LI - Sei uno scimmione!

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Trieste, 1° gennaio 1999

Alla fine dello spettacolo pirotecnico i ragazzi rimasti a casa di Edoardo rientrano nella sala, oltre a Pietro, sua sorella e i loro rispettivi compagni, erano rimasti anche Edo ed Eric, una loro compagna di classe con il suo ragazzo, Cristina ed infine Francesco e Veronica.

Il gruppetto si sistemò comodamente, e si misero a discutere sulle prospettive e i propositi per il nuovo anno l'ultimo del millennio. Sentirono in televisione alcuni catastrofisti, annunciare il 1999 come l'ultimo anno civile che l'umanità avrebbe avuto. Il prossimo capodanno avrebbe senz'altro portato a problemi tecnici e sociali tali da rasentare l'apocalisse!

I ragazzi risero per le superstizioni ed inevitabilmente tornarono a parlare dei progetti di Luisa e Franco. Pietro questa volta si limitò ad ascoltare e si sentì profondamente sollevato quando cambiarono argomento.

Veronica aveva passato una serata divertente, adesso era un pochino preoccupata per dover sistemare tutto il disordine che avevano lasciato, sperava che qualcuno tornasse. Non era giusto che, la padrona di casa, al rientro, trovasse quel disordine, così si alzò e iniziò a buttare i bicchieri di plastica usati. Ma i suoi movimenti, stanchi e scoordinati non passarono inosservati.

Sara e Edo non riuscirono a farla sedere, così Francesco alla fine ridendo la prese di peso, mentre lei protestava, ed annunciò che a capodanno bisognava fare un po' di tutto per assicurassi di farlo durante l'anno, visto che per un po' Veronica si era già assicurata le pulizie, ora spettava a lui assicurarsi che potesse andare a letto presto tutto l'anno.

«Non ho intenzione di andare tutto l'anno a dormire all'ora di Cenerentola!» Disse la ragazza cercando di colpirlo, anche se buttata come un sacco di patate a testa in giù non era semplice, in più gli altri anziché aiutarla, ridevano.

«Ehi! Io ho detto che andiamo a letto presto, chi cazzo ha parlato di dormire!» Disse Francesco, affibbiandole una sculacciata leggera, per farla star ferma e per far scena, infatti l'accompagnò con uno sguardo allusivo al resto del gruppo. Veronica divenne rossa, e non solo per il sangue che le affluiva al viso per essere a testa in giù.

«Sei uno scimmione! Non ti azzardare! Che vergogna, mettimi giù!» Cercò di difendersi la ragazza, ma pur con le guance arrossate non riusciva a smettere di ridere.

«Siete tutti testimoni, la mia ragazza è una stronza insensibile! Mi vuole tenere a stecchetto tutto l'anno! Ma hai capito male signorinella! Noi andiamo e guai a chi rompe i coglioni! A domani!»

Così dicendo continuava a tenerla ferma e a spostarsi verso il retro della casa dove si trovava la loro stanza. Veronica continuò a fingersi indignata e a protestare, ma nessuno si mosse ad aiutarla, quasi tutti ridevano a quel teatrino, solo il ragazzo di Simona, la compagna di scuola e Luisa e Franco non erano convinti, ma vedendo gli altri ridere come se nulla fosse non sapevano che fare e decisero di aspettare.

Nel frattempo, la ragazzina smise di ingiuriarlo solo dopo che il suo ragazzo l'ebbe posata sul letto con grande delicatezza, che contrastava l'apparente irruenza del modo con cui l'aveva condotta via. Lei continuò a protestare sorridendo, ma smise subito perché Pietro le si sdraiò sopra, sostenendosi sugli avambracci muscolosi e con delicatezza estrema, ma anche con tutto il trasporto che sentiva per lei, la baciò. Veronica, passò dal protestare al circondarlo con le braccia e le gambe per tenerlo più vicino, in realtà era più che felice di trovarsi dov'era, così ricambiò con passione il bacio e si dimenticò il motivo per cui si stava arrabbiando. Francesco la rendeva totalmente felice.

In sala ridevano all'uscita della coppia, le perplessità di chi li conosceva meno vennero fuori.

«Sicuramente è un ragazzo simpatico, ma se tu mi facessi fare una figura simile ti ucciderei e sono la sorella del più grande imbecille del mondo, o almeno credevo!» Disse Luisa, cercando di esprimere il suo disagio con una battuta e fingendo di rivolgersi a Franco, ma facendosi sentire chiaramente da tutto il gruppo. Franco le assicurò che non avrebbe mai fatto nulla di simile, mentre Pietro le tirò un cuscino e disse:

I Ragazzi della città del ventoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora