Capitolo 79: Diciassette anni

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                                                                                            Lei


Non mi sono mai sentita così tanti occhi puntati addosso in un solo momento. Mentre stringo forte la mano di Victor –così forte che quasi ho paura di staccargliela- mi fisso istintivamente le punte delle mie Converse, sperando di non inciampare.

< Ti stanno aspettando tutti > mi sussurra Victor all'orecchio e il suo tono accesso di entusiasmo mi fa venire l'ansia.

Forse Victor crede davvero che riuscirò a fare colpo su tutti i suoi amici come –miracolosamente- sono riuscita a fare con lui.

Ma se non fossi all'altezza delle loro aspettative?

Se Victor avesse parlato di me come se fossi una piccola Dea e poi loro si rendono conto che non mi ci avvicino nemmeno un po'?

Non sarebbe una delusione per tutti? Avrei fatto meglio a restarmene a casa stasera.

< Eccoci qui > lo sento strillare mentre continuo a nascondermi dietro la sua schiena.

Perché non mi è permesso restare nascosta qui dietro tutta la serata?

Victor, ormai insensibile alla mia stretta, si volta a cercarmi < Mia? >

< Si? >

La figura della bambina, perché non me torno a giocare a casa con le costruzioni? Le Barbie non mi sono mai piaciute.

"Scusate" vorrei dire "ma ho diciassette anni e non ho proprio idea di come comportarmi in mezzo a dei ragazzoni come voi."

< Ehi Mia, vieni a sederti vicino a me > Oscar, con il suo sorriso genuino e spontaneo, mi saluta dall'altro lato del tavolo.

< Oscar, ciao. > Con il sorriso sulle labbra accetto il suo invito, senza lasciare la mano di Victor, che sta già presentando i suoi amici indicandomeli uno ad uno, ho già fatto confusione con i nomi, ma sorrido e mi arrampico sullo sgabello maledettamente altro tra Oscar e Victor. 

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