XXVI -Fine settimana a Gorizia.

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Gorizia, 18 aprile 1998

La settimana era finalmente passata, Sara normalmente il sabato sarebbe rientrata a Trieste, ma questa volta si trovava costretta a restare a Gorizia, era arrivata martedì notte aveva molte lezioni da seguire, non poteva permettersi il rientro. In realtà avrebbe dovuto iniziare a tornare ogni quindici giorni, ma ancora non si era decisa.

All'inizio dei suoi studi era fidanzata con Fabrizio, in quel periodo qualche volta era rimasta a Gorizia, il loro rapporto era così soffocante che non aveva voglia di sentirsi sgridare appena si vedevano, ma purtroppo non poteva farlo spesso perché la sua gelosia era andata peggiorando.

Quando si erano lasciati, per un periodo aveva fatto i quindici giorni a Gorizia, si era sincronizzata con le coinquiline ed era stato comodo per studiare e pulire, ma anche divertente. Erano andate a ballare e a trovare delle amiche, scambiandosi cene a casa dell'una e dell'altra.

Adesso, da quando aveva iniziato a frequentare Pietro, non sopportava di restargli lontana.

Ma quella settimana non poteva tornare in alcun modo, la cosa l'aveva depressa un po', soprattutto quando aveva saputo che nemmeno le sue coinquiline sarebbero rimaste, ma tutto era cambiato quando la sera del venerdì aveva sentito il suo ragazzo al telefono.

Lui le aveva detto che le avrebbe fatto compagnia, che se voleva sarebbe potuto andare a trovarla.

Pietro poteva rientrare a Trieste, ma la prospettiva di poter stare con la lei era allettante, sarebbe stata la prima volta che potevano stare insieme più di qualche ora e in un luogo intimo.

Sara fino a quel momento, era stata abbastanza avara di effusioni, mentre lui ci aveva provato apertamente fin dall'inizio, anzi di più all'inizio.

Adesso era più calmo, non che i suoi desideri fossero cambiati, anzi forse si erano acuiti, però sapeva di meritarsi la sua sfiducia, e quindi cercava di rispettarne i tempi.

Pietro non aveva mai avuto relazioni importanti, con Sara era tutto diverso, a entrambi piaceva la compagnia e divertirsi, ma c'era molto più di questo, lei era dolce e sincera e lui adorava stare semplicemente fermo a guardala ridere.

Non sapeva se sarebbe stata la donna della sua vita, ma ogni giorno che passava ne era più convinto.

Il fatto che non fosse saltata subito nel suo letto era un'immensa e frustante rottura di palle, ma era anche dannatamente eccitante, Pietro la desiderava sempre di più.

Probabilmente durante il fine settimana sarebbe riuscito a vincere le sue ritrosie, ma in ogni caso quello che desiderava di più era vederla. Per un attimo aveva avuto paura che rifiutasse, ma poi lei, aveva accolto la proposta con un entusiasmo persino maggiore del suo. Questo atteggiamento lo aveva infiammato.

Era corso alla stazione di Santa Lucia a comprare un biglietto per le otto e cinque, ci avrebbe messo meno che tornare a casa, sarebbe stato da Sara poco dopo le dieci e avrebbero passato insieme il fine settimana.

Quando arrivò alla stazione di Gorizia prese un autobus e si recò in via Alviano, dove Sara viveva non lontano dalla sede universitaria. La ragazza sarebbe voluta andarlo a prendere, ma lui non aveva voluto che uscisse a quell'ora, il percorso era piuttosto isolato. L'ulteriore mezz'ora che lo aveva separato da lei gli era parsa un'eternità, ormai non vedeva l'ora di arrivare.

Sara aveva già cenato, e si era cambiata tre vote, prima aveva messo una gonnellina blu corta e stretta con delle calze velate dello stesso colore ed una camicia ampia di raso color panna, era davvero carina, ma forse troppo elegante.

L'aveva tolta per indossare una tuta da ginnastica, in fondo era a casa sua, sarebbe stato strano farsi trovare in abito da sera!

Poi si era guardata allo specchio e si era sentita orrenda, alla fine prima che Ornella, la sua coinquilina esperta di moda partisse, si era fatta consigliare e aveva optato per dei Jeans scuri con i bottoni, e una camicetta ampia color ruggine.

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