XV -Cena e consigli.

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Trieste, 21 marzo 1998

La serata arrivò presto, Giulia voleva usare il bagno per prima, aveva appuntamento con i suoi amici alle sette, ma Sara era particolarmente agitata tutto il giorno e si era chiusa dalle cinque. La sorella minore era riuscita ad intrufolarsi un momento, avevano finito per litigare e la madre, esasperata, le aveva obbligate a condividerlo.

Mentre si preparavano Giulia aveva notato il tremore alle mani della sorella mentre si metteva lo smalto. Non l'aveva mai vista così nervosa, così con un'offerta di pace e l'aiuto per le unghie, la più alta aveva convinto Sara a raccontare cosa le fosse accaduto.

La giovane universitaria, sapeva che il segreto non sarebbe durato a lungo e poi voleva dirlo al mondo, così raccontò della sua nuova relazione con Pietro e di quello che era accaduto da quando lo conosceva, ascoltando i commenti e i dubbi di Giulia che aveva paura di vederla soffrire ancora.

Mentre le ragazze finivano di prepararsi, sentirono il campanello, ma non si preoccuparono, erano solo le sei e gli amici non dovevano venire. Quindi continuarono a discutere, finché non arrivò Anna, che entrò saltellando senza bussare.

«Mamma vi vuole in sala, dobbiamo andare tutti.»

«Perché che succede? Chi è arrivato?»

«C'è una riunione in salotto», mentre Anna parlava, sentirono ancora il campanello.

«Chi sarà adesso?» Chiese Giulia alle altre.

«Boh, io so chi era prima...» Disse la ragazzina, con una logica di ferro.

«Va beh, e chi era prima? Certo che sei una rompi!» Esclamò Giulia, che non aveva mai pazienza con Anna e i suoi tempi biblici.

«I Zorzin al completo» rispose finalmente.

«Anche zio Mario? E poi con Laura dovevamo vederci fra poco...» Fece Sara, perplessa.

«Boh, c'erano tutti, Laura, Zia Paola e zio Mario. Cosa vogliono non ho capito, hanno detto che volevano il parere di tutti, anche io e Emma possiamo restare, l'ha detto zia Paola...» Spiegò Anna, con la sua solita flemma.

«Andiamo,» disse Sara uscendo velocemente, si era ricordata delle parole dell'amica, e l'ansia l'aveva colta, la stranezza poi, del fatto che anche il padre le accompagnasse non aiutava. L'uomo era una persona di poche parole e piuttosto tranquillo, era amico del padre delle ragazze, ma in genere usciva poco.

Le tre si precipitarono in salotto e mentre arrivavano sentirono nuovamente il campanello. Sara era rimasta ferma sulla porta della sala, a guardare gli ospiti stupita, era strano vedere la famiglia della sua amica e anche di più, Edoardo con i genitori. Nel tempo speso a salutare, alle sue spalle arrivarono Francesco con genitori e fidanzata al seguito.

Era una vera e propria riunione.

«Grazie di essere tutti qui» Disse Paola sorridendo, e aggiunse un ringraziamento ai padroni di casa per l'ospitalità.

Maria Adriana si schernì, aiutata dalle figlie fece accomodare tutti e offrì un piccolo rinfresco.

Quando tutti furono serviti, si cercò di capire il motivo della convocazione, fu Luigi Bernardi, il padre di Edoardo a chiedere delucidazioni per primo, seguito dagli altri.

Tutti guardavano Paola, che generalmente era la più loquace della coppia, ma fu Mario a spiegare:

«Siamo in una situazione strana, e abbiamo preso una mezza decisione, ma vorremmo un consiglio esterno e di voi ci fidiamo, siate onesti e sinceri». Tutti acconsentirono.

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