9.Per favore non svegliatemi.

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Era stato solo un sogno. Doveva esserlo stato a tutti I costi. Il suo aroma, l'oceano azzurro dei suoi occhi, il perfetto sguardo ammiccante e quel sorriso da vampiro non potevano essere dannatamente veri. Era una proiezione del mio inconscio. Quella che ultimamente mi stava giocando brutti scherzi.
Tuttavia la parte più nascosta della mia mente, era riuscita,  grazie alla raccolta di ogni minimo dettaglio del suo corpo, a farmi ricordare persino il suo magnifico odore. Pino. Sapeva di Pino. Un dolce profumo che mi ricordava quei pomeriggi estivi afosi passati a Crema. 
E poi la sua voce. Calma ma così profonda. Seducente e cristallina. La suo voce era ancora più nitida e perfetta nel sogno che nella vita reale. Stavo impazzendo? Possibile. Ormai la normalità mi aveva  abbandonato da un pezzo. Ma cosa potevo farci se ero completamente preso da lui.
"TIMMY" mi aveva sussurrato al mio orecchio.
Avevo i brividi su tutto il corpo per il suo modo di fare.
"TIMMY" ripeté con più decisione.
"Si" risposi a quella voce magnifica.
"Sei stupendo quando fai finta di dormire."
Lo facevo sempre in sua presenza. Volevo capire se nonostante gli occhi chiusi, lui continuava ad osservare. Perché riuscivo a sentire i spilli che penetravano nei pori della mia pelle ogniqualvolta che mi guardava.
Poi come se non gli bastasse osservarmi, mi toccò il volto. Accarezzò ogni centimetro, ogni parte delle guancie fino a fermarsi sul labbro. Qui delicatamente aveva iniziato ad ondeggiare lentamente da destra verso sinistra e viceversa. Quanto mi piaceva il suo tocco leggere. Non erano quelle cose eccitanti ma bensì piacevoli. Completamente assorto a quel tocco, non mi accorsi nemmeno delle sue labbra umide che si posarono sulle mie, strappandomi un bacio fulmineo.
"Oh Armie" gli dissi senza aprire gli occhi.
Non volevo aprirli. Non ancora perlomeno. Perché nonostante fosse tutto così reale e vivido, una parte recondita della mia coscienza, sapeva che stavo sognando. Che tutto era solo uno scherzo impartito dalla mia fervida immaginazione. Uno scherzo  bello, incantevole ma malvagio.
Riuscii a percepire un cambiamento attorno a me. Il colore di quel sogno, iniziava pian piano a scemare sempre più.
La sua pelle stava divenendo sempre più scura. I suoi capelli come il resto del corpo subì lo stesso effetto.  Persino la sua voce profonda si era sempre di più indebolita. Solo allora capii che tutto quell'insieme di figure ed emozioni erano solo frutto della mi mente insana. Stavo sognando. Stavo sognando cazzo. Per favore lasciatemi qui. Non svegliatemi. Lasciate che rimanga intrappolato per altri minuti in questo posto che chiamano inconscio. Voglio ancora sentirmi chiamare da lui, sentirmi toccare dalle sue dite sottili e morbide. E voglio ancora che mi baci.
Ma stava scadendo il tempo. Lo riuscivo a percepire osservando quel miscuglio di colori che passavano a tonalità sempre più chiare e luminose.  Questa significava solo una cosa: mi stavi svegliando.
Stavo per ritornare nella vita reale. Dove niente di tutto quello sarebbe mai e poi mai successo.
Per favore Dio, lasciami morire con questo ricordo. Non farmi svegliare. Voglio ancora godermi questi pochi minuti con lui. Le preghiere ad un'entità a cui non credevo fino in fondo, si esaudirono.
Riecco il suo volto. Le sue mani, i suoi occhi, la sua bocca. Mi sta guardando e sorride. Dio quando è bello quando sorride, dissi.
Allungai una mano nello stesso istante in cui anche la sua si distese. Incrociammo le dita le une attorno alle altre.
"Ti amo" gli confessai finalmente.
"Lo so."
"Lo so" ripetei prendendolo in giro.
"Presto mi sveglierò" dissi più a me stesso che al suo perfetto sosia impresso nella mia mente.
"Lo so" continuò a dire.
"Io so tutto. Io ricordo tutto"
Detto ciò, la sua figura ricominciò ad aumentare luminosità. Iniziai a non vederci più. E questa volta non potei fare nulla. Perché nello stesso istante in cui Armie scomparí, una luce bianca invase la mia vista.
Ero morto ? Qualcuno dalla su aveva esaudito le povere fesserie che avevo enunciato prima?
Poi però la stessa luce bianca inziava piano piano a colorarsi di altri colori e ad assumere forme diverse. Un cerchio con tante foglie attorno. Una scatola piatta e nera, un'altra più grande e di colore marrone.
Ma dove mi trovo? È questo quello che chiamano paradiso? A me sembra più una...... camera....
Paradiso ? Non ero morto. Anzi ero più vivo che morto. Ero esattamente nella mia stanza da letto della casa d'infanzia.
Mi ero svegliato.
Perciò niente di tutto ciò era stato reale. Avevo semplicemente sognato ciò che desideravo dagli ultimi tre mesi: ARMIE.
Ero impazzito. Ora soffrivo anche di allucinazioni? Maledizione!!!!
"SONO MATTO" urlai contro il soffitto della mia camera.
"Sono matto matto disperatamente uscito di testa."
Lo so, aveva detto. Sapeva tutto. Lui sapeva tutto.  Armie aveva capito il significato di quel bacio.
Ora era il mio subconscio che mi proiettava  i miei desideri sottoforma di quelle parole?
Una cosa possibile per gli infermi di mente come me. Avevo perso la ragione, questo è poco ma sicuro. Eppure se il prezzo di questa magia sono le perfide allucinazioni, allora sono fiero di pagarne ogni profitto. Almeno posso essere felice per qualche minuto senza preoccupazioni, senza delusioni. Essere matti significa questo ? Fregarsene della normalità e tutte le responsabilità che ne derivano ? Se così fosse allora, posso solo dire che essere matti non è affatto  male.

Tu sei il mio Oliver ed io sarò il tuo Elio - La Scoperta del CambiamentoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora