Lui
< Perché sorridi di nascosto, adesso? > mi accusa Oscar con tono petulante, mentre mi lancia una nocciolina. Mi cade sulla t-shirt, la afferro e me la infilo in bocca sotto lo sguardo schifato di Oscar; che mi ha beccato mentre stavo pensando all'espressione di Mia quando mi ha visto, ma non mi ero reso conto che non riesco più a nascondere nulla.
< Nah, non dire idiozie. Qui nessuno ride di nascosto. >
< Oh Victor, smettila di dire stronzate. Dimmi la verità. >
Lo guardo di sottecchi < mi prenderai in giro? >
Lui stacca le labbra dalla sua birra e mi mostra un sorriso ebete, < non avere dubbi su questo. >
< Okay > sbotto < allora non te lo dico. >
< Indovino? >
Mi da giusto il tempo di alzare gli occhi al cielo che inizia ad imitarmi con una voce che non assomiglia affatto alla mia, ma a quella di una tredicenne < pensavo a Mia, a quanto belli fossero i suoi occhi. Non credi assomigliano a delle stelle? Io credo di si. Aspetta un momento, devo subito scrivere una poesia su questo... >
Stringo gli occhi a fessura e, mentre lui continua a sbellicarsi tanto, lo spingo con un calcio cercando di farlo cadere dal divano.
< Che razza di idiota > lo insulto continuando a spingerlo e dandogli il colpo di grazia, < giù le chiappe dal mio divano. >
Rimane a ridere sul tappeto, tutto piegato e rosso in viso, mentre io gli poggio i piedi sulla schiena e spingo. E' come se stessi spingendo contro una roccia. Dannato personal trainer.
< Continua così e stanotte dormi sul tappeto, vedrai... > Borbotto, mentre afferro la mia seconda birra sul tavolino, ma la mano gigantesca di Oscar mi blocca il polso < cosa fai? >
< Mi bevo una birra... > rispondo, confuso dal suo atteggiamento improvvisamente serio.
Adesso stringe le labbra < no Victor, non puoi. >
Aggrotto la fronte, lanciando una veloce occhiata alla bottiglia di vetro, mi accorgo che siamo rimasti nella stessa posizione: lui sdraiato a pancia in giù sul tappeto ed io con il busto verso il tavolino.
< Si che posso. >
< No, non puoi Victor. >
< Perché no? >
< Perché la birra è piena di carboidrati, ti si gonfierà lo stomaco. >
Alzo gli occhi al cielo e mi scanso dalla sua presa < chi è la femminuccia, adesso? > Afferro l'accendino e stappo la bottiglia, Oscar allarga le braccia.
< Okay Vic, fa' un po' come ti pare. Bevi quella dannata birra, così la pianterai di sembrare una ragazza con le sue cose addosso a causa dei tuoi stupidissimi sbalzi d'umore. >
Mi chiedo come mai abbia mollato così in fretta, la cosa mi sembra un po' strana, ma non ci faccio molto caso e bevo soddisfatto il primo sorso -della mia seconda birra- della serata. Lancio un occhiata di sottecchi ad Oscar, che mi sta fissando con l'aria di chi la sa lunga.
< E adesso che c'è? >
< Stavo pensando... >
< Si? >
< Che, almeno, i tuoi sbalzi emotivi saranno dovuti a delle ragioni più significative. Dato che, un altro sorso ancora, e sarai incito amico. >
Non faccio in tempo a lanciargli dietro un cuscino e cercare di non strozzarmi, che quella carogna del mio migliore amico è già scappato via. Ridendo, naturalmente.
Mi alzo e getto via la birra nel lavello. Oscar ha ragione, non voglio ritrovarmi con il pancione.
Gli sbalzi emotivi sono più che sufficienti.
"Ah Mia... cosa mi combini?"
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Qualcosa di più
Storie d'amoreMia ha diciassette anni ed è già stanca di tutto: del posto in cui vive, delle persone che la circondano e di essere considerata la ragazza di Derek Collins, nonostante siano passati anni. Non fa altro che correre, per un infinità di motivi: per ca...