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Canzoni per il capitolo:

Jess Glynne- Don't Be So Hard On Yourself.

Calum Scott- You Are The Reason.

"Sembra che tu abbia pianto..." constata Cheryl.

"Mi è solo andato un po' di shampoo negli occhi, tranquilla." le sorrido mentre finisco di struccarmi.

La serata in discoteca è stata carina, la solita aria,  ma per lo meno abbiamo staccato per un po'.

"Sai che ne possiamo parlare, vero? Ho visto la tua reazione quando abbiamo nominato i nostri amici!"

"Era solo da tanto che non sentivo parlare di loro, tutto qui. Sai no, quando ripensi a persone con cui hai trascorso bei momenti e allora ti sale un po' di malinconia?" spiego continuando a sorridere.

Prima o poi scorderò come si sorride veramente, scorderò la differenza fra un sorriso falso e uno vero...

"Cassy, ti conosco da una vita. So che c'è altro, me lo sento..." ridacchia sedendosi sul mio letto.

E cos'è meglio? Dire una bugia per far stare bene gli altri o dire una verità per far star bene se stessi?

"C'è altro, dici bene. Il punto è che non so che altro c'è."

Ci guardiamo negli occhi per un tempo indefinito, sfidandoci e osservandoci, fino a quando non scuote il capo e si alza.

"Non posso obbligarti ad esprimere ciò che provi, ma posso aspettare e sperare che tu ci riesca. Sei forte Cass e ricorda, il passato resta sempre parte di noi. Anche se è passato..." sospira prima di lasciarmi sola.

Mi sdraio sul letto e guardando il soffitto bianco e immacolato, cado in un sonno profondo.

Bip bip.

Lentamente apro gli occhi e mi guardo intorno.

Le mie braccia sono collegate mediante dei fili a delle macchine e come al solito, la stanza odora di acre disinfettante.

Cerco di mettermi a sedere ma un forte dolore al basso ventre mi obbliga a star ferma.

Non ricordo praticamente nulla di quel che è successo, se non di aver litigato con qualcuno.

Quando si apre la porta e compare mia mamma, tiro un sospiro di sollievo.

Mi è sempre stata accanto nei momenti difficili e saperla lontana fa più male di qualunque intervento o incidente.

"Come ti senti?" domanda guardandomi negli occhi.

I suoi,azzurri come i miei, sono gonfi e spenti. Ha pianto ed è triste... per cosa è triste?

"Credo bene, ma che mi è successo?"

Per l'ennesima volta non ricordo niente, anche se forse, stavolta, sarebbe stato meglio non ricordare.

Per una buon'ora piango e mi dispero.

Mi sembra un'incubo, mi sembra di morire e... in poche ore non possono essere successe così tante cose.

In così poche ore non posso aver commesso così tanti errori.

"Dov'è?" sussurro con la voce rotta dal pianto.

"Chi, tesoro, chi?"

In questo momento non riesco ad immaginare il suo dolore; al solo pensiero di quello che sta passando mi sento male e mi sento egoista per quel che sto per chiedere. Ma ho bisogno di sapere.

Remember or Forget?-Ricordi Dimenticati. #Wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora