"Armie aspettami. Sors non voleva trattarti in quel modo." Gli dissi raggiungendolo a metà scalinata.
Gli presi un braccio e lo strinsi attorno alla mia mano.
Si fermò e mi guardò sorridendo.
"Non ti preoccupare. Sono cose vostre. Scendiamo che è quasi ora di tagliare la torta."
Non avevo fatto caso al tempo. Dal momento che ero entrato, non è bastato nemmeno un secondo a pensare al trascorrere delle ore. La cena a buffet si era consumata velocemente come i fugaci baci che c'eravamo dati in segreto.
"Di già ?" Domandai.
"È tardi e la cena non è che può durare in eterno." Rispose sorridendomi.
"No no certo che no" avevo poco tempo per fare ciò che avevo pianificato. Dovevo solo trovare un momento in cui sua moglie era sola e lontana da tutti soprattutto dallo sguardo di Armie e di Pierre.
"Chi la taglierà la torta?" Chiesi di getto. Sapevo che era una domanda senza senso, eppure per me era di estrema importanza. Se fosse stata lei il gioco era fatto. Ma per avere la conferma, la domanda che poteva essere stupida, poteva a sua volta essere essenziale.
"Ho visto la sua amica Caroline che stava aiutando mia moglie a tagliarla. Sono in cucina ora."
Merda non era sola, pensai battendo i piedi a terra.
"Ehy piccolo che hai?" Disse accarezzandomi. La sua mano così delicata mi fece distrarre un secondo dall'agitazione che stavo provando. Calda e così liscia.
"Niente. Vorrei restare soli in una casa tutta nostra, senza persone attorno."
"Pazienta" disse prima di riprendere a scendere le scale.
Armie tornò in mezzo al gruppetto di suo amici, che per fortuna notandolo subito, lo tartassarono di domande. Scrutai la sala alla ricerca di sua moglie. Vidi Pierre dirigersi nella stanza adiacente al grande salone sicuramente diretto al bagno del piano terreno. Approfittai della sua assenza per andare in cucina.
Aveva ragione Armie, Elizabeth era in compagnia della sua amica.
"Timmy ti stai divertendo?" chiese non appena mi vide entrare.
"Moltissimo" risposi acidamenente.
L'amica Caroline, mi lanciò uno sguardo perplesso per la risposta data.
"Bella la torta" dissi vago appoggiandomi sul davanzale dell'isola e osservandole mentre maneggiavano con cura il dolce facendolo uscire delicatamente dalla confezione.
La torta era grande tre piani e stando all'odore dolce che mi stuzzicava il naso, doveva trattarsi di cioccolato. La base esterna era ricoperta di glassa bianca mentre i restanti piani superiori erano di un colore cremisi.
"Posso esservi utile in qualche modo? Di là non ce nulla da fare" aggiunsi in fine. Meglio assumere un comportamento simpatico, se no sarebbe stato difficile avvicinarmi.
"Guarda Caroline stava giusto per portare il vassoio dei capcake di là. Puoi prendere il suo posto se vuoi."
Colsi subito l'occasione perché difficilmente saremmo rimasti soli per pochi secondi. Aspettai che la biondina uscisse dalla cucina e mi avvicinai ancora di più verso la torta. Assecondai le sue istruzioni nel maneggiare con cura la sua opera. L'unica cosa in cui, a parer mio era brava, era sicuramente il suo mestiere da pasticcera. Temporeggiai ancora qualche minuto perché volevo studiarla bene.
"Che dici, può andar bene?" Chiese per spezzare il silenzio imbarazzante, mentre finiva di aggiungere alcuni ghirigori finali.
"Certo piacerà senz'altro a tuo ma....rito....." le dissi incespicando sull'ultima parola. Marito di una traditrice, pensai malevolo.
"A proposito di mio marito. Ultimamente vedo che è troppo su di giri. Persino stasera fa avanti e indietro al bagno. Per caso ti ha parlato di qualcosa? Ho hai notato qualcosa di diverso in lui?"
Dove voleva andare a parare? Mi ero scordato che Elizabeth era una donna piuttosto attenta a ciò che la circondava. Aveva una vista e un intuito che pochi possedevano e credo che proprio questa sua abilità, gli ha permesso di nascondere bene la sua "fuga".
"No non mi è sembrato. Perché?"
"Lo vedo troppo distratto e mi è sembrato, che avesse una storia." Disse guardandomi fisso negli occhi. Per un momento pensai che avesse capito ciò che c'era tra me e suo marito ma poi aggiunse:
"Ha per caso visto qualcuno ultimamente?"
Scoppiai a ridere come un cretino. Non riuscivo a credere di aver sentito quelle parole false e ipocrite.
"Che ci sta da ridere?" domandò irritata.
Era il momento giusto per controbattere o altrimenti non avrei più avuto occasioni.
"Senti da quale pulpito arrivano le accuse"
"Come scusa?"
"Non fingere di non sapere. So tutto. So della tua tresca e del sesso mattutino con il libraio."
Era sorprendentemente scioccata per ciò che gli avevo rilevato. Lei non sapeva che avevo origliato tutto quel sabato pomeriggio. Meglio ancora, sarebbe stato un vantaggio.
"Allora tu... hai sentito ...tutto" notò balbettando per lo shock.
"Certo che so tutto. Ma come ti permetti a farlo venir qui sotto il tuo stesso tetto per di più in presenza di tuo marito." Gli inveii contro con tutta la rabbia repressa che avevo accumulato in quelle settimane. Poco mi interessava se ci sentivano, doveva sentirsi uno schifo.
"Perché l'hai fatto? Hai pensato ai tuoi figli? Ed ad Armie cosa mi dici eh ?
Non rispondeva. Era immobile a fissarmi mentre tremava. Forse avevo esagerato? No se lo meritava.
"Fatti gli affari tuoi" disse voltandosi verso il lavandino. Stava piangendo, bene allora un briciolo di umanità ancora gli è rimasta, pensai acidamente.
"No invece. Sei una persona..."
"So esattamente cosa ho fatto- disse sbraitando in collera- credi ne vada fiera per quello? Credi che non ci pensi all'errore commesso? Sai una cosa .. la colpa non è soltanto mia ma anche di mio marito che da tre mesi che non mi degna di una carezza. Secondo te come dovrei sentirmi" si fece più avanti a braccia conserte.
Non sapendo che rispondergli mi limitai a guardare il suo spettacolino.
Avevo colpito giusto, perché questa volta ero riuscito a padroneggiare la situazione. Nello stesso momento in cui scoppiò in un pianto senza fine, dalla porta, come se non dovesse bastare, entrò Pierre.
Guardò prima me incenerendomi con il suo sguardo omicida per poi passare ad Elizabeth.
"Che succede qui?" Chiese nonostante sapesse già cosa stesse succedendo in quella cucina. Senza notare un suo minimo spostamento, sentii una fitta alla base del naso e solo dopo mi ritrovai a terra steso.
Non riuscivo a capire cosa stesse succedendo ne il motivo del dolore lancinante che si cresceva di intensità sempre più maggiore. Avevo la vista offuscata perché non vedevo altro che puntini di luce.
"Nooo fermati. Che fai. Lascialo.... diamine Pierre"
Pierre? Conoscevo quel nome, la voce.Sentii una seconda fitta alla base del costato e una massa pesante che spingeva sulla gamba sinistra. Ma che diavolo stava succedendo? Non sapevo il motivo, ma automaticamente mi portai le mani sul volto. Non sbaglii di fatto. Qualcuno o qualcosa aveva iniziato a picchiare forte contro le mie mani.
"Fermati cazzo."
"No il piccolo frocietto deve imparare a farsi i cazzi suoi."
Riuscii a mettere a fuoco dopo un po' di tempo e capii il motivo di quella fitta lancinante. Avevo il naso rotto e il calore che avevo sentito poco prima era il sangue che zampillava come una fontana. Vidi Pierre che continua a pressare con il suo piede la parte interna della mia gamba e con esso un ulteriore dose di dolore. Elizabeth cercò di fermarlo ma più ci provava e più lui mi sferrava cazzotti alla bocca dello stomaco. Sputai sangue e iniziai a respirare male.
Stavo per morire? Il fuoco di quel tradimento era riuscito a prendere il sopravvento. Avevo di nuovo sottovalutato la situazione e come sempre mi era sfuggito dalle mani. Ora, come aveva detto Saoirse, stavo pagando le conseguenze. Ero stato di nuovo scottato e questa volta pesantemente. Il dolore iniziò a sua volta a salire alla base del costato ed ogni respiro era una pugnalata.
"Ma che cazzo succede? Pierre fermatiiii" no ti prego quella voce no.
Ero stordito ma comunque riuscii a capire a chi apparteneva quel timbro. Caldo, sottile e dannatamente piacevole.
"Armie" dissi tossendo.
Poi tutto il resto fu una sequenza di immagini e momenti veloci. Vidi Pierre indietreggiare infuriato e Armie accanirsi sul suo volto da prepotente. Un vetro in frantumi, la torta caduta terra, le urla di Elizabeth.
"Figlio di puttana" tuonò Armie sferrandogli calci in faccia. Vidi due degli amici, Kelly e Colin che accorsero in cucina per separarli. Sors a sua volta giunta per il grand baccano, urlò vedendomi a terra immobile e agonizzante.
L'ultima cosa che ricordo fu le braccia di Armie che mi tiravano su e mi diceva:" Non è successo nulla. Timmy, piccolo ti prego rispondi..... "
"Fa ... male" riusci a dire prima di cadere in un profondo abisso.
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Tu sei il mio Oliver ed io sarò il tuo Elio - La Scoperta del Cambiamento
Fanfiction!!!!!!!! IN REVISIONE !!!!!!!! «...replicai il gesto di quella notte, portando questa volta, le mie labbra umide e calde su quelle di Tim. E questa volta senza nessuna esitazione, senza paura e vergogna, ma solo e semplice desiderio di averlo...» ...