"Siamo giunti al John Fitzgerald Kennedy International Airport".
Non mi ero accorto che eravamo arrivati. Quel dondolio che la macchina produceva correndo sull'asfalto dell'autostrada e la musica di Chopin in sottofondo, mi avevano cullato in un dolce dormiveglia, lasciandomi indifferente ai luoghi che ci circondavano.
"Quanto le devo?" gli chiesi.
"Fanno 23 dollari " Per fortuna mi ero portato con me qualche banconota da 50. Non le avevo usate perché Armie si era proposto di pagare lui stesso quelle bevute. E il pernottamento lo avevo addebitato sulla mia carta di credito American Express.
Gli dissi che il resto poteva tenerselo. Entrai nel grande salone principale dell'aeroporto e andai alla ricerca del mio volo per Los Angeles. I biglietti li aveva comprati il mio agente circa due settimane prima della premiazione degli Oscar e con sorpresa notai che non si era limitato solo all'andata ma anche al ritorno. Quando torno a casa dovrò ringraziarlo, pensai mentalmente.
Il ritorno era fissato per le 11:00 di mattina. Guardai automaticamente l'orologio affianco al tabellone delle partenze. Mancavano solo 45 minuti alla partenza. Fantastico , ero in anticipo di ben tre quarti d'ora. Puntai di nuovo lo sguardo sul tabellone cercando invano di vedere magari un anticipo del mio volo. Ma niente da fare, il volo per LA sarebbe partito alle 11.
Per perdere tempo andai a sgranchirmi le gambe, passeggiando all'interno dell'aeroporto.
Notai da lontano che vicino al bar centrale avevano aperto un nuovo negozio. Dalle ultime volte che ero passato in aeroporto per le première di Call me by your name, non avevo fatto caso a quel piccolo negozio. Per il solo gusto di perdere tempo, decisi che un salto all'interno non avrebbe guastato.
Quel negozietto che alla fine non era tanto piccolo, si era rilevata essere una libreria.
Era molto affollata. Sicuramente anche le altre persone, come me, stavano cercando in qualche modo di occupare quei infiniti minuti che li separavano dal loro volo.
Cercai qualcosa che attirasse la mia attenzione, come libri d'avventura e fantasy, libri thriller o saggistica. Ma nessuno di questi mi ispirava. Più che altro, leggendo le rispettive trame, parlavano involontariamente sempre delle stesse cose e cioè serial killer, vampiri, storie di amori impossibili, paesi esotici in cui vivono persone aliene. Insomma niente di nuovo.
Passai avanti ai libri classici in lingua francese dato che riuscivo a comprenderla e a parlarla alla perfezione. Ma neanche li trovai qualcosa di interessante. I miei autori francesi preferiti erano Daniel Pennac e Verne. Soprattutto di quest'ultimo adoravo alla follia «Viaggio al centro della Terra». Mi ricordavo che tutte le volte che andavano in vacanza in Francia dai nonni paterni, mi rifugiavo all'interno della grande libreria del nonno a leggerlo.
L'umore di quei giorni però, aveva contaminato anche la gioia di leggere. Che diavolo mi stava succedendo? Non era da me non voler leggere.
"Posso aiutarla?" mi chiese una ragazza .
Appena mi girai e la guardai dritta negli occhi, inizió a squadrarmi dalla testa fino ai piedi.
Conoscevo quello sguardo. Una delle tante fan, pensai.
"Ehm si sono io." Anticipai la sua domanda.
"Wow. Timotheé Chalamet nella mia libreria. O mio dio. Cosa ... Ma .... Perché...."
Era buffa. Non riusciva a parlare e a mettere in ordine due parole. Mi fece ridere.
"Calma respira. "Ripeté fra sé. " CIAO. Sono Jasmine, ti ho visto l'altra notte in tv e ora mi ti ritrovo di fronte. "
"Già"
"Mmi mi po-potresti fare un autografo?" chiese balbettando.
"Certo. Dimmi dove"
"Oh grazie mille. Allora fammela proprio qui." Disse prendendo un libro.
Non mi ero accorto che sulla sua destra, vi erano accatastati l'uno sull'altro il romanzo di Aciman. Non poteva esser vero.
La cover del libro era diversa da quella che avevo acquistato io per immergermi nel personaggio di Elio. Al posto della classica scritta vi era la foto mia e di.... Armie.
Rimasi a fissarla per qualche minuto. tutti quelli che avrebbero comprato la nuova edizione, avrebbero pensato subito ad Elio ed Oliver. Ed io invece ? Io pensavo ad altro. Quei li sulla copertina non erano solo i due protagonisti del romanzo. Io ci vedevo due amici. Uno dei quali iniziava a provare qualcosa al di sopra dei confini di un'amicizia. Armie cosa mi hai fatto?
"Ehy tutto bene ?"
"Si si. Un po' di stanchezza " mentii facilmente. Le firmai la copia e in fretta mi allontanai dai ricordi che quella libreria e quei libri avevano fatto riaffiorare.Non aveva voglia di pensarlo. Almeno non ancora. Volevo porre un certa distanza da quel luogo. Da tutto e da tutti. E casa mia per qualche giorno sarebbe stata la soluzione più idonea per restare per i fatti miei. Solo una volta arrivato avrei pensato a quel bacio fugace, a l'invito per la cena del loro anniversario, ma soprattutto se avessi accettato, come mi sarei comportato? L'avrei guardato dritto negli occhi e avrei fatto finta di nulla, come lui stesso aveva fatto scrivendomi quel semplice messaggio.
Si avrei seguito il suo consiglio. Almeno a questo servono gli amici. Ti sono accanto e ti risollevano su il morale quando sei triste. Non dovevo essere duro con me stesso, così Armie mi aveva detto. "NON PRENDERTELA TROPPO CON TE STESSO."
Facile a dirlo, ma difficile a dimostrarlo perché nonostante l'errore compiuto, lui era libero di essere sempre il marito dolce, fedele e premuroso, invece io ero in trappola. Il Timmy che conosceva lui, che considerava un amico e quasi un fratello, ora era perduto. Perduto nei suoi sentimenti che non avrebbe mai e poi mai potuto occultare facilmente.
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Tu sei il mio Oliver ed io sarò il tuo Elio - La Scoperta del Cambiamento
Fanfiction!!!!!!!! IN REVISIONE !!!!!!!! «...replicai il gesto di quella notte, portando questa volta, le mie labbra umide e calde su quelle di Tim. E questa volta senza nessuna esitazione, senza paura e vergogna, ma solo e semplice desiderio di averlo...» ...