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Canzoni per il capitolo:

Ariana Grande- God is a Woman.

Zayn- Let Me.

Tante sono state le volte in cui ho visto crollarmi addosso tutto ciò in cui credevo, tante sono state le volte in cui, io stessa, sono crollata, ma se su una cosa avevo sempre creduto e contato era la mia famiglia.

La mia famiglia, con i miei genitori e i miei due fratelli: mi bastava essere certa della loro presenza per essere tranquilla.

Ma, adesso, che mia sorella non c'è più e i miei genitori sono così lontani, quali sono le certezze in cui dovrei credere? Più vado avanti e più sorgono dubbi. E' davvero questa la vita a cui ognuno di noi aspira? E' davvero questo il senso per cui ogni giorno lottiamo e soffriamo? Ormai, per me non si tratta più di vivere, ma di sopravvivere ai numerosi e costanti vuoti che mi porto dietro, sparsi fra una crepa e l'altra del mio cuore.

E' passato circa un mese dalla fatidica cena, ho dato gli ultimi esami e preparato la tesi di laurea, ma non mi sento né orgogliosa di me stessa né realizzata. Non ho mai creduto che la felicità fosse un buon titolo di studio e un lavoro assicurato, certo, entrambe le cose sono d'aiuto, ma la vera felicità consiste, secondo me, nell'aver al proprio fianco le persone amate con cui si ha condiviso ogni giorno della propria vita, positivo o negativo che sia. Perché una vita la si può vivere in povertà o nella parziale ignoranza, ma non la si può vivere lontano da chi si ama.

Più volte, durante l'adolescenza, mi è stato detto che un giorno avrei perso gli amici del liceo e li avrei dimenticati, ma io non ho mai voluto credere a quelle parole, dette da persone superficiali, capaci di passare da un amicizia all'altra come se niente fosse, come se anni e anni passati insieme non fossero valsi un solo istante vissuto veramente.

Io, invece, ho sempre continuato a sperare e, infatti, gli amici di ieri sono i miei amici di oggi.

"Hey tesoro, come va?" domanda Alexa entrando nella stanza, seguita da Izzy, Cher, Layla, Judie e Abs.

"Come sempre..." sussurro, stringendomi intorno alla coperta.

"Sei chiusa qui dentro da settimane, ormai! Devi reagire Cassy, ti prego!" mi supplica Judie.

"Tutti noi siamo preoccupati per te! Non mangi più, non esci più, stai solo qui a pensare e piangere! Isaac è preoccupatissimo." insiste Layla.

"Ragazze, apprezzo questa vostra preoccupazione, ma non è necessaria. Sto bene, più o meno."

"Voi, piuttosto?" aggiungo poi.

"Siamo preoccupate per te, così come gli altri." esclama Izzy.

"Ragazze!" mormora Judie, scoppiando a piangere.

Da giorno del suo rapimento non abbiamo più parlato, lei è sempre stata molto silenziosa e io molto occupata, ma ho sempre saputo che qualcosa, in lei, non andava.

"Judie, che succede?" chiede Alexa.

"Devo dirvi una cosa.- inizia e noi le facciamo segno di continuare.- Ricordate quando E mi ha rapita perché conosceva un mio segreto?"

"Ecco, non vi dissi nulla a riguardo perché era un segreto molto molto personale che riguarda il mio passato."

"Tranquilla, se non te la senti puoi non dircelo." la rassicuro io.

"No, voglio e devo dirvelo. E' un peso che mi porto dietro da troppo tempo. Solo mio zio sa quello che ho passato, ma sento di potermi fidare di voi." dice, prima di sospirare e asciugarsi le lacrime.

La prendo per mano e gliela stringo forte, per darle forza e coraggio.

"Ero solo una bambina, avevo otto anni ed ero rimasta da sola con mio padre. Mia mamma era andata a fare la spesa, voleva fare la torta al cioccolato che tanto amavo. Quando rimasi sola con mio papà, Stephan, lui cominciò a spogliarsi e a toccarmi. Non sapevo che fare, ero pietrificata. Volevo urlare, ma non usciva la voce ed ero solo una bambina."

Remember or Forget?-Ricordi Dimenticati. #Wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora