di Settembre.
I restanti viaggi, se così potevo definire le vacanze estive familiari, li avevo trascorsi solo ed esclusivamente nella Francia settentrionale. Qui c'erano i miei nonni paterni, Jean-Pierre e Annette Chalamet. Adoravo troppo le vacanze dai nonni, le giornate a caccia con il nonno, il thè delle cinque con la ricca merenda che solo nonna Annette sapeva fare e infine i pomeriggi passati a leggere nella grande biblioteca della villa a Lille. Tuttavia l'eccitazione che stavo provando era differente a quella delle solite estati francesi. Finalmente avrei respirato l'aria tipica della penisola italiana. L'unica rottura di quell'esperienza era senz'altro la durata infinita del volo New York-Roma. Per passar il tempo decisi di leggere la storia del mio prossimo film. Il film si chiamava Call me by your name e trattava un argomento sentito più volte: la scoperta del primo amore. Il punto interessante di quella storia era che dovevo interpretare un giovane diciottenne di nome Elio che si innamorava di un ventiquattrenne americano, Oliver. Sarebbe stata la prima volta a cimentarmi nei panni di un amore tra uomini. Sarebbe stato, inoltre, un risultato diverso rispetto alle mie precedenti pellicole. Per questo motivo e anche su suggerimento del regista, avevo comprato appositamente il libro. Reclinai il sedile leggermente e mi misi a leggere il libro di Andrés Aciman per il tempo necessario ad affrontare l'infinità di quel viaggio.
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«Si prega i gentili signori di allacciare le cinture e arreggersi forte. La discesa per lo scalo a Fiumicino inizierà a breve» disse la voce del capitano nell'interfono, distogliendomi dalla lettura. Ero arrivato quasi alla metà e per dirla tutta, non era per niente male il modo in cui Elio odiava inizialmente Oliver per poi scoprire che quell'odio non era altro che un riflesso dell'attrazione fisica che stava sperimentando. Misi il segnalibro per fermare la pagina esatta dalla quale avrei ripreso a leggere in seguito, e assieme a Jared, scendemmo dall'aereo. Entrammo all'interno dell'aeroporto di Fiumicino. L' aria attorno a noi era secca e afosa. Guardai il grande tabellone degli arrivi e partenze aeree e affianco notai che facevano 27 gradi. Stavo sudando anche senza muovermi. Sorrisi perché quel calore era perlomeno diverso dalla tipica aria estiva della campagna francese.
"Finalmente in Italia" dissi a Jared, ispirando velocemente la calura romana. Lui era sempre stato un tipo silenzioso e meticoloso nel lavoro. Le uniche volte che parlavamo erano o per proposte lavorative o per smorzare un silenzio duraturo di un viaggio stancante.
"Si sono contento" si limitò a rispondere. Come detto, è di poche parole, pensai. Ci accomodammo sulle panchine affianco al check-in ad aspettare che le nostre valigie ci venissero consegnate. Da quello che avevo capito, da Fiumicino ci sarebbe venuto a prendere il regista stesso del film. Non mi ricordavo il suo nome. Gianluca? Oppure era Leonardo Guadagnino?
"Com'è che si chiama il regista?" gli chiesi al mio agente mentre scrutava un signore che ci veniva incontro.
"Credo che lo scopriremo presto"
Evidentemente neanche lui ricordava il suo nome. Guardai anch'io quella persona alta e snella che si faceva largo tra la gente.
"Buongiorno amici... sono io Guadagnino." Disse in un inglese non del tutto perfetto.
Gli andammo incontro e ci salutammo.
"Bonsoir Temotheé- mi strinse la mano per educazione e poi aggiunse in un perfetto francese- "Avez-vous fait un bon voyage?"
"Si" gli risposi. Evitai di parlare francese anche li. Non sopportavo più quelle parole e quegli accenti strani della mia lingua natia. Già era un peso parlarne all'interno delle quattro mura di casa mia, figuratevi al di fuori. Una palese scocciatura.
"Mi fa molto piacere. Aspettiamo le vostre valigie e partiamo subito."
Ci spiegò un pochino come sarebbero andati i prossimi mesi per le riprese di Call me by your name. Avrei passato tutto Giugno, Luglio e Agosto in un paesino vicino Bergamo, nonché città natale di Luca: Crema. Ecco come si chiamava, Luca, pensai osservandolo. Era un tipo solare e ben disposto al dialogo. Saremmo andati sicuramente d'accordo in quei mesi.
"Eccole..." disse Jared recandosi a prendere le valigie. Assieme all'aiuto di Luca, le caricammo su un' auto di vecchia data. Era una fiat ma il modello non lo sapevo affatto.
"Benevenuti in Italia comunque. Per stanotte resteremo a Roma e alloggeremo in un hotel vicino Piazza di Spagna. Domani mattina partiremo a Crema dove ci aspetterà la tua co-star." Mi disse sorridendomi dallo specchietto retrovisore.
Ovviamente ci sarebbe stato un altro attore per il ruolo di Oliver e chissà chi avevano ingaggiato. Magari un altro giovane come me, sulla ventina d'anni. Da quel poco che avevo letto e dalla sceneggiatura inviatami per posta elettronica da Luca, l'attore che avrebbe dovuto interpretare Oliver, doveva presentare i due requisiti essenziali per poter attenersi alla figura originale del suo personaggio: occhi azzurri e una chioma bionda.
Chissà com'è sarà, pensai.
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Tu sei il mio Oliver ed io sarò il tuo Elio - La Scoperta del Cambiamento
Fanfiction!!!!!!!! IN REVISIONE !!!!!!!! «...replicai il gesto di quella notte, portando questa volta, le mie labbra umide e calde su quelle di Tim. E questa volta senza nessuna esitazione, senza paura e vergogna, ma solo e semplice desiderio di averlo...» ...