20. E chi dorme più questa notte

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Era davvero successo quel che era successo ? O era un altra stupida e deviata allucinazione escogitata dalla mia mente, a farmi vivere un brutto scherzo?
No. Non poteva essere. Avevo vissuto tutto sulla mia pelle.Il suo dolce respiro si era unito al mio. Le mie labbra si muovevano sincrone con le sue. La mia saliva unita alla sua. Ci siamo  baciati, questo è successo. Armie mi aveva baciato, ed io lo avevo accompagnato nella sua folle impresa.

 Armie mi aveva baciato, ed io lo avevo accompagnato nella sua folle impresa

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Solo questo riuscivo a pensare dopo il suo ritorno a casa. Una notte diversa dalle altre, sempre passata insonne, ma questa per un motivo unico e irripetibile. Questa volta non avevo sognato perché era tutto successo realmente. Prima di andarsene, si era voltato per guardarmi un'ultima volta.
Volevo che non se ne andasse, volevo a tutti i costi che rimanesse li a casa mia con me e la mia famiglia. Perché anche lui era parte di quel nucleo surreale. Poco importava se fossimo stati diversi dalle altre persone in quella stanza. Poco importava se sua moglie lo stava aspettando. Importava solo che lui si era lasciato andare.
Invece la sua famiglia e il suo dovere di padre lo stavano richiamando. Doveva andarsene. Certo era tardi, ma .... altri 5 minuti non avrebbero guastato no?
Non per me. Ma per la sua famiglia si. Ormai aveva deciso se ne stava andando. Stava varcando la soglia dell'ingresso quando accadde quello che mai e poi mai mi sarei aspettato da lui. O forse non me lo sarei immaginato dato che per lui era solo ed esclusivamente un amico.
Eppure dovetti ricredermi subito.
Si era fermato, aveva cinto le sue mani attorno ai miei fianchi,  trattenuto il mio sguardo e sussurrando infine il mio nome: «TIM».
Era scosso, lo si vedeva lontano da un miglio. Combatteva con se stesso.
Ma poi d'un tratto l'insicurezza dei suoi movimenti, delle sue decisioni scomparì del tutto. L'insicurezza e l'indecisione erano stati spiazzati completamente dalla fermezza di ciò che voleva: me; voleva me.
Come avevo fatto io dopo la notte degli Oscar, Armie si avvicinò a due centimetri dal mio viso. Lo guardai prima di quel momento fantastico.
I suoi occhi azzurri si erano mimetizzati e persi nei miei. Quello che avevo di fronte era una persona nuova. Si era abbandonato a se stesso e fu proprio lui a prendermi il viso tra le sue mani e dirmi
«Non so cosa sto facendo e non so se me ne rimpiangerò, ma ora conta ciò che voglio, ciò che desidero dal momento in cui sono entrato.»
Poteva trattarsi di un equivoco ?  No per niente. Armie o chiunque ho avuto di fronte, si era protratto ancora più avanti per stampare un dolce ma lento bacio.
Furono le sue labbra e la lentezza con cui si muovevano a farmi capire, che infondo anche lui provava la stessa cosa che provavo io da mesi: gli piacevo.
Per tutta l'intera notte di Sabato, non avevo pensato ad altro che al mio desiderio finalmente diventato realtà. Mi ero rigirato  e rigirato nel mio lento, invano di prendere sonno o comunque di perdere solo momentaneamente i sensi. Invece la mia mente aveva escogitato tutto un suo piano, anche se questa volta non malvagio come gli altri. Questa volta mi aveva concesso a me il libero arbitrio di ripensare a quei pochi secondi, anzi minuti, del suo bacio.
Nei fui più che contento, una notte passata insonne solo per lui. Per il mio Armie, per il mio Oliver. L'amore è irrazionale, non gli importa cosa tu faccia o come tu progetti la tua vita. Lei è sempre li a disfare i tuoi piani  capovolgendoli completamente. E Armie, con le sue labbra sulle mie, aveva sconvolto la mia esistenza. Il mio orientamento. Mi piaceva sentirmi desiderato da un altro. Una persona del mio stesso sesso. Era sbagliato? No, pensai. Ognuno deve essere ciò che è. Siamo fatti come dio ci ha creati di carne e ossa e di passione e un cuore. Non siamo noi a decidere chi amare o chi odiare, è il nostro cuore l'assoluto sovrano, perché in questo caso lui è l'unico monarca  in grado di comandare. Lui decide chi amare. E il mio cuore aveva scelto il mio collega, il mio migliore amico, il migliore fratello sulla faccia della terra: Armie.
Avevo paura ? Si. Ho una fottuta paura, perché non so come andrà a finire la storia. Non so dove mi porterà il mio cuore e ne fin dove si spingerà. Ma soprattutto ho paura per lui che ha una famiglia e non potrebbe fare altro che abbandonarmi. Per questo se da una parte sono stracontento che lui mi abbia baciato, che finalmente ha riconosciuto la verità in lui, dall'altra sono fermamente convinto che sarà impossibile instaurare un rapporto di quel genere.
Lui è padre e un marito. Io non sono nulla. Sono solo Timmy, un giovane attore, nient'altro che un ragazzo normale.
Per questo ho paura che prenda le decisioni sbagliate per me, ma giuste per la sua famiglia. Io lo voglio ma non posso averlo. Non ora e ne mai.
Non so se per via di quelle  ultime parole pensate o per via della stanchezza sopraggiunta all'ultimo minuto, ma alla fine crollai in un sonno profondo.

Tu sei il mio Oliver ed io sarò il tuo Elio - La Scoperta del CambiamentoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora