La mattina proseguì in modo lento ma progressivo. Dopo colazione i miei genitori se ne uscirono per fare una passeggiata mentre io e la coppia dei due piccioncini, rimanemmo a casa. Pauline e Giacomo erano rimasti in salone, intenti a suddividere le cose da comprare per il loro viaggio dalle altre da portare. Mentre io mi rintanai su in camera mia.
Per passare il tempo e per tenere occupata l'attenzione, che non fosse solo concentrata sul corpo muscoloso di Armie, feci quello che mia madre mi rimproverava da quando ero uno stupido ragazzino con problemi di acne: mettere a posto la stanza.
Controvoglia, accettai l'unica soluzione a quel casino che regnava in quei 50 metri quadrati. Le scarpe di ogni tipo, dai mocassini neri e marroni, alle vans old school e new era di tutti colori, erano sparpagliate tra il resto dei vestiti. C'erano inoltre libri, calzini usati e altri nuovi, una chitarra che avevo usato su per giù due volte, cd dei miei artisti preferiti e infine diversi cappotti di tonalità diverse. Che casino, pensai. Mia madre aveva ragione. Se qualcuno entrava nella mia stanza, molto probabilmente si sarebbe perso in mezzo a quel labirinto di vestiti, cd ed altri effetti personali. Odiavo rimettere tutto apposto, perché lo trovavo una perdita di tempo. Tempo che potevo benissimo usarlo per altro, ma quella mattina il tempo era la mia ultima preoccupazione. Dovevo tenermi occupato e non pensare, perciò l'alternativa era appunto porre rimedio al quel " Mercatino delle pulci" , tanto per citare le parole di mia madre.
Sapevo muovermi nel disordine, perché sapevo con esattezza dove trovare le cose. Armie aveva detto che in un certo senso rispecchiava la mia personalità. Che voleva dire ? Che forse anche la mia vita era tutto un subbuglio ? Un mix di pensieri, parole ed emozioni ?
Si forse era così. Ancora faccio fatica a capirmi a volte e credo solo lui sia riuscito a evidenziare questo mio lato. Che cosa stava facendo in quel momento ? Avrei voluto scrivergli ma come mi ero promesso, volevo che fosse lui a fare il primo passo. Io so cosa voglio. Ora toccava a lui venire allo scoperto. Di certo un semplice bacio non poteva essere considerato una prova del suo cambiamento. Volevo altri fatti o anche altre parole, l'importante è che Armie riconosceva finalmente che non ci si può tirare indietro da niente, nemmeno dal desiderio. Aspettava, ne ero sicuro eppure quel suo aspettare rendeva nervoso me.
"Tim" disse mia sorella, sulla soglia della porta. Non l'avevo sentita arrivare.
"Ehy. " Che voce spenta che avevo e non fui l'unico ad accorgemene.
Pauline continuava a guardarmi. Anzi mi stava studiando.
"Che c'è?" le chiesi.
"Niente niente."
"Entra dai."
Si sedette sul bordo del letto dato che il resto era occupato dai vestiti che avevo piegato. Avevo fatto un buon lavoro, sistemando prima le magliette e poi i pantaloni riutilizzabili e dividendoli da ciò che poteva essere lavato.
"Da quando in quai mio fratello mette la camera in ordine?" chiese ridendo.
"Beh da oggi"
"Ahahha e vuoi che me la beva? Oh no qui c'è sotto qualcosa. Avanti spara."
Pauline come la mamma, era dannatamente attenta ad ogni cosa, persino ai più banali cambiamenti come lo spostamento di un mobile. Inoltre era una brava osservatrice. Perciò aveva capito qualcosa di ciò che era successo ieri sera ? Impossibile. Eravamo sull'uscio di casa, quando Armie mi baciò.
"Sparare cosa ?" Le dissi un po' leggermente preoccupato. Non volevo che sapessero ciò che stavo passando in quel momento. Non volevo essere una vergogna per loro.
"Tim, ti conosco da quando eri in fasce. Sei sangue del mio sangue. E certe cose riesco a capirle. Cosa c'è che non va. Stamattina a tavola eri su di giri. Anzi mi devo correggere, sei così da quando Armie se né andato dopo la mia festa."
Dannazione. Ma è possibile che il mio corpo mi aveva tradito senza che io me ne accorgessi?
" No no ma ti pare." Suonava troppo falso ma comunque fruì il suo effetto: mia sorella aveva smesso di tartassarmi.
"Va bene se lo dici tu. Comunque non rimaniamo a pranzo a casa. Giacomo vuole andare prima al centro commerciale, dice dato che ha aperto da poco ci possa essere troppa gente. Quindi noi andiamo prima. Vieni allora?"
"Certo certo." Sapevo di essere un peso, ma rimanere a casa da solo senza fare nulla equivaleva a suicidarsi nella mia miriade di pensieri. Feci un respiro profondo e soffocai quella sensazione.
"Bene allora ti aspettiamo sotto."
Il tempo di lavarmi i denti, di pettinare il cespuglio che avevo in testa e di vestirmi, ero già pronto per uscire. Scesi giù e assieme rangiungemmo il centro commerciale, tra sguardi curiosi e superattenti di mia sorella. Finsi di non vederli e per poco non mi pentii di quella scelta, ma alla fine potevo contare pur sempre su Giacomo e sui suoi lunghi e sdolcinati baci. Di sicuro l'avrebbero tenuta occupata per un pochino, io invece dovevo solo resistere a raccontarle tutto. Dovevo resistere e basta.
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Tu sei il mio Oliver ed io sarò il tuo Elio - La Scoperta del Cambiamento
Fanfiction!!!!!!!! IN REVISIONE !!!!!!!! «...replicai il gesto di quella notte, portando questa volta, le mie labbra umide e calde su quelle di Tim. E questa volta senza nessuna esitazione, senza paura e vergogna, ma solo e semplice desiderio di averlo...» ...