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Canzoni per il capitolo:

Meg&Dia- Monster (DotEXE Dubstep Remix)

Avicii-Hey Brother!

Per quattro lunghi anni non ho fatto altro che correre, fuggire e negare l'esistenza dei problemi che ho incontrato nel corso della mia vita. Per quanto, giorno dopo giorno, mi sia convinta che certi tasselli potessero rimanere irrisolti, dentro di me una piccola parte ha sempre urlato che non fosse così.

E adesso, a quasi ventiquattro anni, mi ritrovo, forse, a scoprire i segreti della mia vita. Allettante come proposta, vero? Se non fosse per il piccolo e inutile dettaglio che vivere nell'ignavia fino ad adesso mi è andato più che bene.

Dopo aver passato l'ennesima notte insonne mi preparo un caffè, faccio una rapida doccia e indosso un paio di jeans neri e un maglione viola. Qui a Boston, in inverno, si muore di freddo.

Sono le otto e mezza e ho esattamente mezz'ora per raggiungere il Johnny's coffee, un bar appena fuori dallo studentato. Non ci va mai nessuno, quindi capisco la scelta dell'anonimo.

Oggi tornano Cheryl e le altre e immagino già la loro idea di far serata... idea che a me non sfiora neanche per caso.

Ci laureeremo a breve e credo che far serata, ora come ora, non debba essere fra le nostre priorità.

Entro in macchina, accendo lo stereo e parto alla volta del bar.

Per tutta la notte non ho fatto altro che rileggere quel messaggio e chiedermi chi sia la persona che andrò ad incontrare. Per quanto ne so, potrebbe essere un volto familiare o un perfetto sconosciuto.

Pensavo che se mai avessi scoperto la verità, avrei avuto al mio fianco qualcuno e l'idea di essere completamente sola mi mette più in ansia di quanto non lo sia già.

L'anonimo mi ritiene pronta a scoprire la verità, ma il bello è che non so neanche di cosa si parli. Di Isaac? Dei miei ricordi? Dell'incidente? Di mia sorella? Troppe domande e innumerevoli non risposte.

Sono anni che i miei genitori e i miei amici mi nascondono le cose, sono anni che mi viene detto che è giusto così o di farmi gli affari miei, ma non ci riesco, un po' per carattere e un po' perché sento che ci sia qualcosa di grande dietro dei semplici messaggi.

Parcheggio il Range Rover e il suono di una campana sopra la porta, annuncia la mia entrata.

Il Johnny's ha le pareti di legno, il bancone è lungo e protetti da una vetrata ci sono cornetti e crostate, dietro di esso, ragazzi della mia stessa età fanno avanti e indietro con vassoi e caffè fumanti fra le mani.

Mi siedo ad un tavolino accanto alla vetrata e osservo il panorama.

Il cielo è plumbeo e la città, con le università e i grattaceli si staglia davanti ai miei occhi.

La piccola caffetteria non è male, anzi, il servizio e i dolciumi sono ottimi, solo nessuno studente ha la forza e la voglia di usare la macchina per arrivare fin qui.

"Posso portarle qualcosa?" domanda con tono cordiale un ragazzo dai capelli biondi e gli occhi azzurri. Indossa la divisa blu del locale e fra le mani tiene un piccolo block notes.

"Un caffè, grazie."

"Due caffè." risponde quasi contemporaneamente una voce fin troppo familiare.

Il ragazzo annota velocemente l'ordinazione e poi scompare dietro al bancone.

"E tu cosa ci fai qui?" chiedo con astio.

Non so perché sono così acida nei sui confronti, mi ha aiutato più volte e salvo l'alone di mistero che porta con se, non è neanche poi tanto antipatico.

"Cassidy, Cassidy, ti ho detto più volte di cambiare clima. Boston incupisce l'animo." afferma con il suo solito sarcasmo.

Ecco, forse la parte più odiosa di lui è il sarcasmo.

"Senti Daniel, non ho tempo da perdere. Sono venuta qui per incontrare una persona e non posso distrarmi anche con te. Torna da Dylan che è meglio." ribatto.

"Pasticcino, lo so benissimo che sei qui per incontrare una persona. E indovina un po' come faccio a saperlo? Ma guarda, è perché sono io la persona che devi incontrare!" esclama scoppiando a ridere.

Apro e chiudo la bocca un paio di volte, prima di poter, finalmente, capire.

"Tu sei N?" domando sconvolta.

"No, sono sto cazzo." risponde con il suo solito sorriso impertinente.

Mi ricorda tanto una certa persona... guarda caso, fastidiosa come lui. O, forse, anche peggio.

Con un movimento rapido, faccio per alzarmi, ma vengo bloccata dalla sua risata.

"Certo che sono io, bambolina."

Alzo gli occhi al cielo e mi rimetto a sedere. La voglia di prenderlo a sberle è forte, ma devo regolarmi.

I capelli scuri, più corti e disordinati rispetto all'ultima volta, incorniciano i suoi lineamenti perfetti, risaltando gli smeraldi verdi, il naso dritto e quelle labbra carnose, sono piegate in un sorriso che vorrei prendere, ripeto, a schiaffi.

I tatuaggi colorati sono resi visibili dalla t-shirt bianca che accompagna il suo fisico scolpito.

"Quando hai finito di farmi la radiografia, magari ti spiego, okay?"

"Okay." rispondo in uno stato di trance che termina, non appena mi rendo che lo sto davvero fissando.

"Scusa, non volevo fissarti come una maniaca." mormoro in imbarazzo.

"Capisco, l'assenza di quel figo del tuo ragazzo deve essere dura da sopportare." mi prende in giro, anche se nel suo sguardo posso leggere l'ammirazione nei confronti di Caleb.

"Non siamo qui per parlare di questo, credo."

"Oh beh sì, sai, volevo parlarti degli addominali di Isaac, in realtà." ridacchia ancora.

Ha trent'anni, porca miseria, ma riesce comunque a comportarsi da idiota!

"Daniel!" sbuffo, in preda ad una crisi di nervi.

"Va bene, cercherò di fare il serio, anche perché quello che ho da dirti è importante. Devi, però, promettermi una cosa." mormora bevendo il caffè.

"Isaac non deve sapere nulla di questo incontro." aggiunge, non appena annuisco.

"Ti dico queste cose, non perché lo voglia fare, ma perché è necessario che tu le sappia. I vostri genitori vi hanno mentito su tanti aspetti durante il corso della vostra vita, non perché non volessero dirvi la verità, ma perché non avevano scelta. Dovevano tenervi al sicuro, lontani da qualunque informazione potesse mettervi in pericolo. Tu e Isaac siete importanti, davvero tanto importanti e forse farvi incontrare, non è stata poi una grande mossa. Ti chiederai, anche, da dove io sbuchi fuori e beh, devi sapere, che con voi c'entro molto più di quanto vi abbiano fatto credere." racconta, per poi interrompersi.

"Cioè? Cosa vuoi dire?" domando preoccupata e confusa.

"Noah, il padre di Isaac, prima di conoscere Gina e innamorarsene perdutamente, ebbe un'altra relazione. Questo rapporto, però, non finì bene, dal momento che fra le due famiglie non scorreva buon sangue e così Noah dovette lasciare quella ragazza."

"Fin qui non capisco molto, cosa dovresti c'entrare tu?"

"Cassy, proprio non capisci? Io sono il frutto di quell'amore proibito, Noah era mio padre."

"E Isaac, quindi, è mio fratello..." 



N/a: Lascio a voi le conclusioni e si, capisco la vostra confusione, ma già dal prossimo capitolo capirete tutto meglio, forse.

So, anche, che il capitolo è corto, ma per motivi che capirete in seguito, è stato necessario.

Vi amo💞

Bea🎀

Remember or Forget?-Ricordi Dimenticati. #Wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora