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Canzoni per il capitolo:

Selena Gomez-Back To You.

One Republic-Let's Hurt Tonight.

Lenta e solitaria scorre veloce sulle mie guance, nel buio più totale porta via il mio dolore e, piano piano, viene raggiunta dalle sue compagne.

Stringo gli occhi, sono stanca di essere debole, sono stanca di essere vulnerabile. Ho paura di non farcela, di marcire per sempre nel mio inferno personale e non voglio, è tutta la vita che lotto per sopravvivere e non ne posso davvero più.

Ho sempre vissuto nella tempesta, nel caos, nella pioggia e non credo che essere felici anche solo per un secondo sia cosa così difficile da chiedere.

Sono ai limiti, ai margini, neanche immaginabili, mi sento seduta su un burrone, fragile e insicura, pronta a cadere.

Non riesco proprio a vedere la fine di tutto questo, di tutto il mio dolore, e la cosa più bella è che, ormai, ho scordato anche per cosa soffro, per cosa mi distruggo e provo atroci dolori.

Tiro su il naso e mi guardo intorno: sono le quattro del mattino, tra un po' il sole sorgerà e dovrò tornare a ostentare serenità.

Abbasso nuovamente lo sguardo e non so più se piangere o ridere, fra le mie mani tengo uno dei tanti album di famiglia dove io e i miei fratelli siamo ritratti mentre sorridiamo.

Lo sfoglio ancora e, casualità della vita, trovo una mia foto con Isaac.

Che bello vedere momenti impressi su carta e non ricordare nemmeno di averli vissuti.

Mi sento vuota, dannatamente vuota e ho paura che il mio fragile mondo possa crollare da un momento all'altro.

"Incubi?" chiede Adam, sentendosi accanto a me.

"Eh già." sospiro malinconica.

"E tu?" domando.

Il mio amico è seduto accanto a me, indossa solo una canotta che mette in risalto i bicipiti colorati d'inchiostro e dei semplici calzoncini neri.

Illuminati solo con la tenue luce di una candela, i suoi occhi azzurri risaltano ancora di più. Mi prendo un momento per osservarli e vi trovo un dolore senza fine, un dolore che devasta e distrugge, un dolore che si porta via tutto... il mio stesso dolore, ma per una causa diversa.

Ora che ci penso, in questa casa, quasi tutti convivono con un dolore atroce.

"Non riuscivo a smettere di pensare... sai, nel cuore della notte è difficile contenere i cattivi pensieri."

"Lo so fin troppo bene." esalo prendendo un sorso di tè.

"E quelli cosa sono? Album di famiglia?" chiede con un tono divertito.

Annuisco e gli porgo il volume che inizia a sfogliare rapidamente.

"Dalle foto sembra che tu abbia avuto un infanzia movimentata..." ridacchia.

"Non lo so..."

"Che cosa?" domanda confuso.

"A nove anni ho perso la memoria cadendo da un albero...quindi non ricordo quasi nulla di quel che è stato." sorrido amaramente.

"Mi dispiace."

"A me non importa poi così tanto..." do una scrollata di spalle.

"Bugia. Ti importa eccome, ma qualcosa mi dice che hai paura." ribatte.

"E di cosa dovrei avere paura?" chiedo con tono provocatorio.

Mi guarda divertito, per poi dire: "Questo me lo dovresti dire tu... Si tratta del tuo dolore, non del mio. Avanti, sfogati, parlane: so che stavi piangendo prima che arrivassi e so, anche, dell'enorme macigno che ti porti dentro."

"Come fai a saperlo? Come riesci a scavare nelle mie emozioni?" domando sconvolta.

"Me lo dicono i tuoi occhi, le tue movenze, il tuo perderti mentre parliamo, il tuo non aver quasi mai la risposta pronta, in poche parole, me lo dice la tua assenza. Puoi non credermi se vuoi, ma certe cose si capiscono al volo, basta solo prestare attenzione."

Deglutisco e abbasso lo sguardo.

Si vede così tanto il mio dolore? E' così visibile come dice Adam?

"Cosa dovrei fare Adam? Come si esce dal dolore? E come posso smettere di soffrire?"

"Non puoi uscirne ma puoi affrontarlo e distruggerlo." mormora sorridendo.

"E' lui a distruggere me, io non posso farci nulla."

"Smettila di ritenerti debole, so che non lo sei. So delle tue battaglie, so di Isaac e di quel che è stato... praticamente so tutta la tua esistenza e credimi, sei forte e puoi vincere qualunque male provi ad abbatterti."

"E se non volessi combattere? Se fossi stanca?" domando sfidandolo.

"La scelta sta a te. Puoi arrenderti se vuoi, nessuno te lo vieta, oppure puoi combattere da guerriera tale sei ed essere felice. La scelta è tutta tua. O soffri o vivi, non esistono vie di mezzo a questo mondo." risponde con tono duro.

"Cosa dovrei dirti io,allora? Mio padre ha ucciso mia madre davanti ai miei occhi, le ha stretto le mani intorno alla gola e ho visto il suo volto diventare prima rosso e poi viola, ho visto il suo corpo esanime venire gettato via, buttato per terra come un sacco della spazzatura e avevo cinque fottuti anni. Cosa dovrei dire o fare io? Dovrei andare da mio padre e ammazzarlo? Dovrei riservargli quello che riservato a me e a mia madre per anni? Dovrei urlargli contro che è stato un padre e un marito di merda? Forse dovrei farlo, forse se lo meriterebbe ma, poi, mi sentirei dannatamente morire dentro, verrei divorato dai sensi di colpa e sai perché? Perché a volte odiare il proprio male, distrugge e addolora più del perdono."

"Perdona Cassy, perdona ciò che ti ha distrutto." aggiunge.

"Andrai davvero con Abbey da tuo padre?" chiedo con le lacrime agli occhi.

"Si, è malato di cancro e voglio vederlo almeno un'ultima volta. Ho passato un'intera vita senza di lui e almeno adesso, che posso farlo, voglio dire addio alla persona che mi ha messo al mondo."

"Soffrirai."

"Probabilmente, ma nessun umano vive senza conoscere il dolore e se proprio devo soffrire, preferisco farlo per qualcosa che ne valga la pena. E si, mi prenderai per pazzo, ma per me vale la pena dire addio a mio padre." spiega.

"Adam, tu sei forte, ma io? Guardami, non ho niente!" esclamo.

"Perdona ciò che ti ha distrutto e sarai forte abbastanza."

"Il fatto è che ho paura di aver fatto scelte sbagliate che dipendevano solo e soltanto da me."

"Non dipende mai solo e soltanto da noi. E, in ogni caso, inizia dal perdonare te stessa. Ti sentirai meglio, vedrai..." dice abbracciandomi.

"Grazie."

"E di cosa?" domanda stupito.

"Non lo so, ma sento di doverti dire grazie."

"Beh, allora, di nulla, non c'è di che. Adesso dormi che fra poche ore dobbiamo andare in aeroporto." sorride facendomi l'occhiolino.

Chiudo gli occhi, come il mio amico mi ha suggerito, e sprofondo fra le braccia di Morfeo...


N/A: capitolo più breve del solito, ma pieno di insegnamenti e di dettagli importanti.

Si scopre, intanto, la storia di uno dei nuovi personaggi, che ricordiamo, sarà fondamentale per arrivare alla conclusione del libro.

E che dire? Cosa ne pensate di Adam e della sua storia? Attente, dietro di lui potrebbe nascondersi qualcosa di grande, o forse no. Starà a voi scoprirlo!

Nei media, un piccolo video per farvi un'idea del nostro Adam!

Buona serata Readers❣️

Bea🎀


Remember or Forget?-Ricordi Dimenticati. #Wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora