Trieste, 23 marzo 1998
Il fine settimana era passato Sara e Pietro si erano dovuti separare tornando rispettivamente a Gorizia e a Venezia, ma erano rimasti d'accordo di sentirsi tutti i giorni e si sarebbero rivisti il venerdì.
Laura, frequentava le lezioni di Storia della filosofia e di filosofia morale e le trovava abbastanza interessanti, ma era letteralmente pazza di un nuovo modo di studiare questa materia, un metodo che alle superiori non si usa, al liceo aveva scoperto, avevano studiato storia della filosofia, all'università stavano riprendendo tutti i periodi in diverse lezioni, ma la parte che la interessava non era quella storica ma quella tematica. Filosofia morale e la questione bioetica erano oltremodo affascinanti ma niente poteva battere la filosofia Estetica.
Laura, prima di intraprendere questi studi, era convinta che l'estetica fosse quella materia che ti insegna l'oscura arte di mettere lo smalto e fare la ceretta, poi quando in terza liceo aveva studiato Kant, aveva scoperto che estetica ha a che fare con il mondo dei sensi.
Quando era entrata la prima volta a lezione forte delle conoscenze Kantiane era convinta di assistere a qualcosa che avesse a che fare con le scienze, invece, aveva scoperto che il vecchio significato da salone di bellezza aveva ancora un senso, l'estetica dell'università si occupava del bello. In particolare, il suo corso analizzava il bello in letteratura.
Erano le sue lezioni preferite, si tenevano alle sette di sera, in teoria finivano alle otto, ma il docente, un filosofo di una certa fama, con un lungo barbone che gli dava un'aria saggia, e terribili racconti sulle sue avventure amorose, si tratteneva sempre più del dovuto, spesso il portiere andava via lasciando le chiavi.
Laura rimaneva fino alla fine, alcuni finita l'ora canonica andavano via, ma lei e un gruppetto rimanevano finché il vecchio insegnante non si stancava di raccontare aneddoti e leggere poesie.
Non avevano libro di testo, il professore leggeva un paio di poesie ad ogni lezione e le analizzava, per confermare o confutare la tesi secondo la quale gli opposti rendono una poesia più efficace e migliore da un punto di vista comunicativo, ma soprattutto dal punto di vista narrativo, rendendo la poesia semplicemente più bella.
Per opposti intendeva eventi o sentimenti, come anche situazioni, ad esempio è mirabile Farinata in Dante che pur patendo pene indicibili si mostra fiero e calmo, come se si trovasse in un salotto.
Ma le sue preferite erano le poesie d'amore, Laura non credeva nell'amore sconvolgente, però quando il professore leggeva certi versi sentiva un brivido e il desiderio di trovare qualcosa che somigliasse al sentimento che quelle liriche mostravano.
Tra i contrasti d'amore l'affascinavano i più tragici, come quelli tra amore e morte, la sera precedente ad esempio, avevano letto Annabell Lee di Allan Poe.
Laura era rimasta incantata da tanta bellezza, il finale era così struggente che lo scrisse su un biglietto e lo appese in camera:
Mai, infatti, la luna risplende ch'io non sogni
la bella Annabel Lee:
né mai sorgono le stelle ch'io non veda
splendere gli occhi della bella Annabel Lee,
e così, per tutta la notte, giaccio a fianco
del mio amore: il mio amore, la mia vita,
la mia sposa, nella sua tomba, là vicino al mare,
nel suo sepolcro, sulla sponda del mare.Laura era presa dai suoi studi, e dal mondo affascinate del primo anno di università, ma in quei giorni li gustava solo in parte, infatti, vi erano stati cambiamenti importanti nella routine della sua famiglia.
Rubina e Ignazio, avevano sconvolto il loro mondo ordinato, portando una ventata di freschezza e di risate, ma anche di pianti.
Il lunedì, il giudice aveva accolto l'affido volontario da parte dei genitori dei bambini verso i coniugi Zorzin, che per un anno, rinnovabile, sarebbero stati i tutori legali dei minori.
In quell'anno, i genitori biologici, dovevano intraprendere un percorso di riabilitazione, e se ci fossero riusciti, i piccoli sarebbero rientrati dopo un periodo di assestamento.
Era comunque tutto da vedere, e per il momento, erano occupati a sistemare, quella che era sempre stata la camera degli ospiti in una cameretta.
Laura aveva comprato dei vestitini, con i soldi che aveva messo da parte per sé.
Era emozionante avere dei fratelli, e i suoi erano bellissimi, la cosa sorprendente era quanto fossero calmi, come la prima sera infatti, passavano gran parte del tempo, vicini o meglio abbracciati a guardare la TV.
Rubina diceva qualche parola, Ignazio niente, in tre giorni non avevano mai sentito la sua voce. Questo preoccupava un po' tutti, ma l'assistente sociale aveva garantito che col tempo le cose sarebbero cambiate.
In ogni caso, era meraviglioso poterli coccolare, e sedersi per dargli il latte con il biberon, era un'emozione indescrivibile.
I suoi genitori lo facevano la sera insieme, un bambino per ciascuno e li scambiavano a metà cena, per poter abituarli alla presenza di entrambi. Quel lunedì sera Paola, aveva lasciato che fosse la figlia maggiore a dare il biberon a Rubina al posto suo.
La piccola aveva poggiato la testa sulla sua spalla e le aveva fatto un sorriso tutto fossette, poi aveva iniziato a bere guardando il fratellino in braccio a Mario che faceva lo stesso.
Il padre naturale, aveva spiegato che i bambini non amavano il latte ed era questo il motivo per cui non lo bevevano più, lui, infatti, gli aveva preparato il biberon molte volte, ma dopo i primi sorsi lo avevano sempre lasciato. L'uomo non aveva considerato che a venti mesi erano troppo piccoli per mangiare tutto da soli, così quando si stancavano lo lasciavano da parte, e cecavano cibo più semplice che spesso si riduceva a patatine in busta.
Queste troppo salate per quell'età, avevano contribuito insieme ai gelati, troppo zuccherati e ai succhi di frutta, troppo acidi, a far si che il ventre dei piccoli fosse gonfio a causa di un'alimentazione senza regole.
Le regole mancavano del tutto ai due piccoli, ma era come se ne fossero affamati, in particolare avevano adorato la pulizia. In tre giorni non si erano mai buttati un po' di cibo addosso mangiando, e nemmeno, sporcati giocando.
Quando la sera, mentre coloravano un album, Rubina aveva fatto un segno di pennarello sulla mano del fratello, questi era andato da Paola, tenendo la manina sollevata e il labbro tremolante pronto a scoppiare in un pianto dirotto.
Era davvero carino, ma in un primo momento, la donna, non aveva capito cosa volesse, poi l'aveva presa per un braccio e portata in bagno indicando se stesso e il lavandino per far capire che voleva lavarsi. Madre e figlia non poterono che sorridere davanti a quella scena.
Laura sperava che tutto continuasse così bene, e che quell'anno fosse un'esperienza formativa per tutti.
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I Ragazzi della città del vento
ChickLitIl romanzo è una sorta di family dramma e di teen story, ambientato a Trieste a partire dal 1998. Si ricollega al mio primo romanzo "E l'inverno finirà" (in vendita in tutti gli store on-line). È un romanzo corale, in cui si narrano le vicende delle...