Capitolo 4: Non guardarmi così.

327 13 2
                                    


                                                                                               Lei



Non capisco.

Fino a due secondi fa' ero seduta in un tavolo con la mia migliore amica a speculare su un ragazzo che ho incontrato ieri dal fotografo e quando, finalmente, mi decido ad alzare gli occhi imbarazzata me lo ritrovo a pochi metri da me che mi dice "Ciao" con il suo sorriso mozzafiato e bellissimo.

"Aspetta un attimo Mia, stai dicendo che questo ragazzo è bellissimo?"

Si, probabilmente è vero. Sto pensando che questo ragazzo è dannatamente bello.

Lo guardo avvicinarsi a me, cioè al tavolo, cioè non lo so! Magari ha solo deciso di uscire dalla porta di emergenza.

Abbasso di nuovo lo sguardo, non voglio che pensi che io lo stia aspettando. Ma la sua figura al mio fianco mi consente di rendermi conto che è davvero qui, accanto a me. Alzo gli occhi, per un attimo gli sorrido timida, e quando mi rendo conto che la sua presenza mi ha del tutto ammutolita, mi raddrizzo sulla sedia e torno ad essere diffidente.

< Ciao Mia > mi dice continuando a fissarmi e poi rivolge un leggero sorriso alla mia migliore amica che lo guarda altrettanto sconvolta.

< Mia? Chiamo un attimo Andrew, ok? Ci vediamo fuori. > Jade balza dalla sedia in un attimo e afferra la sua borsa precipitandosi fuori, le rivolgo uno sguardo pietoso e, quando lui si siede davanti a me, la mia migliore amica mi fa sorridere quando mima con la bocca "E' figo, Mia!"

< Cosa ti porta da queste parti? > mi chiede continuando a sorridere.

Mentre lo guardo mi domando, per un attimo, se è lo stesso ragazzo con cui ho parlato ieri, se mi sta prendendo in giro o se questo è un incubo e sta per finire...

< Ero a fare due passi, sono uscita adesso da... > balbetto un attimo prima di dire la parola "scuola" davanti un figo del genere. Lo osservo mentre aggrotta le sue sopracciglia folte.

Che c'è? Sta forse pensando che vado ancora all'asilo nido?

< Quanti anni hai, Mia? > mi chiede scettico e io mi irrigidisco.

"Abbastanza da essere in grado di prenderti a calci nel sedere se solo lo volessi!"

< Ne ho diciassette, Victor > ribatto asciutta < Tu? Sei molto più vecchio di me? > continuo sfoggiando il mio sorriso ingenuo. Si sbarazza in fretta della sua espressione perplessa, odio non capire cosa sta pensando.

< Oh, non molto. > Lo dice come se dovesse convincersi e questo mi confonde, non oso aprir bocca se non prima che lo faccia lui. Ma fremo dalla voglia di sapere quanti anni abbia questo ragazzo, che ieri mi ha chiamata piccola facendomi infuriare e che adesso sta seduto davanti a me con la sua aria da...

< Allora? Quanti anni hai? > sbotto infine e, in segreto, mi infurio con me stessa.

"Perché cavolo non chiudo la bocca?"

Mi odio ancora di più quando noto il suo mezzo sorrisetto soddisfatto a fior di labbra.

< Ne ho ventuno, Mia > dice fissandomi negli occhi, io rimango impassibile.

La prima volta che l'ho visto, pur notando la sua altezza, gli ho dato esattamente ventun anni. Il sorriso che aveva fino a qualche istante fa' è scomparso e mi chiedo perché è venuto a salutarmi se è così taciturno, non voglio essere io strappargli le parole di bocca.

< Te l'ha fatta passare? > sussurra ad un tratto, con gli occhi maliziosi.

Non capisco di cosa sta parlando e inizio a riflettere aggrottando le sopracciglia sotto il suo sguardo divertito. Appena arrivo alla conclusione, tiro un sospiro impaziente e lo guardo in silenzio. Adesso tocca a me fare l'enigmatica.

< Eh? > mi incita e io gli sorrido scuotendo la testa. Non sono sicura di voler rivelare a questo sconosciuto la fine della mia "non relazione".

Anche se questo sconosciuto è bellissimo.

< Cosa vuoi sapere? > chiedo senza troppi giri di parole e lui si rassetta il ciuffo imbarazzato.

"Cosa c'è? La ragazzina ti ha messo a disagio?"

< Ni-niente. Mi chiedevo solo... >

"Ho fatto centro!" penso soddisfatta, "è lo stesso ragazzo che ieri mi sembrava così arrogante?"

< Come dire? La nostra "non relazione" è... finita> dico scrollando le spalle, decidendo di smettere di torturarlo. Alza le sopracciglia e mi mostra il suo mezzo sorriso, mi costringo a non fissarlo sbattendo le palpebre due volte.

< Davvero? >

< Si >

< Mi dispiace. >

< Pazienza. > ribatto pronta e lui alza lo sguardo su di me, con la sua espressione curiosa. Mi chiedo di nuovo a cosa sta pensando. Si gira tra le mani il suo cellulare e poi butta un occhiata all'orologio, < Merda!> sbotta all'improvviso.

"Ma come? Te ne vai già?" prendo a calci con la forza della mente la mia leggera delusione quando lo vedo alzarsi e mettersi gli occhiali da sole.

< Scusa piccola, devo scappare. >

Non ho il tempo di arrabbiarmi perché mi ha chiamata in quel modo; perché si avvicina a me e mi lascia un leggero e fresco bacio sulla fronte, non ho nemmeno il tempo di reagire in nessun modo, si sta già incamminando verso l'uscita. Cerco di trattenere l'impulso di toccarmi la fronte ma non ci riesco, la sensazione è troppo forte. Mi sfioro delicatamente la pelle, dove fino a due secondi fa le sue labbra si sono poggiate. Qualcosa dentro me sorride silenziosa e timida, mentre io rimango ancora a fissare il tavolo.

< Mia? > Lui è ancora lì, davanti la porta, con il suo mezzo sorriso.

< Si? > riesco a sussurrare.

< Ci vediamo presto > mi dice. Suona come una promessa e il pensiero mi fa sorridere.

< Ci vediamo, Vic. >

Sono ancora seduta al tavolo in silenzio, ho guardato l'ora più di tre volte, ma ancora non so che ora sia. Jade mi viene incontro con il suo mega sorriso e mi fa strano vederla seduta li, dove prima c'era lui. Scaccio il pensiero e ricambio il sorriso.

< Oh mio dio Mia, non mi avevi detto che era così figo. > sbotta.

< Ci stavo arrivando. > borbotto.

< Ci stavi arrivando? Erano i primi dettagli che avresti dovuto dirmi! Cosa ci faceva qui? >

< Non lo so, davvero. Sono sorpresa quanto te di averlo incontrato qui. >

< Mm, devi scoprirlo. Perché... > prende un attimo di respiro per leggere il messaggio che le è appena arrivato sul cellulare, la guardo sorridendo mentre lei è a occhi bassi che guarda con occhioni dolci il suo cellulare.

< E' Andrew? > chiedo con dolcezza.

< Si. > risponde lei dolce.

< Come vanno le co... > Provo a chiedere, ma lei mi interrompe brusca.

< Non ci provare, Mia! Non provare nemmeno a cambiare discorso, dobbiamo speculare su quel tizio! > mi minaccia puntandomi il dito contro. Alzo le mani a mo' di arresa, scuotendo la testa.

< Ma non c'è niente da dire > ribatto.

< E invece si! Si trova sempre qualcosa da dire riguardo un figo, che ti piace, così!>

< Cosa? Che mi piace? Ma stai male! > dico quasi urlando.

< Si, ti piace. Lo sai. > ribatte lei con un sorriso asciutto.

< No, lo sai. > ribatto io, incrociando le braccia al petto.

"NO, NON MI PIACE!"

Qualcosa di piùDove le storie prendono vita. Scoprilo ora