Capitolo 71: Lasciarsi andare

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                                                                                            Lei 


  Sdraiata su un vecchio e doppio lenzuolo, che ho portato da casa, mi trovo distesa in mutandine e reggiseno sul pavimento del laboratorio scolastico. Stiamo studiando un nuovo tipo di massaggio, fatto di stretching degli arti e un totale relax mentale. Ma, affinché il beneficio del massaggio vada a buon fine, la cliente deve totalmente abbandonarsi alle mani della massaggiatrice. Ed è proprio quello che sto cercando di fare io, mentre la mia prof. cerca di entrare più a fondo con la punta del piede sotto al mio seno.

< Devi lasciarmi entrare un po' di più, Mia. Non riesco ad andare oltre. >

< Non sto opponendo nessuna resistenza, prof. >

< Fai un respiro profondo, Mia. Cerca di rilassarti. >

Perché, all'improvviso, mi viene voglia di piangere?

Tento di fare un profondo respiro, ma il fiato non esce. Prima che io potessi buttarlo fuori, mi si spezza in gola.

La campanella suona e, finalmente, tutti gli occhi che ho puntanti addosso vanno via uno dopo l'altro.

Faccio per vestirmi e uscire anch'io, ma la prof. non ha alcuna intenzione di lasciarmi andare.

< Mia, piccola... come stai ultimamente? >

Le mie mani iniziano a torturarsi automaticamente < sto bene. >

< Sei sicura? >

< Si, non è cambiato niente prof. Davvero, non c'è nulla di cui preoccuparsi. >

< Perché non mi hai lasciata passare? >

< L'ho fatto > rispondo, ormai anch'io indecisa se credere o meno alle mie stesse parole.

< Ho fatto sottoporre te proprio per questa ragione. Sei l'esempio perfetto di chi non vuole, per nessun motivo, fidarsi del mondo. La cliente più difficile con cui lavorare, in assoluto. >

Mi schiocca un sorriso dolce e mi accarezza il mento, mi ritrovo a sorridere per educazione. Non mi sono per niente offesa, ma –detto sinceramente- non mi ero mai vista sotto questa prospettiva.

< Cosa pensi di quello che ho appena detto? > Improvvisamente si rivolge a Jade che, accanto a me, non ha più aperto bocca da quando la prof. mi ha praticamente analizzata.

Jade inarca le sopracciglia e si prende un momento per riflettere, a questo punto anch'io sono curiosa di sapere cosa ne pensa lei.

< Penso che, in parte, è vero quello che le ha detto. Ma, naturalmente, non credo che Mia lo faccia apposta. Deve avere il controllo delle cose, di quello che le fanno e di tutto quello che la circonda. Lei è così, non può farci niente per il momento. >

< Mia? > Mi interroga nuovamente la prof, con l'espressione di chi ha appena indovinato quello che ti passa per la testa. Ma, il problema, è che io non so cosa mi passa per la testa da ieri sera.

< Non so cosa dire... probabilmente avete ragione > mi prendo un attimo per respirare e mi accorgo che mi tremano le mani, per cui le blocco e le fisso mentre sono alla disperata ricerca delle parole giuste < anzi, adesso che ci penso, sono sicura che voi avete ragione. Voglio avere il controllo delle cose e delle persone che mi circondano, voglio... ecco io voglio stare attenta, tutto qui. Non voglio distrarmi mentre la gente mi è vicino, non c'è un perché. Sono fatta così e credo di non essere l'unica persona al mondo che sia fatta in questo modo, no? >

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