LIX - Una morte inaspettata.

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Trieste, 20 novembre 1999

«Calmati, respira e ricomincia. Dove sei?» Sara ascoltò la voce al telefono e riprese a parlare, mentre gli altri assistevano attenti, persino Edoardo si era risvegliato dal torpore.

«Ok, veniamo subito... non preoccuparti... Ciao.»

«Che succede?» Chiese Giulia, inquieta, vedendo il viso rabbuiato di Sara.

«Chiamate gli altri e ditegli che stiamo andando via.» Rispose Sara senza spiegare, poi prese nuovamente il telefono per parlare con Cristina che non era ancora arrivata.

«Pronto Crì? Ohi! Mi ha chiamato Laura, stiamo rientrando noi andiamo da lei, si ok... Ci stai andando anche tu? Bene, a dopo.»

Gli altri la pressarono per sapere e Sara disse:

«Il signor Mori è morto, Olga lo ha trovato, sul divano, con la TV accesa, sembra un infarto. Laura è sconvolta, non sanno che fare.»

«Come morto? Non aveva nemmeno cinquant'anni.» Disse Edo con voce piatta.

«Non so nulla, ma andiamo da lei, Paola e Mario stanno andando da Olga. Laura è a casa con i bambini.» Spiegò Sara.

«I bambini! Che succederà ora?» Volle sapere Veronica.

«Difficile dirlo, ma sicuramente è morto il genitore sbagliato, loro lo adoravano, mentre hanno un pessimo rapporto con lei, fino a marzo sono affidati ai Nardi, poi chissà, certo lei non mi sembra in condizioni» Disse Pietro, con una smorfia.

«Non è bello quello che hai detto, è come se avessi augurato la morte a lei!» Lo rimproverò Sara.

«No, non auguro la morte a nessuno, ma siamo obbiettivi, quell'uomo ha fatto di tutto per ripulirsi, ripianare i debiti e tornare stabile per riportare i figli a casa, non ha mai saltato un giorno di visite in un anno e mezzo, di lei puoi dire lo stesso?» Si difese Pietro.

«Pietro a ragione, Olga è persino peggiore dei miei, hanno rifatto l'affido ad Angela e Flavio fino alla maggiore età lo sapevate?» Chiese Veronica con una smorfia, sapeva che i suoi non la amavano e da quando si era ammalata le cose erano solo peggiorate, però faceva male lo stesso, e il fatto che Ignazio e Rubina fossero piccoli, non voleva dire che non capissero che la donna non li amava, già per loro era stato difficile lasciare la casa dove vivevano con il padre, che con tutti i suoi limiti, li amava. Ora non lo avrebbero più visto.

«Come si spiega a dei bambini di tre anni che il padre non tornerà più?» Disse, dando voce al suo pensiero.

Nessuno sapeva rispondere, Alessandro rimase al pub con Paolo e Giuseppe che erano arrivati in quel momento, andare in troppi in questo caso non era giusto, mandarono i loro saluti e gli altri partirono.

Giulia chiamò Andrea, che sarebbe dovuto arrivare con Laura perché abitavano vicino e che la stava ancora aspettando. Si misero d'accordo per incontrarsi dall'amica. Fatto questo, salutarono e si diressero verso Piazza Dalmazia, dove viveva Laura.

Al loro arrivo la trovarono con Andrea che dovendo attraversare solo un'isolato era arrivato in cinque minuti. I bambini erano a letto e la ragazza era in crisi, aveva gli occhi cerchiati e iniettatati di rosso a causa del pianto. Cercarono di fare piano, chiusero la porta del salotto e si sistemarono intorno a lei, cercando di capire cos'era accaduto e come si sarebbero svolte le cose.

«Non so niente di preciso, stavo per uscire quando è suonato il telefono ho risposto io era Olga, completamente ubriaca...» iniziò a raccontare Laura, ma Francesco la interruppe:

«Sai la novità, le volte in cui mi è capitato di vederla era sempre ubriaca!»

«Si, capita spesso, il signor Amedeo aveva cercato di farla smettere, ma finora aveva fallito. All'inizio, sembrava che stesse ottenendo dei risultati, ma da quando è arrivata la nuova assistente sociale le cose sono peggiorate.»

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