17. Stai cambiando

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"Perché devi essere così bugiardo?" disse Armie, sbattendo la porta della mia camera.
Non l'avevo sentito. Mi aveva seguito, fin nella mia camera dove mi ero diretto per prendere il regalo di mia sorella. Per poco non mi venne un colpo.
"Ma dico sei scemo o cosa ? Per poco non mi prendeva un infarto?"
"Rispondimi" disse del tutto serio e arrabbiato.
"Rispondimi" lo presi in giro, cercando di rendere meno cupa quell'atmosfera.
"Non iniziare a fare il cretino. Ho detto perché mi hai mentito, piccolo bugiardo che non sei altro".
A quel tono iniziai a innevosirmi.
Perché doveva trattarmi in quel modo? Non lo sopportavo proprio in quella sua nuova veste. Era un Armie diverso da quello che conoscevo.
"Bugiardo per cosa, scusami?" gli tuonai contro.
"Su te e Saoirse che vi siete rimessi assieme"
"E su cosa dovrei mentire? Ma soprattutto cosa c'entra lei?"
Gli chiesi del tutto più confuso di prima.
"Vedi continui a farlo Temothee".- niente di buono, quando mi chiamava con il mio intero nome. -" pensi che sia deficiente ? Prima ho parlato con tuo padre, e mi ha detto che te la fai con quella biondina che sta sotto con i tuoi."
Stava insinuando che fossi un bugiardo ?  Che razza ti storia stava blaterando ?

" Ma cosa stai dicendo ? Chi ti ha detto che mi ci sono messo  assieme? E poi da quando ti interessi della mia vita privata." dissi ancora più irritato per la sua sfrontatezza.
"Svegliati ragazzino. Ti ho detto che è stato tuo padre a dirmelo e poi non sono scemo. Vi ho visto come vi tenete per mano e come vi siete  abbracciati."
Non era possibile, stava dannatamente esagerando. Che cazzo gli stava passando in quella sua stupida testa?
"Ma cosa dici? Come mai pensi queste cose?"
"Beh ho immaginato dato che dopo gli Oscar eri cosi giù di morale da piangere a dirotto come una ragazzina...."
Aveva superato il limite.
"Beh hai immaginato male. Perché non è quello che pensi. Pensi male allora."
"Cosa ?" disse lui questa volta sorpreso.
"Pensi sempre che io sia incapace di divertirmi, di cercare di essere me stesso e felice con chiunque io trovi. Che sono uno stupido ragazzo viziato.Ma lasciati dire una cosa. Io non sono un ragazzino ARMIE. TIENITELE PER TE LE TUE CAZZATE E I TUOI PENSIERI DEL CAZZO" gli dissi con tutta la rabbia repressa che avevo in corpo.
Non avevamo mai litigato in quel modo. Anzi non avevamo mai litigato. Perché eravamo arrivati a tanto ? Perché gli infastidiva che avessi una relazione o no con Saoirse? E anche se fosse stato, a lui cosa gliene fregava ?
Mi veniva quasi da piangere ma mi trattenni. Non volevo concedergli anche il beneficio di vedermi ancora più fragile e  ridicolo.
Dovevo andarmene da li. Le quattro mura della mia camera stavano iniziando ad essere opprimenti. La sua voce, il suo volto, il suo sorriso e quei occhi azzurri li detestavo troppo. Fanculo Armie. Lo pensai ma non lo dissi.
Avrei voluto uccidermi e farla finita una volta per tutte per quella  stupida infatuazione che avevo nei suoi confronti. Maledetto americano dagli occhi azzurri. Maledetto io quando ho accettato il ruolo di Elio. Call me by your name sarebbe stata la mia condanna.
Lo guardai un ultima volta dritto negli occhi e quasi mi parve di vedere un luccichio.
"Vaffanculo Armie."
Mi rigirai verso la porta ma la sua stretta mi fermò la spalla.
"Aspetta. Non volevo dirti quelle parole."
"Lasciami, andare ARMIEEE" gli dissi con la voce ormai strozzata dal pianto.
"NO"rispose lui.
"Ti odio. Ti odio" lo dissi con tutto me stesso. Lo odiavo perché lo desideravo troppo. Odiavo me stesso di più perché ero stanco di tutto ciò. Di come le emozioni mi stavano uccidendo.
"TIM non fare così"
"E allora cosa dovrei fare?"
"Sistemeremo tutto."
"Sistemeremo...."
Non finii la frase che subito mi ritrovai stretto all'interno del suo abbraccio.
"Lasciami andare. Armie..." sussurai.
"No. Perché...." aveva anche lui la voce rauca e strozzata.
"Perché ?" Gli chiesi staccandomi quel tanto per poterlo guardare e perdermi nel suo oceano blu.
"Perché ... "
"Ti prego .... vieni al punto" gli dissi con il volto rigato dalle lacrime.
Per la prima volta da quando ci eravamo conosciuti non avevo mai visto Armie così in conflitto con se stesso. E quel luccichio che avevo appena visto prima si tramutò in un fiume straripante.
Stava piangendo.
"Arm" gli dissi allungando una mano per fermare quelle gocce che scendevano dai suoi occhi.
Non volevo che piangesse.
"TU SEI TROPPO IMPORTANTE PER ME." disse con  voce strozzata e con le lacrime che rigavano anche  quel viso perfetto.
Mi bastò solo quella frase. In quel momento non mi importava se   fossero  entrate altre persone. In quel preciso momento, eravamo solo io ed Armie. Un Armie diverso dal solito.
Lo abbracciai forte, anche se avrei voluto baciarlo, ma aspettai ancora perché in quel momento stava succedendo qualcosa dentro di lui. Armi stava cambiando.

 Armi stava cambiando

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Tu sei il mio Oliver ed io sarò il tuo Elio - La Scoperta del CambiamentoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora