"Che ci fai qui?" gli dissi con una voce smorzata dal dolore.
"Io ... " non riusciva a dire una parola per quanto fosse scosso. Lo era anch'io. Non mi sarei mai aspettato di trovarlo li, al mare, a Lung Beach.
Non era possibile che fossero semplici coincidenze. In una spiaggia così grande poi era impossibile incontrarsi se non per una banale coincidenza. Eppure quell'incontro non poteva essere casuale.
"Meglio che vi lascio soli a parlare."
"No" le tuonai contro. Non avevo nulla da dire e nemmeno volevo perdere tempo a capire come era arrivato li. Tanto sarebbero state solo scuse e altre bugie.
"Andiamo Harper."
"Ma io voglio fare il bagno con zio Timmy" disse raggiungendo Tim.
Rimasi sorpreso da quella vicinanza, da come la prese in braccio e stampando un piccolo bacio sulle piccole gote di Harper.
"Andiamo. Dobbiamo tornare a casa" le dissi andandogl incontro.
"Senti quello che ti dice. " la sua voce, il suo modo e il suo sguardo erano dannatamente sleali. Gli ultimi giorni dalla sua assenza forzata, pensavo che fossero serviti ad aiutarmi a dimenticarlo, a provare a rendermi più freddo perciò che era successo e invece eccolo li, con in braccio mia figlia che gli sorride, ed io come un cretino che mi lascio sfuggire un sorriso.
"Perché non parlate. Arreggo io i bambini.Timmy vai" disse Saoirse marcando l'ultima parola.
Volevo parlargli dopotutto quello che mi aveva detto ? Volevo sentirmi dire ancora che non eravamo fatti l'uno per l'altro e che lui era diverso da quello che voleva sembrare?
Per un po' rimasi sulle mie a pensare se accettare o meno. Se avessi fatto finta di nulla sarebbe stato più facile per entrambi, ci saremmo salutati come due conoscenti e poi saremmo tornati sui nostri passi. Timmy con la sua migliore amica ed io con i miei due figli. Era la scelta più giusta da fare e congrua con ciò che ci eravamo detti, vivere la vita senz'altro, lasciare tutto in sospeso ciò che era in sospeso. Ma c'era un problema. Noi non eravamo semplici conoscenti, non ci saremmo mai limitati ad un semplice saluto ma soprattutto i nostri sguardi erano la conferma che la fine non era mai arrivata.
Perciò presi la decisione più sbagliata, fregandomene di ciò che sarebbe successo dopo. Avrei accumulato altro dolore? Sopravvivrò, pensai.
"Va bene. Parliamo" dissi rivolto a lui. Anche Timmy era combattuto se parlare o meno. Glielo leggevo negli occhi che aveva tante cose da dire. Sarebbero state altre bugie? L'unico modo per saperlo era tentare di buttarsi di nuovo nell'abisso che avevamo scavato a vicenda.
"Harper resta un momento con Saiorse va bene? "
"Ci divertiremo un mondo"
Lasciai Saoirse giocare con i miei piccoli, mentre incerto su cosa fare, mi incamminai in direzione del bar. Sarebbe stato meglio discutere di fronte ad una birra almeno mi sarei preparato al meglio ad una probabile dose di dolore.
Mio padre diceva sempre che affogare i problemi nell'alcool non è un buon modo per risolverli. Ma se quei problemi in qualche modo hanno contagiato il tuo cuore, beh l'unico rimedio era proprio quello. Perché l'alcool poteva darti ciò che il cuore spezzato non poteva: la spensieratezza.
Timmy continuava a camminarmi lontano e a guardare dritto avanti a se. Lo potevo capire bene, non voleva di nuovo incontrare il mio sguardo.
"Ti va qualcosa al bar?" gli domandai senza smettere di camminare.
"Si" rispose senza dargli troppo peso.
Claire's at museum era aperto 24 ore su 24. La mattina fino al pomeriggio veniva adibito come bar ristoro mentre la sera, da come avevo letto sui cartelli all'esterno, diventava un pub notturno, dove qualche volta si esibivano anche band musicali.
Aprii la porta che dava sulla spiaggia e lo lasciai entrare.
All'interno era ancora pieno. Alcune persone erano sedute ai tavolini intente a gustarsi il proprio pranzo, mentre altre erano radunate vicino al bancone, chi a bere birra e a vedere una partita di football o chi stava per i propri fatti.
Ci avvicinammo al bancone e mentre aspettavamo che il barista finiva di prendere le ultime ordinazioni, decisi di guardarlo.
"Perché sei qui?" Gli chiesi schietto.
"Potrei farti anch'io la stessa domanda." disse con modo sfottente. Perché era così sexy anche quando si imbronciava? Era davvero il mio paradiso e inferno personale. Mi dannava solo con la sua semplice essenza.
"Lasciamo perdere." Finalmente il barista ci aveva notati e più precisamente squadrò Tim con un modo che non mi piaceva affatto. Si conoscevano per caso?
"Non mi dire, vuoi ancora una fetta di cheesecake?"
Timmy arrossì.
"Ehm no. Non ero io. Era la mia amica."
"Ah giusto. Pardon moi." disse in un francese perfetto. Lo guardai e improvvisamente mi sentii invadere da una strana sensazione. Mi prudeva il corpo per quanto ero teso.
"Mi scusi." Dissi richiamando la sua attenzione.
"Si?"
Era piuttosto strafottente il suo modo di approcciarsi alle persone. Mi stava dando fastidio. "Vorremo due birre".- lo fissai con più vigore e lui fece altrettanto. Era alto quasi quanto me, ed era senz'altro più corposo ma se ce ne fosse stato bisogno, gli avrei tenuto testa facilmente.
"Che ti prende?" Mi chiese Timmy poggiando una mano sulla mia. La scansai subito perché non volevo ulteriori falsi indugi da parte sua.
"Lo conosci?" Mi sorpresi per il tono leggermente adirato.
"Si. Stamane abbiamo fatto colazione qua."
Quindi mi aveva piantato per uscire con un altro ? E che bisogno c'era di dire quelle stronzate sabato scorso ?
Qual'era lo scopo di fingere di non esserlo per poi uscire allo scoperto in quel modo?
"Mi fa piacere per te. Si vede che ne hai bisogno."
Dovevo allontanarmi perché sentivo che presto sarei esploso. Approfittai dell'assenza di quel "nuovo" amico, per andare al bagno.
"Vado al bagno" gli dissi senza guardarlo in faccia.
Traditore, bugiardo, falso ipocrita.....
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Tu sei il mio Oliver ed io sarò il tuo Elio - La Scoperta del Cambiamento
Fanfiction!!!!!!!! IN REVISIONE !!!!!!!! «...replicai il gesto di quella notte, portando questa volta, le mie labbra umide e calde su quelle di Tim. E questa volta senza nessuna esitazione, senza paura e vergogna, ma solo e semplice desiderio di averlo...» ...