VII -Adesso c'è Veronica.

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Trieste, 15 febbraio 1998

Giulia, ovviamente, era un'altra faccenda.

Francesco la supplicò per farsi presentare Veronica, all'inizio non aveva voluto saperne, la biondina era una brava ragazza e il suo amico uno stronzo allergico ai legami seri.

In realtà il ragazzo non aveva mai avuto niente contro le storie serie. Anzi nella sua famiglia, i suoi nonni e i suoi genitori avevano delle storie bellissime, era cresciuto credendo nell'amore, convinto che quando avrebbe trovato la donna giusta sarebbe stato per sempre; solo che a diciassette anni appena compiuti quello che voleva era divertirsi.

Poi quando Giulia aveva capito che si era invaghito sul serio, li aveva presentati.
Francesco, aveva mollato le tipe con cui stava, già prima di conoscerla e sapere se avesse una possibilità, cosa mai fatta in precedenza!

Veronica si dimostrò una tosta, l'aveva tenuto sulla corda quasi tre mesi e dopo, finalmente, si misero insieme. A distanza di otto mesi, però, i loro rapporti erano ancora limitati a qualche leggera strusciata. Tutti gli amici all'inizio pensavano che si sarebbe stancato presto, ma si sbagliavano.

Giulia, i primi tempi, non le dava troppa confidenza, allora il ragazzo le aveva chiesto se per caso non le piacesse, la sua risposta era stata inaspettata:

«È il contrario, cretino, mi piace un sacco, è carina, dolce e intelligente. Ma tu sei mio fratello e se mi affeziono troppo, quando farai lo stronzo, non riuscirò a voltarle le spalle per essere sempre amica tua. Così la evito e non sarò io a doverla consolare, ma mi dispiace, avrebbe potuto essere una buona amica».

«Non vi chiederò di scegliere tra me e lei, se faccio lo stronzo, state dalla sua parte, lei è diversa, se lo merita, diventa sua amica, e rimani tale. Mi faresti felice. In più non farò lo stronzo, mi piace molto Giù!»

«Frà, state insieme da quasi tre mesi e so che non ci sei andato a letto, quanto puoi resistere ancora? Ti conosco...»

«Tutto il tempo che occorre, non è come le altre non le metterò fretta, e comunque tu che ne sai che ancora noi...»

«Uno me lo avresti detto, perché tra noi i segreti non esistono e perché ti piace vantarti, due me l'ha detto lei. Non si sente pronta ma vorrebbe farlo per non perderti, ha paura che ti stanchi di aspettare». Rispose Giulia, a metà tra lo scherzo e la preoccupazione.

«Che e le hai consigliato?»

«Di aspettare, le ho detto che deve fare sesso solo quando si sente pronta lei, non per compiacere gli altri, mi dispiace, ma la penso così, e come ti ho detto, non se lo merita...»

«Hai fatto bene invece» sussurrò lui con un sorriso.

«Ti senti bene? Non ho capito!»

«Ho detto che hai ragione, la prima volta non torna, non avere fretta e spero non ne abbia neanche lei, cioè... non fraintendermi... da un lato vorrei che si decidesse, ma vorrei lo facesse solo quando è sicura e io aspetterò il tempo necessario.»

Erano passati cinque mesi da quella conversazione e stava ancora aspettando, anche se, la sera precedente dopo una fantastica cena romantica, gli aveva detto che ci stava pensando.
La cosa più incredibile, però, era avvenuta quando avevano passeggiato in Piazza Unità d'Italia e nel Molo Audace, fino al pub Grumula, che prendeva il nome dal lungo mare poco distante. Il locale, dove avevano raggiunto gli altri, era situato non lontano dalle case di Francesco e Giulia, i ragazzi lo avevano eletto a punto di ritrovo serale, era piccolo e poco noto, perfetto per il loro gruppo.

La serata precedente, era stata la più bella della vita dei due ragazzi, dopo esserci baciati, seduti ai piedi della Fontana al centro della piazza, si erano detti di amarsi, Veronica lo aveva detto per prima, e Francesco non era mai stato così felice.

Era stato un momento magico. Non ne avevano ancora parlato ai loro amici, ma la consapevolezza di essere ricambiati dava nuova forza e vigore al rapporto, ora sapevano entrambi che sarebbero stati insieme per sempre.

Come primo atto, per dimostrare la bontà dei suoi sentimenti, Francesco decise di non lasciarla sola di domenica, avrebbe fatto una cosa nuova per lui, così disse:

«Amore, vieni a pranzo da me, staremo insieme anche di pomeriggio e poi ti riaccompagno da tuo padre stasera e se vuoi puoi restare anche a dormire...»

«Mi hai detto che non hai mai portato nessuna fidanzata a pranzo dai tuoi...» Disse Veronica emozionata, ma anche un pochino spaventata.

«In realtà non erano mie fidanzate, erano frequentazioni superficiali, con te è diverso, lo sai...» Le disse baciandole le lentiggini sul nasino una ad una. Lei sorrise e chiese timidamente:

«perché?»

«Perché, non sono mai stato innamorato di nessuna di loro, ma lo sono di te... Lo sai.» Le posò un bacio sulle labbra.

«Ti amo.» Disse Veronica, felice come la sera precedente, sotto la Fontana dei Quattro Continenti.

«Anch'io ti amo». I due si avvicinarono per scambiarsi un altro bacio, esistevano solo loro, si erano dimenticati del mondo e dei loro amici ancora accoccolati nel letto, sotto la coperta che scaldava tutti e quatto. Ovviamente Giulia non aveva dimenticato loro.

Edo guardò in viso l'amica con gli occhi pieni di lacrime ed emozioni, era felice per gli amici, e allo stesso tempo era triste per sé.

Prima che i pensieri di autocommiserazione del biondo attecchissero troppo, Giulia sorrise e gli fece un occhiolino e si lanciò sopra i due fidanzati un attimo prima che si potessero baciare. Li abbracciò e urlò come una pazza:

«È magnifico, quando volevate dircelo? Sono così felice per voi! Anche tu vero Edo?»
La giovane tirò un braccio all'amico per riscuoterlo dal torpore e dall'imbarazzo, anche lui si disse felice, nonostante una piccola fitta di tristezza. I ragazzi si abbracciarono e si scambiarono pacche sulle spalle, mentre le ragazze ridevano strette l'una all'altra. Fu un momento festoso e divertente che terminò a cuscinate lasciandoli distrutti e ansanti.

L'ora di pranzo era vicina e i ragazzi lasciarono casa di Edo per dirigersi tutti insieme verso il mare, dove, a tre civici di distanza si sarebbero separati per pranzare Ragù alla triestina da Giulia e il piatto forte della madre di Francesco: Baccalà al pomodoro e patate in tecìa.

I Ragazzi della città del ventoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora