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Canzoni per il capitolo:

Louis Tomlinson-Miss You.

Casa. Posso davvero definire il così il luogo dove sono nata e cresciuta? Posso davvero chiamare così il luogo dove è iniziata la mia vita e, con essa, il mio dolore? Non lo so più, ho perso la strada, mi sono smarrita senza, però, mai ritrovarmi per davvero. Mi sento sbagliata in ogni luogo, mi sento di troppo ovunque.

Mi sento persa e confusa, mentre il vento della città che un tempo amavo, mi scompiglia i capelli e sfiora la mia pelle.

Caleb è al mio fianco, mi tiene per mano, ma io non mi sento davvero qui con la mente, è come se il mio corpo fosse in un posto e i miei pensieri altrove.

Sono diventata un guscio di un'anima che viaggia lontano, sperduta e smarrita, da sola, in un mondo che non le è mai appartenuto.

"Sono contento di essere qui, con te." esclama Caleb, rivolgendomi un sorriso da mozzare il fiato.

"Anch'io." mento.

Mi sembra di impazzire, non so più che dire o fare. La mia vita mi sta scivolando addosso, sento di sprofondare nel caos più totale.

"Quanti ricordi, non trovi anche tu?" mi domanda Sean.

"Eh già. Ne abbiamo passate davvero tante!" sorride la sua ragazza.

Basta! Non riesco più a sopportare questo merdoso senso di inadeguatezza.

"Non vedo l'ora di rivedere i tuoi genitori, amore." mormora Caleb, baciandomi sulle labbra.

Ricambio contro voglia, senza particolare enfasi, ma, come al solito, lui non se ne accorge.

"Quando rivedremo gli altri?" chiedo dopo qualche istante di silenzio.

Siamo arrivati due ore fa e, dopo aver lasciato i bagagli a casa, abbiamo deciso di fare una passeggiata per la Fifth Avenue.

"Domani o dopo domani, credo." mi informa Sean.

Annuisco e vado avanti.

Più guardo queste strade, più i ricordi della mia adolescenza si fanno spazio nella mia mente, provocandomi un'atroce sofferenza.

"Perché non entriamo da Versace?" propone tutto ad un tratto il mio migliore amico.

"Ma sei matto?" ribatto prontamente.

"D'accordo, cosa mi sono perso?"

"Niente." diciamo in coro io e il mio amico.

Sarebbe davvero troppo complesso spiegare a Caleb perché io non voglio entrare in quel negozio.

"Dolce e Gabbana?" propone Cher, facendomi l'occhiolino.

"Ok." rispondo.

Dovrò rientrare in questi negozi, prima o poi, ma ricordare fa male, sopratutto quando si preferirebbe non farlo.

Giriamo un po' per il negozio, provando qua e là dei vestiti e scherzando fra di noi.

Mi diverto,si, ma continuo comunque a sentire un terribile senso di mancanza.

"Che ne dite di andare a casa? Comincio ad essere stanco!" propone Caleb quando finisce di bere il prosecco.

Abbiamo deciso, dopo aver finito la nostra passeggiata per negozi, di andare in un bar italiano per fare un aperitivo.

"Concordo, magari possiamo uscire sul presto domani e andare ad Ellis Island!" esclama felice Sean.

I miei amici sono veramente contenti di essere qui, lo leggo nei loro occhi e nei loro sorrisi, solo io sembro un vampiro fatto uscire dalla bara alla luce del sole.

"Secondo me, potremmo, anche, andare al MoMa. Sono anni che non ci vado." dico accennando un sorriso.

"Per me non c'è alcun problema, mi è mancata tantissimo la Mela!"

"Anche a me, amore, anche a me." sorride Sean.

Con un taxi, torniamo a casa e dopo cena disfiamo le valige.

"Cassy, cosa ti turba?" domanda Caleb, sedendosi sul divano.

Deglutisco e sospiro. Sedere qui, su questo divano, pieno di ricordi fa male.

In realtà, vedere qualunque cosa, qui, fa male.

Non è la prima volta che torno qui, ma stavolta è diverso. Stavolta, sono state riaperte troppe ferite del passato.

"Niente, mi era soltanto mancata New York." rispondo.

Un silenzio imbarazzante cala fra noi e non so che dire.

Mi sento distante da lui, dal ragazzo che amo e sento che ho bisogno di uscire e fare una passeggiata.

"Che ne dici di andare a letto?" chiedo dopo un po'.

"Per me non c'è problema. Piuttosto, i tuoi dove sono?"

"Sono a Barcellona, tornano domani all'alba." spiego.

"Quindi possiamo dormire insieme?" esclama con tono malizioso.

Sbuffo e poi annuisco.

"Sei il solito pervertito!" ridacchio facendogli la linguaccia.

"Non mi sembra, però, che a te dispiaccia!" ribatte prendendomi per la vita.

"Assolutamente!"

"Ti amo, piccola!" mormora baciandomi.

"Anch'io." sospiro abbracciandolo.

Saliamo in camera mia e, dopo aver indossato il pigiama, ci fiondiamo nel letto.

Fa strano essere qui, in questo letto, nella mia camera, con Caleb.

Non perché non sia capitato altre volte, solo che, adesso, certi pensieri si attanagliano nella mia mente.

"Buona notte amore." mugugna il mio ragazzo prima di chiudere gli occhi.

"Notte." dico, girandomi fra le coperte.




N/A: Capitolo abbastanza corto, come d'altronde quello di ieri, e di passaggio, ma che, comunque, ci mostra quanto difficile sia per Cassidy camminare nella sua città: un po' per via dei ricordi, un po' per via del suo senso di inadeguatezza...

Chissà, però, dove andrà a passeggiare nel prossimo capitolo....

Vi amo❤️

Bea🎀

Remember or Forget?-Ricordi Dimenticati. #Wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora