Trieste, 20 febbraio 1998Pietro non riusciva quasi a credere che alla fine avesse accettato.
Sara non voleva vestirsi particolarmente elegante, voleva mantenere l'atmosfera amichevole e non da appuntamento romantico, sperava che lui la portasse in una pizzeria.
La serata prometteva bene, anche se il locale era semplice, c'erano, comunque, una splendida Trieste notturna e un ragazzo che, nonostante l'abbigliamento non fosse molto più ricercato di quello del pomeriggio, jeans neri, una felpa e il chiodo in pelle a completare il quadro, era sexy e sapeva di esserlo, deciso a sfruttare a proprio favore l'occasione, trasformando la serata in un vero primo appuntamento.
Nonostante l'imbarazzo iniziale, la complicità raggiunta allo studio, ritornò ben prima di arrivare al locale, che si rivelò sì una pizzeria, ma accogliente e con un'ottima varietà.
Sara si divertì molto, anche se Pietro riuscì a riportare la discussione sull'ex ragazzo della sua compagna. La fine brusca del discorso lo aveva lasciato con un senso di fastidio e insoddisfazione, voleva avere maggiori dettagli e non sapeva nemmeno lui il motivo, gli ex delle sue frequentazioni non lo avevano mai interessato.
«Quindi, il tuo ex ti manca?»
La ragazza iniziò titubante,
«Non saprei... a momenti molto, come la settimana scorsa...» Pietro si ritrovò a metterle una mano sul braccio, con un sorriso dolce e più sincero, senza la malizia e l'ironia di quelli che lo avevano preceduto, per invitarla a proseguire. Oltre alla propria inquietudine aveva l'impressione che parlarne sarebbe servito anche alla ragazza.
«Per San Valentino? Non ti sei persa granché. Vi siete lasciati da molto?»
«No, solo da un mesetto e ancora mi sembra un poco strano, tutto qui» rispose.
«Stavate insieme da tanto?»
«Tre anni.»
«Beh, non era una storia da poco allora, sono indiscreto se ti chiedo come mai è finita, non mi sembri felice della cosa» e su questa osservazione entrambi notarono il suo tono leggermente infastidito. Durò un attimo, tanto che Sara pensò di averlo solo immaginato, il suo sorriso tornò a splendere giocoso.
Dio era bellissimo!
Pietro, cercò di recuperare il tono menefreghista e noncurante, con un sorriso seducente, di quelli che aveva brevettato da anni e che non mancavano mai il loro scopo, ma in realtà si sentiva insicuro, cazzo, era così carina, e con quell'aria sperduta!
Non aveva mai avuto tanta voglia di abbracciare una ragazza, che non fosse sua sorella Luisa, così, solo per consolarla. In più sapere che ancora soffriva per il suo ex lo infastidiva in modo nuovo. Si accertava sempre che la sua nuova conquista fosse libera, non cercava l'amore eterno, ma mai dire mai. Poi non era tipo da cacciare nel terreno d'altri, anche se questa volta non era sicuro che non ci avrebbe provato ugualmente con Sara, era davvero così graziosa, piccola come una bambola... Dio ma che cazzo gli prendeva?
Doveva darsi un contegno e una scrollata, infondo non la conosceva nemmeno, che motivo aveva di infastidirsi? Eppure, l'idea che lei lo amasse ancora lo disturbava parecchio.
Allargò il sorriso e si concentrò su quello che lei diceva.
«Non è stato facile, anche se ho chiuso io la relazione ci ho sofferto parecchio.»
«Non deve essere una cosa semplice da fare, è una bella responsabilità con tre anni alle spalle, ma se non lo amavi più hai fatto bene.» Le sorrise ancora e adesso aveva l'aria soddisfatta, Sara non lo capiva proprio, e anche Pietro aveva difficoltà a capire il perché si sentisse bene nel sapere che era stata lei a chiudere...
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I Ragazzi della città del vento
ChickLitIl romanzo è una sorta di family dramma e di teen story, ambientato a Trieste a partire dal 1998. Si ricollega al mio primo romanzo "E l'inverno finirà" (in vendita in tutti gli store on-line). È un romanzo corale, in cui si narrano le vicende delle...