Trieste, 31 dicembre 2000
Giulia era molto felice, finalmente era arrivato l'ultimo dell'anno e come gli anni precedenti, avrebbero passato di nuovo una festa tutti insieme. Era felice, soprattutto perché, a differenza di Natale, sarebbe stata con Andrea. I ragazzi che studiavano in Inghilterra, erano rientrati per Santo Stefano e sarebbero rimasti ancora qualche giorno. Certo riteneva che il tempo fosse poco e quando aveva saputo, che avrebbero passato il Natale da Eric, si era arrabbiata, ma ora era passata ed era pronta a godersi il tempo che avevano prima che ripartisse.
In quel periodo si era sentita molto sola e il fatto che anche Edoardo fosse fuori, non aveva aiutato per niente. In genere, preferiva confidarsi con l'amico biondo, piuttosto che con il moro, che per certe questioni non era proprio, ciò che si dice, sensibile. In più, quell'anno, il giorno di Natale Veronica si era nuovamente sentita poco bene e questo l'aveva portata a fare da spalla, più che chiederla.
Ovviamente i giorni precedenti li aveva passati dividendosi tra Veronica e recuperando un po' di tempo con Andrea e questo le aveva impedito di passare molto tempo con Edo. Per questo la sera di Capodanno era andata a casa Bernardi, per aiutarlo a preparare la festa in anticipo, in modo da stare un po' con lui prima dell'arrivo degli altri. Era davvero felice che Veronica si sentisse meglio e che avrebbe partecipato.
Voleva parlare un po' con il suo migliore amico anche perché aveva notato le tensioni tra lui e Andrea. Quando si trovano soli volle sapere quale fosse il problema:«Che è successo tra te e Andrea?»
«Niente, cosa ti fa credere che ci siano problemi?»
Le rispose Edoardo, facendo spallucce e assumendo un'aria indifferente, che non ingannava nessuno, sicuramente non Giulia.
«Il fatto che ti conosca dalla quarta elementare?»
Edoardo sorrise, ma il suo era un sorriso triste.
«Qualche settimana fa abbiamo litigato, ma adesso è risolta.»
«Perché avete litigato?»
«Davvero Giulia, lascia perdere!»
Giulia lo guardo con un'aria che non prometteva nulla di buono e il suo amico capì perfettamente che non avrebbe potuto sottrarsi, perciò sospirò ed inizio a raccontare:
«È partito tutto dalla storia di Anna, io ho detto che non mi piaceva che qualcuno si fosse approfittato di mia sorella...»
«Ti capisco, non piace nemmeno a me. Ma non vedo perché abbiate litigato.»
«In realtà non lo so bene nemmeno io, quando si è scusato ha detto che l'ha fatto soltanto perché era nervoso e gli mancavi tu, però sul momento...»
«Aspetta, non capisco cosa c'entri io con Anna e tutta questa storia.»
«Beh, il fatto è che lui ha detto, che non era mia sorella e non sarebbe successo nulla, se avesse avuto una diversa educazione. Io ho perso la testa. Giuro mi vergogno da morire... L'ho preso per il colletto e attaccato al muro, credo che se non ci fosse stato Eric, lo avrei colpito. Mi dispiace ...»
«Aspetta un attimo, perché avrebbe detto una cosa simile?»
«Te l'ho detto, era nervoso, geloso, gli mancarvi, non era molto lucido. Non è colpa sua, sono stato io a comportarmi come un animale...»
«Forse il tuo comportamento non è stato proprio il massimo, ma a lui non avrebbe dovuto dire una cosa del genere! Noi siamo tue sorelle e nessuno può dire il contrario! E poi cosa vuol dire che non è stata educata in modo giusto?»
Giulia era palesemente nervosa e anche un po' arrabbiata, non riusciva a credere che il suo ragazzo avesse potuto avere quelle opinioni sulla sua famiglia e avesse potuto trattare in quel modo il suo migliore amico. Non giustificava lo scatto di nervi di Edoardo, la violenza era inammissibile. Inoltre, nonostante non facesse a botte dalle elementari, per difendere Edo tra l'altro, pensava che fosse un azione più in linea con la personalità di Francesco. Queste considerazioni, però, non diminuivano la sua irritazione nei confronti di Andrea.
Edoardo la conosceva bene, capì lo stato d'animo dell'amica e così cercò di spiegarsi, raccontando esattamente cos'era accaduto e i motivi che avevano indotto il suo ragazzo a esternare quei pensieri. Non voleva che litigassero per colpa sua, ma nemmeno perché le due famiglie avevano diverse concezioni educative. Sapevano da tempo, che la famiglia Vasotto fosse piuttosto rigida, ma questo non voleva dire che non avrebbero potuto trovare un punto d'incontro.

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I Ragazzi della città del vento
ChickLitIl romanzo è una sorta di family dramma e di teen story, ambientato a Trieste a partire dal 1998. Si ricollega al mio primo romanzo "E l'inverno finirà" (in vendita in tutti gli store on-line). È un romanzo corale, in cui si narrano le vicende delle...