Trieste, 31 dicembre 1998
La festa era in pieno svolgimento, i ragazzi si divertivano, la cena era stata allestita nella sala da pranzo e nel salotto, in sottofondo lo stereo suonava Ligabue e i Litfiba.
La musica, era stata scelta da Pietro, Edoardo avrebbe preferito sentire Zucchero, ma ad alcuni non piaceva e quindi si era dovuto accontentare, tolto questo piccolo dettaglio, la serata stava trascorrendo in armonia.La cena, preparata dalle ragazze, aveva riscosso un ottimo successo, alcuni poi, avevano contribuito portando alcuni cibi cucinati dalle madri. Ad aumentare l'allegria generale, contribuivano le birre che i ragazzi avevano iniziato a consumare già dall'inizio della serata.
Pietro, si trovava seduto a fianco di sua sorella Luisa, aveva notato che, per tutta la sera, l'unica cosa che aveva bevuto, a parte l'acqua, era stata la coca-cola. Quando aveva cercato di offrirle un po' di birra, che in genere beveva volentieri, lei aveva rifiutato. Pietro inizialmente non ci aveva fatto attenzione, aveva iniziato a trovare la cosa strana solo quando l'episodio si era ripetuto un paio di volte. Allora scherzando le aveva detto:
«cosa hai stasera? Non sarai incinta?»
Rise, ma si accorse che né Luisa né Franco facevano altrettanto. Rimase un attimo interdetto, poi, continuando a guardare la sorella, disse:
«stai scherzando? Luisa, non farmi preoccupare!»
Rimase ad aspettare una risposta che non arrivava, i due ragazzi lo guardavano immobili, alla fine fu Franco a prendere la parola per entrambi. Strinse la mano di Luisa, quasi a farle coraggio o forse a farsi coraggio e con un sospiro disse:
«volevamo aspettare un momento diverso, ma a questo punto, un momento vale l'altro.»
Si alzò in piedi, richiamò l'attenzione generale e disse:
«ragazzi un attimo di attenzione! Voglio fare un annuncio. Io e Luisa, il 25 aprile ci sposiamo.»
«È uno scherzo?» Chiese Pietro, anche se aveva la strana impressione che non lo fosse affatto.
Sentiva una morsa sullo stomaco, era impossibile, non poteva essere vero. Sua sorella era al secondo anno di università, così come Franco del resto; come potevano parlare di matrimonio? E poi perché tanta fretta? Possibile che fosse davvero incinta?
A Pietro girava la testa. Sara, altrettanto sconcertata, strinse la mano del suo fidanzato e guardando la cognata diede voce ai pensieri di Pietro, era come se potesse leggerli nei suoi occhi.«Dite sul serio? Perché tanta fretta?»
Luisa avrebbe voluto rispondere, ma non riusciva a parlare; nella sala si era fatto silenzio, l'attenzione era tutta su di loro. Franco prese un respiro profondo e intervenne ancora una volta:
«non siamo mai stati più seri, abbiamo fissato la data proprio ieri.»
Pietro non riusciva più a trattenersi, era convinto di conoscere la risposta e avrebbe voluto aspettare per parlare in privato, ma si ritrovò a chiedere davanti a tutti:
«perché?»
I due ragazzi si guardarono in volto, dopo un attimo di indecisione fu Luisa, questa volta, a prendere la parola. Sorrise con dolcezza a Franco e poi al fratello, e disse:
«ho una magnifica notizia; aspetto un bambino!»
Per un attimo la sala parve congelata, nessuno si muoveva, nessuno parlava. Poi, come se l'incantesimo si fosse spezzato, tutti presero a parlare contemporaneamente. Alcuni iniziarono a congratularsi, altri a chiedere maggiori spiegazioni, altri ancora commentavano tra di loro.
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I Ragazzi della città del vento
ChickLitIl romanzo è una sorta di family dramma e di teen story, ambientato a Trieste a partire dal 1998. Si ricollega al mio primo romanzo "E l'inverno finirà" (in vendita in tutti gli store on-line). È un romanzo corale, in cui si narrano le vicende delle...