Baia Sistiana, 4 settembre 1998
Andrea, trattenne il respiro, Giulia si appoggiò al suo braccio premendo con tutto il fianco sul suo, il suo corpo di diciassettenne, si risvegliò all'istante e il viso gli divenne rosso.
Lo sapeva che si sarebbe reso ridicolo, ma lei lo arpionava talmente forte, strusciandosi ad ogni passo, che non poteva farci molto, la sua eccitazione cresceva, il suo battito cardiaco era talmente accelerato da sfiorare l'infarto. Non aveva mai avuto una ragazza che gli piacesse tanto così vicina, in più Giulia era la ragazza più bella dell'istituto, praticamente miss Petrarca in carica, avrebbe sfidato qualunque suo compagno a non eccitarsi con il seno della ragazza appiccicato al braccio!
Finalmente l'inglese si era tolto di mezzo, Giulia non lo trovava antipatico e nemmeno brutto, ma non le importava nulla di lui, lei voleva stare con Andrea e trovare il modo di fargli capire che le interessava. Ormai aveva fatto di tutto, tranne infilargli la lingua in bocca, ma forse non era una cattiva idea!
Che proprio la trovasse brutta?
Tutti le dicevano che era bella, perfino Edoardo le aveva detto che se non fosse stato gay lei sarebbe stata la sua donna ideale, aveva sempre pensato che lei fosse bella sin da quando erano piccoli.
Magari Andrea era gay?
No, ci avrebbe provato con Edo, lui era bello, le compagne di classe ci civettavano comunque, erano ridicole!
Forse gli era antipatica, ma non credeva, era sempre stato gentile con lei, non capiva.
Alla fine, erano rimasti indietro ed erano soli, gli altri erano scomparsi dietro la curva, Giulia doveva sapere:
«Posso farti una domanda?» Chiese dolcemente, cercando di comportarsi come le smorfiose di classe sua, anche se non ne era capace, lei era più diretta, forse un pochino maschiaccio.
«Certo, cosa v-vuoi sapere?» Chiese Andrea, titubante, era arrossato e sudato, ed era tenero come un cucciolo.
Giulia lo trovava adorabile, con quei riccioli color cioccolato e gli occhioni grigi spalancati nascosti dietro un paio di occhiali che non gli stavano bene, ma Giulia lo aveva visto senza, ed erano occhi bellissimi, sospirò e chiese:
«Io ti piaccio?»
Andrea, si fermò, e rimase stupito a guardala, forse si era accorta del suo stato, Dio che vergogna, voleva morire!
Arrossì, così tanto, la gola gli si annodò, non era sicuro di riuscire a parlare, per dire cosa poi?
Doveva scusarsi, forse pensava fosse un maniaco, o mamma! Cosa doveva fare? Meglio sembrare patetico che maniaco... Sì, decisamente! Non è che avesse soluzioni, se lei si era accorta che lui... Ma certo che si era accorta o non avrebbe mai chiesto niente di simile!
«Scusami, i-io, mi vergogno, n-no so cosa penserai di me... Non l'ho fatto a posta giuro è che, cazzo...» Divenne ancora più rosso e non riusciva a guardarla in viso.
«Calmati, non ho capito di cosa ti scusi, ti ho fatto una domanda facile, ma se non ti piaccio non devi vergognarti, dillo e basta...» Disse Giulia, che non aveva capito nulla ma stava perdendo le speranze.
Andrea prese un respiro e scosse la testa,
«Oh, no, tu mi piaci molto, sei stupenda, come potresti non piacermi? Per questo scusami è successo per quello, s-se no non mi ca-capita giuro! Ma non ti darò fastidio, io... Dio che vergogna!» Il ragazzo si coprì il volto con le mani e continuò a guardare a terra e non si accorse dell'espressione stupita ma felice di Giulia.
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I Ragazzi della città del vento
ChickLitIl romanzo è una sorta di family dramma e di teen story, ambientato a Trieste a partire dal 1998. Si ricollega al mio primo romanzo "E l'inverno finirà" (in vendita in tutti gli store on-line). È un romanzo corale, in cui si narrano le vicende delle...