Lei
< Ciao Papà, a più tardi. Ti voglio bene! > mi butto in spalla il borsone, facendo attenzione che il suo peso non mi sbilanci, e corro giù. Sono in ritardo, naturalmente, e se non fosse stato per Gioia che –con molta gentilezza- mi ha urlato di alzare il culone e correre in palestra, sarei ancora con la faccia appiccicata al cuscino.
Saluto in fretta tutti e mi infilo nello spogliatoio. Temo l'occhiataccia di rimprovero di Duke che potrebbe arrivare da un momento all'altro considerando che sono tre giorni che non metto piede in palestra e ho il sospetto che, se non fossi venuta anche oggi, non si sarebbe posto alcun problema a venire sotto casa mia ed acciuffarmi per i capelli. Perché tre giorni di riposo, qui, sono anche troppi. Questo è il posto dove si corre, dove nessuno si ferma mai.
Mentre scalcio via i jeans, con la maglia ancora sfilata per metà, entra Doria < Mia! > strilla correndomi incontro per abbracciarmi.
E' giusto un mesetto che è qui ma, non riesco a capire come, è riuscita ad ambientarsi e a fare amicizia molto meglio di me, che frequento questo posto dall'età di dodici anni. Del resto a quindici anni ha una spigliatezza che io, a quasi diciotto, non ho ancora.
< Doria > la saluto con tono cantilenante e un mezzo sorriso.
< Hai visto quel pezzo di maschio che c'è all'entrata? E' nuovo, non l'ho mai visto prima. >
Sorrido alzando gli occhi al cielo e mi infilo la felpa celeste, larga e piuttosto scialba, ma super morbida e comodissima.
< Immagino che razza di oscenità, ti ricordo che io e te non abbiamo esattamente gli stessi gusti. >
< Fidati, questo piacerà anche a te. E' troppo, troppo bello. >
Sbuffo < Quanti anni ha? Tredici? >
Ride < No, almeno venti. Potrebbe essere il tuo tipo, è biondo. >
Tiro su il borsone < allora hai già sbagliato in partenza > la avverto < a me i biondi non piacciono. >
"E allora perché mi sento arrossire?"
Stanno tutti già correndo perciò mi affretto ad entrare mentre Doria mi sussurra < Sarà nello spogliatoio. >
Rido < non è che te lo sei solo immaginato, vero? >
Duke ci fa cambiare il senso di marcia e dopo qualche giro strilla < Giù. Addominali a fisarmonica, cento. >
Non so come ci riesce, ma fa in modo che tutto quello che dice risulti di un estrema importanza. E' in piedi al centro della sala e gira un po' lo sguardo da una parte all'altra fino a quando non mi trova, con le braccia incrociate sul petto mi chiede < Mia perché sei scomparsa in questi giorni? > non è una domanda, è un rimprovero. Mi sento il volto in fiamme e, cercando di usare un tono di voce più alto rispetto a quello che uso di solito, dico < avevo bisogno di riposarmi. >
< Non ti riposare più. >
Non ho nulla da ribattere, questo è un ordine e quando il Maestro da un ordine lo si ascolta e basta. Come se fossimo alla caserma militare.
Taylor, sedicenne e modella, si infila in sala in punta di piedi e correndo con la grazia di chi ha fatto ginnastica ritmica per tanto tempo.
< Ciao Micetta. >
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Qualcosa di più
RomanceMia ha diciassette anni ed è già stanca di tutto: del posto in cui vive, delle persone che la circondano e di essere considerata la ragazza di Derek Collins, nonostante siano passati anni. Non fa altro che correre, per un infinità di motivi: per ca...